Le disavventure della Tv digitale terrestre nell¿Unione europea

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Le Autorit&#224 francesi, che seguiranno l¿avvio alla Tv digitale terrestre (TDT), sono fermamente convinte. Oggi &#232 stato fissato il calendario che prevede che 15 canali digitali a pagamento partiranno tra settembre 2005 e marzo 2006.

Ma in realt&#224, davanti alle esperienze di altri Paesi europei, dove questa tecnologia &#232 gi&#224 una realt&#224, non c¿&#232 da che entusiasmarsi.

Saremmo tentati di dire che TDT non procede come dovrebbe. In Gran Bretagna, Svezia, Spagna e Finlandia, che sono i quattro Paesi europei ad aver aperto la via, la Tv digitale terrestre ha avuto delle defaillance e resta, l&#236 dove non si &#232 propria arrestata la sperimentazione, in posizione molto fragile.

E¿ la Gran Bretagna, il pioniere in questo settore, che ha investito maggiormente nella TDT.

Carlton &Granada avevano lanciato una prima volta la TDT nel novembre del 1998 con ONdigital. Ribattezzata nel 1999 ITV Digital, il servizio ha richiamato 1,13milioni di abbonati in tre anni, in particolare grazie alla sua politica commerciale di grande appeal che faceva leva sui decoder gratuiti.

Ma &#232 rimasta vittima della concorrenza aggressiva della Pay TV BSkyB, del Gruppo News Corp di propriet&#224 del magnate dei media Rupert Murdoch.

Incapace d¿allinearsi, rovinata dai diritti sportivi esorbitanti, erosa da i problemi di ricezione e con un tasso di perdita di abbonamenti del 23%, ITV Digital &#232 morta nell¿aprile 2002, lasciando un conto aperto di 1,3miliardi di sterline ai suoi azionisti, Carlton & Granada.

A partire dal luglio 2002, la staffetta &#232 passata a un consorzio formato da BSkyB, la radiotelevisione pubblica BBC e dal produttore di componenti Crown Castle International, che hanno creato il Gruppo Freeview.

Questo servizio &#232 oggi il solo fornitore di TDT in Gran Bretagna con 30 canali televisivi, 20 frequenze radio e altri servizi. E¿ disponibile in 3 case britanniche su 4 e &#232 visto nel 12,2% delle abitazioni.

La Gran Bretagna si sta riprendendo piuttosto bene. Ma a che prezzo?

Alcune settimane fa, il governo ha invitato gli operatori del mercato dei media ha trovare un accordo sulla tabella di marcia che dovr&#224 portare al definitivo passaggio dalla trasmissione televisiva in analogico a quella digitale.

La Svezia, si &#232 lanciata nella Tv digitale terrestre nel 1999 con tre multiplex. L¿offerta iniziale era essenzialmente gratuita, ma non molto attrattiva, n&#233 molto differenziata rispetto all¿analogico. Il servizio si &#232 peraltro scontrato con la concorrenza del cavo, il cui tasso di penetrazione supera il 60%.

Risultato: quattro anni dopo, solo il 2% delle case svedesi hanno un decoder. E soprattutto, la societ&#224 operatrice della rete pubblica &#232 deficitaria. Il governo svedese ha previsto di sbloccare delle sovvenzioni per ridurre il prezzo di vendita dei decoder. Un¿iniziativa che, anche se si rivelerebbe efficace in termini di abbonamenti, non mancher&#224 di appesantire ulteriormente il bilancio publbico.

La Spagna, il terzo Paese europeo ad aver fatto il passo, ha avuto grosse difficolt&#224. Incapace di fronteggiare la concorrenza del cavo e del satellite, il bouquet commerciale QuieroTv, lanciato nel maggio 2000, ha depositato il bilancio nell¿aprile 2002. Le frequenze sono state immediatamente riattribuite dal governo, ma senza successo.

A inizio anno, il settore registrava 130 milioni di euro di perdite, stando a quanto dichiarato dal quotidiano finanziario Cinco Dias. Meno di 20.000 di televisori su 26 milioni sono adatte a ricevere il segnale del digitale.

Infine, in Finlandia, dove la TDT &#232 stata lanciata nell¿agosto del 2001, circa 321.000 case su 2,4milioni sono dotate del decoder necessario, cosa che fa sperare in un miglioramento dei risultati.

In Germania, i difensori della TDT cercano un modello da seguire e soprattutto delle valide ragioni per credere nel digitale terrestre.

La Tv digitale terrestre &#232 stata ufficialmente lanciata il 1° novembre 2002. A fine 2003, circa 6 milioni di persone ricevevano i 26 canali della TDT a Berlino e Brandenburg. Un primo successo.

Bisogna dire che il governo, decidendo la totale gratuit&#224 del servizio e fornendo le famiglie pi&#249 povere dei decoder digitali, si &#232 dato i mezzi per realizzare il digitale terrestre.

In Italia, l¿avventura del digitale terrestre si &#232 aperta con l¿approvazione della Legge Gasparri, che prevede il definitivo switch over al digitale terrestre per il 2006.

Passaggio del resto obbligato da un cammino tecnologico che non si arresta. Anche se i dubbi restano e le perplessit&#224 sono davvero tante.

Il 2006 dovrebbe essere l¿anno di svolta dell¿intero settore televisivo, un cambiamento radicale che coinvolger&#224 tutto il panorama dei media, nella convergenza tra tecnologie disponibili e di nuova generazione.

L”Autorit&#224 per le Garanzie nelle Comunicazioni ha recentemente approvato all”unanimit&#224, su proposta dei commissari Silvio Traversa e Alfredo Mocci, la relazione con la quale esprime parere favorevole al verificarsi delle condizioni fissate dalla Legge Gasparri per la diffusione del digitale terrestre.

In particolare l”organo di garanzia guidato da Enzo Cheli doveva verificare, come previsto della Legge 24 febbraio 2004 n. 43, la quota di popolazione coperta dalle nuove reti digitali terrestri; la presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili; l¿effettiva offerta al pubblico di programmi anche diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche.

Ai sensi, di questa legge si d&#224 conto del verificarsi delle condizioni poste dalla stessa legge sulla complessiva offerta dei programmi televisivi digitali terrestri.

¿Le condizioni indicate dalla legge si sono verificate¿ si legge nella relazione dell”Autorit&#224 in via di trasmissione al Parlamento.

Tra il pubblico utente c¿&#232 grande attesa per il digitale terrestre. Ci sono lunghe liste d¿attesa in diverse citt&#224 italiane per poter acquistare i set top box che permettono di ricevere il segnale digitale dall”antenna tradizionale e lo trasformano in analogico, consentendo di vedere i canali digitali su un comune televisore.

Per fare lo switch off entro il 31 dicembre 2006 &#232 necessario vendere oltre 25.500 decoder al giorno (sabati e festivi compresi), dal 1 luglio 2004 al 31 dicembre 2006.

Oggi la media &#232 di quasi 35.00 decoder, ma a settimana, pari a circa 7.000 decoder al giorno. Siamo ancora ben distanti.

La Danimarca, la Norvegia, l¿Estonia e la Polonia sono meno temerari. Spaventati dalle difficolt&#224 dei loro vicini, non hanno invece ancora fissato la calanderizzazione della Tv digitale terrestre.

&#169 2004 Key4biz.it

Raffaella Natale

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