Europa
Il numero degli utenti Internet che scaricano illegalmente film e telefilm sono triplicati dallo scorso anno.
La British Video Association (BVA) ha stimato che attualmente 1,67 milioni di persone praticano il downloading illegale di film dalla Rete, mentre lo scorso anno erano 570.000.
Solo per lo scorso anno, la perdita registrata dalle industrie britanniche del settore è stata calcolata in 45 milioni di sterline.
Il direttore generale della BVA, Lavinia Carey, ha definito ¿enorme¿ il pericolo potenziale per il mercato dei Dvd.
Lo studio è stato realizzato su un campione di 16.000 persone di età compresa tra i 12 e i 74 anni.
Tra i movie e le serie Tv scaricate illegalmente lo scorso anno, figurano Kill Bill: Volume 1, The Sopranos e BBC”s The Office.
L¿istituto di ricerca TNS, che ha tirato le somme di questo studio, ha commentato che davanti a simili risultati che testimoniano la crescita galoppante del downloading illegale, è impossibile per il mercato di settore poter realizzare dei guadagni soddisfacenti.
Ma ha aggiunto che ci sono diversi fattori che possono ridurre l¿impatto sul mercato al dettaglio, la qualità dei prodotti è sicuramente uno di questi.
La considerazione si riferisce in modo particolare al fatto che i film scaricati illegalmente dalla Rete sono di pessima qualità rispetto ai Dvd legali o a quelli trasmessi dalla Tv.
Lavinia Carey ha detto che fino a oggi il downloading era scoraggiato dai tempi, considerati eccessivi, che si impiegava per scaricare un film sul proprio computer. Ma oggi la crescente diffusione della banda larga sta modificando anche questa convinzione.
Dai dati emersi dalla ricerca, viene fuori che l¿utente tipo, responsabile di downloading illegale, è uomo, al di sotto dei 35 anni. Con molta probabilità vive nel sud dell¿Inghilterra dove c¿è un¿alta diffusione delle connessioni broadband, e riesce a scaricare una media di 30 film e telefilm l¿anno.
La Carey ha dichiarato che le industrie del settore stanno lavorando congiuntamente per contenere i danni prodotti dalla pirateria online.
¿Fino a quando continueremo a offrire i nostri prodotti nel modo tradizionale e a prezzi accessibili, speriamo di evitare il peggio¿.
La BVA ha anche riportato un aumento del 61% delle vendite di Dvd nel 2003. il Dvd rappresenta adesso il 70% del mercato dei video.
Le vendite totali dell¿industria dei video sono arrivate nel 2003 a 2,42 miliardi di sterline, contro i 2,05 miliardi dell¿anno prima.
Non è solo la Gran Bretagna a evidenziare i problemi che al mercato dei Dvd sta causando la pirateria online.
Alla vigilia dell¿apertura di un dibattito sulla pirateria a Cannes, la pubblicazione dei dati delle vendite di Dvd e VHS da parte del Sindacato francese della pubblicazione video, ha acceso la polemica.
La pirateria è l¿unica responsabile della riduzione del 16% dell¿entrate del mercato video, per il primo trimestre 2004?
Questa perdita, la prima da quando il Dvd è entrato in commercio, sorprende per la sua ampiezza e solleva numerose questioni.
La situazione preoccupa i player del settore, che incominciano a chiedere a gran voce maggiore trasparenza per il mercato dei Dvd, senza dimenticare l¿adozione di misure specifiche contro la pirateria.
Questo servirà a chiarire il contenuto delle proposte di Nicolas Seydoux, presidente dell”Alpa (Associazione che lotta contro la pirateria audiovisiva), David Kessler, direttore del CNC (Centro Nazionale della Cinematografia) e Quentin Tarantino, presidente del Festival de Cannes, nell¿ambito della riunione che dovrebbe aver luogo oggi.
La pirateria focalizza tutte le attenzioni, ma la crisi del mercato Dvd è imputabile anche alla scomparsa delle cassette VHS, alla guerra dei prezzi e al calo dei noleggi.
Gli artisti non esitano più a puntare il dito, non solo contro i pirati, ma anche contro i produttori di masterizzatori e i fornitori di accessi Internet che veicolano gratuitamente la musica e i film per vendere la banda larga.
L¿estensione del peer-to-peer al cinema, con le sue decine di milioni di downloading l¿anno, nel futuro prossimo si estenderà anche alla Pay TV, dopo aver toccato il mercato dei Dvd.
Alcuni rappresentanti del mondo musicale come di quello video restano convinti che una soluzione potrebbe essere quella della riduzione dell¿Iva dal 19,6% al 5,5% per i beni culturali. Questo permetterebbe, secondo loro, di rendere più attrattivi i prezzi dei Cd come quelli dei Dvd.
Ma una simile decisone non può che arrivare prima del 2007, sperando che gli operatori del settore, guidati dalla Francia e dalla Germania, riescano ad accordarsi sull¿argomento.
Fino ad allora però, i danni rischiano d¿essere considerevoli: il mercato dei Dvd può avere delle enormi perdite e la Pay TV rischia di perdere un gran numero di abbonamenti per le offerte cinema.
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