Europa
Riuniti sotto la Croisette, gli studios cinematografici lanciano l¿allarme davanti alla crescita esponenziale del file-sharing delle loro opere.
L¿Associazione dei fornitori d¿accesso, offesa per non essere stata invitata al dibattito, denuncia il rifiuto degli studios al dialogo.
Dopo l¿industria discografica, questa volta tocca al cinema e all¿assemblea dell¿audiovisivo condannare lo scambio selvaggio delle copie delle loro opere, che avviene attraverso le reti gratuite peer-to-peer.
E quale migliore occasione, per sensibilizzare il grande pubblico, della vigilia dell¿apertura del Festival di Cannes?
Ieri si è tenuta, infatti, una conferenza a Palais des Festivals, organizzata dal Centro Nazionale della Cinematografia (CNC – Centre national de la cinématographie), dal Gruppo CanalPlus (Vivendi Universal), dall¿Associazione di lotta contro la pirateria audiovisiva (Alpa – Association de lutte contre la piraterie audiovisuelle) e dagli organizzatori del Festival.
Supportati dai dati raccolti dall¿Istituto Médiamétrie, gli organizzatori hanno tracciato un bilancio alquanto allarmante della situazione.
Benoît Danard, a capo del servizio Studi per CNC, ha spiegato che l¿obiettivo è quello di ¿¿sensibilizzare il mondo del cinema e delle telecomunicazioni al problema della pirateria¿.
Aggiungendo: ¿¿vogliamo gettare le basi per una comune riflessione per limitare il fenomeno, senza che questo debba ridursi semplicemente alle misure repressive¿ da adottare.
Nicolas Seydoux, presidente dell¿Alpa, ha aperto il suo intervento al convegno, sottolineando che l¿opinione pubblica deve comprendere un principio fondamentale: ¿I libertari uccidono la libertà¿.
Il presidente dell¿Alpa ha sottolineato che alla base di questa grave crisi che riguarda il mercato della musica e quello del cinema, c¿è la mancanza di solidarietà tra gli autori e le major, che ha favorito l¿ampliarsi di tale fenomeno.
Secondo lo studio realizzato da Médiamétrie, circa il 19% degli utenti Internet dichiarano di aver già scaricato gratuitamente film dalla Rete.
Questi sostengono di possedere in media 26 Dvd masterizzati nelle loro personali videoteche, grazie al downloading illegale da Internet.
Se il CNC propone di creare maggiore consapevolezza dei rischi a cui incorre il colpevole di pirateria, dall¿altro lato il proprio rappresentante chiede ¿un irrigidimento delle disposizioni normative attuali¿.
Ma quanto detto al convegno, non ha trovato d¿accordo l¿Associazione dei fornitori d¿accesso Internet (AFA – Association des fournisseurs d¿accès Internet), che alla vigilia del convegno aveva già lamentato il fatto di non essere stata invitata alla manifestazione.
¿Noi avevamo partecipato ai lavori preparatori, dietro invito del CNC ¿ ha spiegato Stéphane Marcovitch, delegato generale dell¿Associazione ¿ era anche previsto che partecipassimo alle tavole rotonde, ma da 15 giorni siamo scomparsi (dall¿ordine del giorno, ndr), senza alcuna spiegazione¿.
L¿associazione lo definisce l¿ennesimo episodio della ¿guerra fredda¿, che oppone i fornitori d¿accesso alle cosiddette ¿industrie culturali¿. E le accusano di rifiutare il dialogo tant¿è che la legge francese sull¿economia digitale non è ancora stata approvata.
Per Olivier Zegna-Rata, direttore del relazioni esterne del Gruppo CanalPlus, si tratta di una semplice polemica. ¿Abbiamo invitato direttamente i fornitori d¿accesso al nostro convegno. Il presidente di Wanadoo avrebbe dovuto partecipare, ma ha avuto un impedimento. Ma è stato presente il Direttore generale di Free, Michael Boukobza e i rappresentanti di SFR–Cegetel¿.
Pronto Stéphane Marcovitch replica che Free non è membro dell¿AFA e SFR Cegetel fa parte dello stesso Gruppo di CanalPlus, Vivendi Universal.
Mancavano i principali Isp, e la riunione, ha concluso Marcovitch, si è ridotta semplicemente a una lamentela sulle conseguenze della pirateria, senza che sia stata presa alcuna decisione concreta.
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