Italia
Continua il batti e ribatti sul Decreto Urbani, tra gli attacchi dell¿industria cinematografica, la difesa del popolo della rete e la preoccupazione degli operatori di banda larga.
Nel frattempo la petizione lanciata in rete pochi giorni fa ¿Contro il decreto Urbani e contro la pirateria¿ ha raggiunto quota 30.000 firme e continua a crescere ad una media di oltre 1.000 firme al giorno.
Contemporaneamente da oggi si potrà anche votare per il sondaggio lanciato da Puntoit e Key4biz.it, all¿indirizzo www.puntoit.org.
Ma ancor più importante è oggi la conferma dell¿avvio dell¿iter in Commissione cultura alla Camera sul Decreto Urbani. La relatrice, come Key4biz.it aveva anticipato a fine della scorsa settimana, è l¿on. Gabriella Carlucci, che è anche responsabile del settore spettacolo per Forza Italia e che è intenzionata ad esercitare il proprio ruolo in modi pieno e proattivo.
E¿ un passaggio importante che oltre a ribadire le convenienze ispiratrici dovrà fare emergere le disponibilità necessarie per incontrare altri punti di vista.
In questa occasione vogliamo ricordare alcuni punti essenziali della polemica in atto.
Il decreto affronta un problema serio e più che fondato.
La pirateria è una piaga che danneggia, ovunque essa riesca a manifestarsi, le industrie di settore, demotivando gli autori, ovvero impoverendo (anche economicamente) la sorgente creativa, ovvero gli autori.
Anzi da questo punto di vista è necessario sottolineare la differenza di ruoli e prerogative tra autori ed editori-produttori-distributori.
Che la pirateria sia particolarmente redditizia è confermata dal fatto che la industrializzazione dell¿illecito e della riproduzione indebita a fini commerciali è sotto il più stretto controllo della criminalità organizzata.
Per queste ragioni la UE ha avviato già nel gennaio 2003 un complesso iter parlamentare, fatto di consultazioni pubbliche e di evidenze altrettanto pubbliche di pareri e analisi richiesti dal Parlamento medesimo per valutare i punti critici della questione e per classificare le posizioni di tutti i soggetti interessati e dei gruppi di interesse. Il 9 marzo 2004 il Parlamento di Strasburgo, a conclusione di tale iter, ha approvato il testo, così come emendato dagli ordinari lavori parlamentari.
Appena tre giorni dopo il nostro Consiglio dei ministri approvava a Roma il decreto Urbani, senza aver sentito i pareri di tutte parti in causa, con esclusione di rappresentanti dell¿industria cinematografica (che sono solo una componente dell¿intera filiera).
Il risultato è stato un provvedimento prodotto in tutta fretta, perché considerato ¿d¿urgenza¿, francamente senza alcuna valida ragione.
Ora in Commissione affiora la possibilità di modificare il testo per migliorarlo: il che è un fatto positivo che conferma i guasti creati dalla fretta.
Resta da vedere che tipo di modifiche si potranno fare, ovvero quanto spazio c¿è per gli emendamenti.
Ci pare legittimo auspicare una soluzione che guardi al modello del testo approvato a Strasburgo dal Parlamento europeo.
E¿ una soluzione corretta, ampiamente discussa e meditata su scala continentale, la cui adozione ci metterebbe al riparo anche da eventuali obiezioni della Commissione.
Già, le obiezioni della Commissione.
Secondo alcuni addetti ai lavori, il decreto presterebbe più di un fianco alle possibili censure di Bruxelles. Il che non è poca cosa.
Da canto nostro seguiremo passo passo l¿evoluzione del dibattito per riportarlo ai nostri lettori e a tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo della rete e il dispiegarsi della società dell¿informazione.
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