Digitale terrestre e Ue: indagine sui finanziamenti in Germania e Svezia sulla DVB-T

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Europa



La Commissione europea ha cominciato a indagare sugli aiuti pubblici concessi in alcuni Paesi membri, per avviare il passaggio al Digital Video Broadcasting. Finanziamenti che potrebbe distorcere la libera concorrenza, a danno degli altri operatori che non hanno giovato di simili aiuti.

Di fronte a una serie di denunce depositate presso le Autorit&#224 competenti della Ue, Bruxelles ha deciso di intervenire, in prima istanza contro la Germania e la Svezia.

La Commissione ha fatto sapere che per incoraggiare e sostenere il progetto della DVB, l¿Autorit&#224 per i media competente per la regione Berlino-Brandeburgo ha risarcito gli operatori privati dei costi sopportati per lo switch-over.

E¿ stato anche deciso di accordare una sovvenzione per finanziare il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale.

Il nuovo network per la televisione digitale &#232 gestito da T-Systems, divisione di Deutsche Telekom AG (DTAG).

In seguito a una denuncia, la Commissione ha esaminato queste sovvenzioni versate a titolo di indennizzo.

Al momento, la Ue ritiene che possano costituire aiuti di Stato a favore sia dei broadcaster privati che di T-Systems, visto che entrambi operano per realizzare il DVB.

La Commissione ha deciso cos&#236 di aprire un¿inchiesta formale, motivata essenzialmente dal fatto che teme che questi aiuti finanziari avvantaggino direttamente T-Systems, creando delle distorsioni sul mercato.

Questi aiuti pubblici consentono, infatti, a T-Systems di lanciare il nuovo servizio senza dover calcolare ai broadcaster un prezzo che copre integralmente i costi di investimento.

Visto che la DVB-T &#232 una tecnologia che concorre con la televisione digitale via cavo (DVB-C) e via satellite (DVB-S), l¿intervento potrebbe falsare le condizioni di mercato a svantaggio degli operatori del cavo e del satellite.

Deutsche Telekom AG (DTAG) ha ottenuto le frequenze per la DVB-T in seguito a un¿asta. In veste di proprietario delle frequenze, il Gruppo era tenuto a costruire e verificare la rete della DVB-T, un lavoro affidato alla propria divisione T-Systems.

Al momento, i broadcaster pagano una tassa a DTAG e a T-Systems per la trasmissione del loro segnale televisivo agli utenti finali.

L¿inchiesta aperta il 14 luglio &#232 la prima che riguarda il finanziamento di infrastrutture della DVB-T, ed &#232 di grande importanza visto che si potrebbe trattare di un modello che presto potrebbe essere esteso ad altri Lander tedeschi.

Immediatamente dopo a quella della Germania, la Commissione ha deciso di aprire un¿inchiesta formale anche per quanto riguarda i finanziamenti per l¿avvio della DVB-T in Svezia.

L¿inchiesta della Ue &#232 stata aperta a carico di un network gestito da Teracom AB, un¿azienda pubblica. Anche qui si tratta di valutare la compatibilit&#224 di quello che appare come un aiuto di Stato con le disposizioni normative europee in materia di concorrenza.

L¿apertura formale dell¿inchiesta dar&#224 modo al governo svedese e alle altre parti interessate di commentare le prime conclusioni emesse dalla Commissione, senza pregiudicare l¿esito finale del dossier.

La Svezia ha deciso nel 1999 di sviluppare una rete di DVB-T che copre pi&#249 del 90% del territorio nazionale. Teracom AB gestisce il servizio, anche per mezzo di altre aziende ausiliarie.

Il broadcaster pubblico STV &#232 obbligato dalla legge a utilizzare il network della DVB-T fornito da Teracom e a pagare per la trasmissione dei propri programmi televisivi. Sembra per&#242 che i pagamenti effettuati da STV a Teracom siano pi&#249 alti dei reali costi di trasmissione.

Non si esclude che Teracom sia stata aiutata indirettamente dall¿intermediario di STV. In oltre, le Autorit&#224 svedesi sono direttamente intervenute a favore di Teracom per offrire garanzia e capitale alla societ&#224.

Sembra proprio quindi che si tratti di aiuti pubblici, che al momento non &#232 possibile quantificare, ma che potrebbero arrivare a svariati milioni di euro.

A dissipare i dubbi, non sono serviti gli scambi di informazioni che la Commissione ha avuto con le Autorit&#224 svedesi, da qui la necessita di aprire un¿inchiesta formale.

A Bruxelles sono giunte diverse denunce da parte dei fornitori di servizi via satellite che riguardano il finanziamento del network per la DVB-T.

Altri Paesi europei stanno lavorando al passaggio dalla televisione analogica a quella digitale. E¿ importante che questo passaggio avvenga nel rispetto delle linee definite dalla Commissione.

Gli interventi dei poteri pubblici degli Stati membri devono essere non discriminatorie, ma trasparenti, giustificati e proporzionati, oltre che neutrali sul piano tecnologico.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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