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I giovani provenienti da 35 Paesi africani hanno chiesto un intervento mirato a ridurre la frattura digitale tra l¿Occidente e i Paesi in via di Sviluppo, nell¿occasione del sestoTelecom Africa 2004, che si è aperto martedì 4 maggio e chiuderà i lavori domani.
Gli studenti, inviati al Cairo sotto l¿egida dell¿International Telecommunication Union(ITU), hanno sostenuto l¿accesso dei Paesi poveri alle tecnologie dell¿informazione, condizione, secondo loro, dello sviluppo umano.
Settanta studenti africani, due per ogni Paese, tra i 17 e i 23 anni, sono stati selezionati con un concorso nazionale, per partecipare a questo importante appuntamento. E¿ la seconda volta che i giovani sono invitati all¿Africa Telecom da quando questo è stato istituito.
¿Nei Paesi africani, non si conoscono le nuove tecnologie, e questo rende ancora più profondo il divario tra l¿Occidente e l¿Africa¿, afferma Houda Benslimane, studente di ingegneria a Rabat, che si chiede: ¿Come si possa parlare di Internet nei nostri Paesi che devono fare i conti quotidianamente con l¿analfabetismo¿.
L¿accesso a Internet suppone, secondo lei, la conoscenza di una lingua che non sia il dialetto del luogo, ma l¿inglese o il francese, da qui la necessità di estendere l¿apprendimento di queste lingue alla maggior parte della popolazione.
Futuro medico, Annie Ngalula Mukambu, di Kinshasa, è fortemente convinta che l¿uso gratuito di Internet permetterà di curare meglio la popolazione del suo Paese.
¿Nel mio Paese, è necessaria una maggior conoscenza per combattere meglio alcune malattie, ma questa è limitata al nostro sapere. L¿accesso alle tecnologie dell¿informazione e delle comunicazioni ci permetterebbe di informarci più velocemente sui nuovi trattamenti¿, ha dichiarato.
Un collega del Ghana incalza che lo sviluppo di Internet servirebbe a ¿informare la popolazione africana sull¿Aids¿, che minaccia diversi Paesi dell¿Africa sudshariana.
Questi giovani lamentano la mancanza di mezzi finanziari per affrontare problemi quali l¿analfabetismo, la salute e certamente l¿accesso alle tecnologie nelle zone rurali, e accusano lo sviamento degli aiuti internazionali da parte dei governi locali.
Eric Foutou Mahoungou, studente in scienze e tecniche della comunicazione a Brazzaville, davanti all¿assemblea accusa i governi di ricevere denaro per lo sviluppo delle tecnologie, ma di indirizzarlo poi per altri obiettivi. ¿Se non si fa nulla, la nostra generazione rischierà solo di sfiorare l¿era informatica¿.
Miloud Ameziane, responsabile ITU per la regione araba, ha dichiarato ai giornalisti: ¿I nostri Paesi ricevono dei fondi dagli organismi internazionali, ma non fanno niente su questo terreno. Manca coordinamento tra le organizzazioni internazionali e nazionali. Risultato, un¿abbondanza di piccoli progetti senza un reale sviluppo¿.
Il problema non è la mancanza di finanziamenti per realizzare le infrastrutture necessarie per ¿un¿autostrada dell¿informazione¿, ma l¿uso dei fondi disponibili, secondo Ameziane, per il quale ¿Internet favorisce la democratizzazione nei Paesi in via di sviluppo, spingendo i governi ad agire con maggiore trasparenza¿.
Per i giovani, Internet non è un campo di investimento e di profitto, ma uno strumento di sviluppo, da cui si sentono esclusi.
Uno studente del Benin, Aldo Deo-Gratias, afferma che il loro desiderio è quello di tornare nei propri Paesi per proseguire l¿avventura cominciata al Cairo, e spronare i propri governi a fare di più.
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