Italia
L”assemblea del Senato ha respinto questa mattina le due questioni pregiudiziali di costituzionalità al Ddl Gasparri presentate dalla Margherita e dai Verdi. I No sono stati 70, i Sì 37.
Il disegno di legge di riforma sistema radiotelevisivo è arrivato in Aula senza aver concluso l”esame in Commissione Lavori Pubblici, che non è riuscita a concludere l”esame del provvedimento nel tempo a sua disposizione prima dell”esame, già fissato dalla Conferenza dei capigruppo, da parte dell”Assemblea.
Nonostante l”alto numero degli emendamenti del centro-sinistra, il relatore Grillo spera che il disegno di legge arrivi all”esame dell”aula del Senato con l”approvazione della Commissione.
La decisione di far slittare al 22 aprile, il voto del Senato sulla proposta del relatore Luigi Grillo (FI) è stata presa per l¿ostruzionismo messo in atto dall¿opposizione in Commissione lavori pubblici e comunicazioni.
Il centrosinistra era infatti inizialmente riuscito a impedire più volte di concludere la discussione sulla proposta che puntava a limitare il riesame solo agli 11 articoli già modificati dalla Camera.
Successivamente la Commissione ha approvato con 14 voti favorevoli e 5 contrari, la proposta del relatore Grillo di limitare il riesame del provvedimento agli undici articoli già modificati dalla Camera.
Intanto, scade questa sera il termine per la presentazione degli emendamenti, che dovrebbero essere circa 1.500.
Sembra anche rientrato per la maggioranza di governo il pericolo di una ”fronda” adombrata dalla Lega sul provvedimento.
Le opposizioni hanno presentato nella Commissione lavori pubblici e comunicazioni del Senato 368 emendamenti al Ddl che porta la firma del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.
Nella seduta del 24 marzo scorso, la Camera ha approvato il Ddl di riforma del sistema radiotelevisivo, che sancirà il definitivo passaggio al sistema di diffusione in digitale terrestre. Dopo un travagliato e contorto iter che a più riprese ha fatto pensare che si sarebbe ricorso al voto di fiducia, com¿è stato per il Decreto Salvareti, si è giunti all¿approvazione.
Il provvedimento, approvato con votazione a scrutinio segreto, ha avuto il voto favorevole di tutti i gruppi del centrodestra e quello contrario delle opposizioni. I sì sono 311, i no 246.
Il provvedimento era stato rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, perché del parere che alcuni aspetti del testo dovevano essere chiariti meglio per assicurare il pluralismo sul mercato mediatico italiano. Si tratta in particolare delle disposizioni riguardanti il passaggio di Rete4 sul satellite e la regolamentazione del Sic (Sistema di comunicazione integrato).
Per il ministro Gasparri, si tratta di una legge che ai cittadini ¿consente una maggiore offerta¿ e che attraverso il Sic dà vita ad un sistema ¿moderno e adeguato¿.
Gasparri continua a sottolineare, nonostante le polemiche, le qualità e le novità positive che la sua legge porterà nel settore mediatico.
In questa legge, spiega Gasparri, ¿c¿è una rivisitazione complessiva e completa che serve per modernizzare in termini tecnologici l”intero sistema per aprire il mercato ad altri operatori e per dare garanzie più forti sul tema del federalismo¿.
Una legge, continua il ministro, ¿incentrata sul futuro¿ con il via alla televisione digitale terrestre. Una televisione che grazie al Sic evita la formazione di monopoli e permette alle aziende di essere più competitive e di dare vita a ¿un sistema moderno e adeguato¿. Il Sic, rileva Gasparri, ¿è ormai nella realtà di tutti i giorni, basta andare in edicola. Nessuno può controllare più del 20% del complesso delle risorse, nella nuova rilettura sono state tolte numerose voci e ora la stima di questo sistema spetta alle Autorità di garanzia che in base ai fatturati dovranno dire qual è il suo valore¿.
Riguardo alle telepromozioni Gasparri sostiene che con la nuova legge la questione è risolta ed è ¿conforme alla direttiva Ue¿.
Il ministro delle Comunicazioni parla anche dei nuovi meccanismi di elezioni del Cda Rai. ¿Con il meccanismo previsto nella legge, che vuole l”elezione realizzata all”interno della commissione di Vigilanza ¿ ha spiegato Gasparri – consentiamo una scelta articolata all”insegna della democrazia e del pluralismo¿.
L”elezione all”interno della Commissione è per Gasparri ¿la dimostrazione che si realizza il gioco della democrazia con un accordo tra le varie forze politiche. Si potevano certamente seguire altre strade ¿ ha concluso – ma noi abbiamo individuato una via plurale¿.
Ma l¿opposizione non è d¿accordo e ritiene che la prima beneficiaria delle nuove norme sarà Mediaset, e che, anche nella versione parzialmente corretta dopo il No di Ciampi, non difenderà il mercato da abusi di posizione dominante.
Il testo, così come è stato approvato, permetterà a Mediaset di ¿condizionare pesantemente il sistema televisivo, ridurrà il pluralismo e soffocherà le potenzialità dell”intero sistema¿. Questo, il parere del presidente dei deputati della Margherita Pierluigi Castagnetti, che continua ¿¿è stato mortificato il messaggio del presidente della Repubblica e sono stati compressi ancor di più gli spazi per un reale pluralismo¿.
Dello stesso avviso il segretario dei Ds, Piero Fassino. Con questa legge, secondo il leader della sinistra, il governo ¿¿non risolve nessun problema ma ne aggrava la principale contraddizione, rafforza una posizione dominante e favorisce l”iper concentrazione dell”informazione e della pubblicità¿.
¿E” una brutta legge approvata con evidenti pressioni sulla maggioranza – prosegue Fassino – lo dimostra che quando si è votato a scrutinio segreto 20 o 30 deputati della Cdl si sono pronunciati con l”opposizione””.
L”iter del provvedimento riprenderà adesso sempre nell”Aula di Palazzo Madama, martedì prossimo, 27 aprile, e proseguirà per tutto il giorno successivo. Il voto finale del provvedimento è previsto nella giornata di giovedì 29 aprile.
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