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Gli operatori mobili mondiali sono alla continua ricerca di nuovi abbonati, per rimpinguare le loro finanze, indebolite dalla saturazione del mercato. Ecco perché alcune telcos stanno pensando di puntare verso un segmento finora poco sfruttato nel contesto della telefonia mobile, soprattutto per le implicazioni etiche ad esso connesse: i cosiddetti pre-adolescenti.
Si tratta di quella fascia di utenti di età compresa tra 5 e 14 anni, che ¿ secondo un nuovo rapporto di Visiongain ¿ starebbe tentando sempre più le società di telefonia mobile.
Nel rapporto, intitolato: ¿Targeting the pre-teen mobile market ¿ analysis and forecasts 2004 ¿ 2009¿, la società analizza i pro e i contro di una strategia mirata a catturare un mercato che potrebbe raggiungere un valore potenziale di 43 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni.
Gli analisti avvertono: campagne di marketing indirizzate al mercato dei pre-adolescenti oltre che molto costose, potrebbero rivelarsi un campo minato per gli operatori.
Non c¿è dubbio che i numeri siano molto appetitosi e che il segmento abbia un grande potenziale in termini di profitto: gli operatori, alla luce della agguerrita competizione e della evidente saturazione dei mercati occidentali, hanno più volte tentato di catturare l¿attenzione dei clienti più piccoli.
In passato, tuttavia, essi si sono mossi con circospezione e cautela, volendo evitare di incorrere negli strali di genitori e associazioni varie.
Operatori, costruttori e fornitori di contenuti hanno evitato di puntare con decisone a questa fetta di mercato per svariate ragioni, incluse le implicazioni etiche di tentare di vendere telefonini e servizi a ragazzini che non sono capaci di prendere una decisone che richiede capacità di ragionamento incompatibili con la loro età.
Cosa direbbero gli osservatori se un bimbo di 5 anni cominciasse a spendere cifre spropositate per scaricare video o telefonare?
Ma il punto non è solo questo: il rischio è infatti anche quello di poter violare leggi nazionali (spesso differenti da paese a paese) che regolano come, dove e quando rivolgersi a soggetti che, per definizione non possiedono la maturità emotiva, intellettuale e legale per fare acquisti informati e che, in ogni caso, non possono essere ritenuti responsabili né per l¿uso né per l¿abuso di servizi e applicazioni inadeguate.
C¿è poi in gioco ancora la questione della salute e della sicurezza: diversi rapporti, hanno infatti sollevato il dubbio che l¿uso del telefonino possa avere non ben definiti effetti a lungo termine sulla salute e che, in ogni caso, l¿uso prolungato del cellulare da parte di un bambino può avere conseguenze diverse rispetto a un adulto.
L¿argomento è molto controverso, ma comunque gli operatori preferiscono non azzardare troppo e preferiscono trattare la materia con guanti di velluto.
Detto ciò, il mercato dei pre-adolescenti potrebbe rivelarsi molto interessante in termini di Arpu (profitto medio per utente), mentre per i fornitori potrebbe rappresentare un nuovo palco per marchi già affermati nel mercato televisivo.
E così, la 3 in Italia ha appena annunciato un accordo con Cartoon Network, per la visione sul telefonino delle avventure dei personaggi più noti del canale, da Johnny Bravo a Mucca e Pollo.
5 minuti di visione costeranno 90 centesimi di euro, ma già guardare un cartone per un¿ora, magari sul bus tornando da scuola, potrebbe far venire un colpo ai genitori che devono pagare la bolletta.
E proprio parlando di soldi, Visiongain, rivela che in media i pre adolescenti spendono attualmente 13,44 euro al mese per i servizi di telefonia mobile, ma che la cifra a loro disposizione cresce in modo sensibile di mese in mese.
Secondo una recente indagine condotta in Gran Bretagna, in questo Paese, il 25% dei bambini, di età compresa fra i 7 e i 10 anni, possiede già un cellulare e sono gli stessi genitori a preoccuparsi di dare ai loro figli un telefonino con lo scopo di riuscire a contattarli quando vogliono per essere certi che stiano al sicuro. Questo fenomeno, che comunque accomuna un po” tutti i Paesi occidentali, crea invece molte preoccupazioni alle associazioni che difendono i diritti dell”infanzia le quali avvertono che un bambino col cellulare è più vulnerabile perché contattabile da chiunque, non solo dai genitori, e con gli interessi più disparati.
Gli operatori devono dunque risolvere un bel dilemma: e, seppur timidamente, cominciano ad avanzare le prime offerte. Ai genitori un consiglio: l¿ansia di tener sotto controllo in ogni momento i propri bambini non è un sentimento costruttivo. Del resto le precedenti generazioni sono cresciute bene lo stesso, anche senza l¿orecchio vigile
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