Italia
La generazione internet si difende
Il popolo della rete si sta mobilitando contro il Decreto Urbani.
Una mobilitazione silenziosa, ma efficace.
Efficace come possono esserlo oltre 24mila firme (per l¿esattezza, 24.385 firme ben ripulite al 26 marzo 2004, ore 18:16) raccolte in pochi giorni, affidandosi al solo tam-tam.
E siamo solo all¿inizio.
Per la prima volta emergono anche precisi distinguo che fanno chiarezza su alcuni luoghi comuni.
Chi è contro il Decreto Urbani, hanno sottolineato i sostenitori del provvedimento governativo, è a favore della pirateria.
Niente di più errato.
La carica dei 24mila chiarisce le cose.
Il manifesto della petizione, nell¿esprimere le ragioni di contrarietà al decreto, sottolinea la condanna, senza se e senza ma, della pirateria ad uso commerciale, ponendosi però anche a difesa del P2P come killer application per il successo delle nuove applicazioni di rete.
Non è poco.
¿Il PeerToPeer ¿ sostengono Andrea Sanna, Giuseppe Fiori e Paolo Ferrando, promotori della petizione contro il Decreto Urbani e contro la pirateria, che può essere sottoscritta all”indirizzohttp://no-urbani.plugs.it/index.php – è l”alfiere di una nuova era, è la completa realizzazione di Internet. Un non-luogo in cui tutti possono scambiare e avere accesso a una mole incredibile di informazioni: libri, canzoni, film, documentari…Finalmente il ragazzo che vive sperduto in una campagna ha davvero le stesse possibilità del ragazzo che vive in una grande città.
L”Internet di un tempo era una immensa giungla in cui le informazioni c”erano ma erano introvabili, sommerse da quintali di spazzatura. I Programmi di File Sharing hanno dato una rassettata a questo spazio, hanno sciolto quello che sembrava un groviglio inestricabile.
Però le informazioni viaggiano libere, troppo libere. Com”è giusto che sia, gli autori hanno diritto a un riconoscimento economico del proprio operato.
Qui sta il problema del P2P: dare a esso una forma legale. Lo riconosciamo e anche noi vogliamo risolverlo. E ci uniamo all”appello del Presidente Ciampi: occorre combattere la piaga della pirateria.
Non ha senso bloccare una realtà mondiale e in costante espansione con una piccola legge locale. Non ha senso sguinzagliare la polizia nella rete per trovare qualche povero agnello sacrificale e punirlo per un peccato collettivo.
Se il decreto dovesse divenire legge, la nostra prima mossa sarà quella di disdire l”abbonamento ADSL, e di certo non correremo ai negozi a comprare la musica e i film che scaricavamo fino al giorno prima.
La pirateria, l”organismo più adattabile del pianeta, troverà altre vie e noi continueremo a scambiarci mp3 e divx attraverso un semplice masterizzatore o una scheda di rete.
Che vogliamo fare allora? ¿ concludono i promotori della petizione – Continuare ognuno per la propria strada – entrambe senza uscita – o cercare un dialogo? Questa petizione dimostra la nostra disponibilità, la disponibilità del popolo di Internet. E quanti più saremo, tanto più il nostro messaggio sarà forte¿.
Non solo i Providers
Dopo aver scelto di varare un provvedimento in forma di decreto legge (in assenza di qualsivoglia ragione emergenziale), il ministro Urbani, che non aveva sentito tutte le parti, non si aspettava le reazioni che sono scoppiate in questi giorni.
Forse riteneva sufficiente l¿aver consultato il mondo dell¿industria cinematografica.
Ora pare si dichiara pronto a discutere alcuni aspetti.
Ma ci pare che anche in questo caso gli obiettivi non siano centrati.
Chi si sta movendo, sia nella maggioranza che nell¿opposizione, ha l¿idea fissa della cattura del consenso dei Providers.
Scorgiamo già i sintomi di un altro grave errore.
Pensare che sia sufficiente il consenso dei soli Providers è un errore dettato dalla scarsa conoscenza e considerazione della rete, dei suoi meccanismi di consumo, dei suoi modelli di business.
Il ministro Urbani ha manifestato e sta continuando a manifestare colposo disinteresse nei confronti degli utenti, dei consumatori, dei cittadini.
Stiamo parlando di milioni di persone che con i propri consumi alimentano i modelli di business dell¿industria di settore.
Ed in risposta a questa mancata considerazione, si sta già facendo strada in seno al popolo della rete la parola d¿ordine della restituzione degli abbonamenti alla banda larga in segno di protesta.
Il Decreto rischia così di bloccare lo sviluppo della banda larga nel nostro Paese, allontanando ulteriormente la prospettiva ed i benefici della società dell¿informazione
Delusi dalla Casa delle Libertà
Ci dispiace assistere a questa distorta interpretazione della Casa delle Libertà. Un provvedimento del genere rischia di criminalizzare una intera generazione, la generazione internet, tradendo i punti essenziali del programma politico della maggioranza e danneggiando l¿azione di altri ministri, come Stanca e Gasparri, che sino ad ora hanno ben operato nell¿affermazione dell¿innovazione tecnologica nel nostro Paese.
E¿ evidente che questo problema mal trattato avrà ripercussioni anche elettorali sulla coalizione di governo.
Non a caso il ministro Gasparri, confermava che il governo e” disponibile a eventuali modifiche sul decreto Urbani, in particolare sulle norme relative alla pirateria in Internet.
””Ne abbiamo parlato a margine del consiglio dei ministri – ha dichiarato Gasparri – ribadendo l”intenzione non solo del Parlamento, ma anche del governo, di intervenire, tenendo conto della necessità di non criminalizzare i vettori, oltre che di tutelare la proprietà intellettuale. D”accordo con gli uffici legislativi dei vari ministeri coinvolti, proveremo ad approfondire questi aspetti in sede di conversione””.
Il problema fondamentale, ha ricordato il ministro, e” ””¿trovare il giusto equilibrio tra la tutela della proprietà intellettuale ed altri diritti costituzionalmente garantiti, come la libertà di manifestazione del pensiero. Stiamo studiando come regolamentare questi aspetti: del resto, si tratta dei primi provvedimenti che fanno i conti con questa nuova realtà¿.