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Nella riunione di ieri, il Consiglio d¿Amministrazione della Rai ha approvato il Piano industriale 2004-2006 elaborato sulla base delle guidelines, definite all”unanimità nella seduta del 16-19 dicembre scorso.
In una nota dell¿azienda si legge che il Piano ¿definisce un percorso di cambiamento e di sviluppo orientato a mantenere e consolidare la leadership e l”immagine aziendale, incrementare la redditività e la capacità di generare valore¿.
Punto centrale del Piano è la necessità che l¿emittente pubblica riacquisisca il ruolo tradizionale di ideatore e produttore di contenuti originali, rafforzando il prodotto anche attraverso l”innovazione dell”offerta.
Obbiettivo, quello di rafforzare l¿offerta core (Tv e radio), sia la piattaforma dei nuovi media e in particolare la Tv digitale terrestre.
Inoltre, per organizzare meglio la strategia del percorso di cambiamento e per continuare nelle azioni volte al recupero dell”efficienza, il documento prefigura la revisione dell”attuale assetto organizzativo industriale per renderlo coerente con le linee evolutive del Piano.
I positivi risultati già ottenuti con le azioni di risparmio sulle attività no core e gli altri interventi compresi quelli organizzativi, presentano un impatto positivo che è calcolato sui 240 milioni di euro e con un aumento del 26% dell¿ebitda a fine piano. Approvando il Piano, il Cda ha dato mandato al Direttore Generale, Flavio Cattaneo, di avviare le azioni necessarie alla sua realizzazione operativa, che, in base allo statuto, saranno sottoposte all”approvazione del Consiglio.
In Cda, il presidente Lucia Annunziata ha espresso voto contrario. Ai cronisti ha spiegato il motivo della sua scelta: ¿Oggi ho votato contro l”approvazione del Piano Industriale perché rappresenta soltanto l”enunciazione di una serie di obiettivi che rimangono generici e che non vengono specificati rispetto alle Linee Guida approvate¿.
La Annunziata fa anche un esempio per tutti, ¿l”indeterminatezza dei tagli¿. E spiega che alla luce di questa mancanza di definizione, gli obiettivi posti dal Piano appaiono più ¿il frutto di una politica dell”annuncio che di un progetto industriale strategico¿.
Ma per il presidente Rai il punto di maggiore criticità del Piano, riguarda la riorganizzazione.
¿La riorganizzazione permea di fatto l”intero Piano Industriale ed è indicata come il prossimo passo da fare per renderlo operativo. Ma di quale riorganizzazione stiamo parlando? Non si sa¿.
Per la Annunziata ci si è trovati, come Consiglio, in una situazione alquanto strana.
E spiega ¿¿quella di votare un Piano Industriale che prefigura una riorganizzazione di cui non sappiamo praticamente nulla. Sia chiaro -puntualizza la Annunziata – che io penso che questo procedimento sia sbagliato, che ho opposto un rotondo ”no” a questo processo. Non volevo infatti dovermi trovare – proprio per la stretta consequenzialità tra Piano Industriale e Piano di Riorganizzazione – poi ad accettare un progetto di riorganizzazione aziendale solo perché oggi avevo approvato il Piano Industriale nel quale è cripticamente contenuto¿.
Il presidente sostiene che il Piano Industriale ¿tiene nella pancia, come una sorta di cavallo di Troia, una riorganizzazione che rischia di consegnare la Rai nelle mani di pochi fiduciari del Direttore Generale”.
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