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Musica, pirateria, crisi del mercato e file-sharing. Sono questi gli argomenti che fanno discutere gli operatori del settore e le case discografiche, che hanno intrapreso una lotta senza esclusione di colpi nei confronti degli utenti e dei service provider, accusati dalle major di essere i responsabili delle perdite del settore. Nel mirino le reti peer-to-peer.
Per l¿IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) il 2003, è stato l¿anno in cui i consumatori hanno avuto a disposizione un¿ampia varietà di nuove opportunità sostenute dall”industria discografica, compresi i servizi di distribuzione legale di musica online.
I dati sono stati diffusi da IFPI, organizzazione che rappresenta l¿industria discografica a livello internazionale con 1.500 aziende associate tra le quali le maggiori imprese ed etichette indipendenti di 76 diversi Paesi.
Il mercato italiano segue la linea di quello mondiale con una costante erosione del settore delle vendite.
Complessivamente il mercato audio italiano è infatti calato del 7,87% a volume e del 7,69% a valore. I dischi venduti nell”anno appena trascorso sono stati in totale 36 milioni circa rispetto ai 39 milioni del 2002. Globalmente il fatturato del 2003 è stato di 314 milioni di euro contro i 340 milioni dello scorso anno. Un calo di ben 26 milioni di euro.
In quattro anni, dal 2000, il mercato discografico italiano ha perso in termini di fatturato il 14.44% con oltre 53 milioni di euro bruciati dalla crisi.
Il Cd album, la fetta più importante del mercato, scende dell¿1,49% a volume e del 3,26% a valore. Le novità calano del 9,13% a volume e del 6,01% a valore.
E¿ proseguita la caduta dei Cd singoli evidenziata anche dai dati del primo semestre dell¿anno, che mostrano un calo del 18,62% a volume e dell” 18,25% a valore.
In particolare sul segmento singoli pesa fortemente la concorrenza illegale della pirateria online. Sono milioni i pezzi scaricati ogni giorno abusivamente e per alcuni settori di mercato, come la musica dance, il fenomeno rischia di decretarne la sparizione.
In crescita il repertorio italiano rispetto all¿internazionale. La musica italiana rappresenta il 48.67% del totale contro il 47.51% dell¿internazionale, una delle percentuali più elevate in Europa. Anche in Italia un segnale positivo si è avuto dalla crescita del Dvd musicale, che mostra un incremento di oltre il 200%
Ogni giorno la musica viene piratata attraverso Internet. Forse le linee di telefonia mobile possono proteggere meglio il diritto dell”artista? Le case discografiche lo scopriranno presto.
La settimana scorsa l¿operatore tedesco T-Mobile ha aperto Mobile Jukebox, un servizio che permetterà a utenti in Gran Bretagna, Germania e Austria di downloadare versioni di 90 o 120 secondi dei loro brani musicali preferiti sui propri telefoni cellulari.
Il costo del servizio è di 2,49 euro. Gli utenti avranno accesso a più di 200 brani tra cui scegliere e una vasta varietà di generi musicali.
Nikesh Arora – Amministratore delegato del marketing della sede londinese di T-Mobile – ha dichiarato: “Riteniamo che la musica via cellulare potrà interessare ogni gruppo d”età“.
Aggiungendo che l¿intenzione è quella di sviluppare il servizio fino a permettere agli utenti di scaricarsi intere canzoni e interi film, ¿¿ma per ottenere ciò dobbiamo prima risolvere due problemi”.
Si tratta in modo particolare della gestione dei diritti d”autore sui singoli file e la velocità di download degli stessi.
Il sistema adottato dalla T-Mobile è un cosiddetto forward lock, cioè un meccanismo che impedisce agli utenti di inoltrare gratuitamente ad altri utenti la musica che i primi si siano scaricati a pagamento.
Cellulari con questo sistema di protezione integrato sono peraltro già sul mercato ¿ Nokia, Sony Ericsson, Motorola e Siemens ¿ ma i loro proprietari non hanno modo di sapere che questo meccanismo è all”interno dell”apparecchio.
Peraltro Barney Ragg, vicepresidente della sede londinese di eLabs, la divisione della Universal Music responsabile per le licenze online, ha però affermato che questo software ¿al momento è facilmente aggirabile¿.
E” questo il motivo per cui la Universal ed altre major discografiche non hanno ancora autorizzato il download integrale di un file musicale.
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Il Rapporto di Felix Oberholzer e Koleman Strumpf: “The Effect of File Sharing on Record Sales. An Empirical Analysis”
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Archivio delle News sul Decreto Urbani, la Direttiva europea e la Proprieta¿ intellettuale
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