Mondo
Continua con successo la lotta dell¿industria discografica alle copie illegali di Cd.
Nell¿ultimo rapporto pubblicato dall¿IFPI (International Federation for the Phonographic Industry), Commercial Piracy Report 2004, si sottolinea che nel 2003, la pirateria musicale dei Cd rappresentava un business da 4,5 miliardi di dollari.
¿Le vendite di Cd pirata hanno raggiato un nuovo record, 1,1 miliardi di dischi l¿anno¿, indica l¿associazione, con grave danno per i produttori di Cd, e in particolare per le major discografiche che detengono l¿80% del mercato mondiale dei dischi.
Sembra però che la pirateria, secondo gli ultimi riscontri, stia crescendo a un ritmo più sostenuto rispetto a quanto avveniva in passato. Secondo l¿IFPI, questi dati sono il risultato di efficaci misure adottate per contrastare e arginare il fenomeno della copia illegale.
Sono aumentati i sequestri di Cd pirata durante tutto l¿anno 2003, con una crescita del 10%, a 56 milioni di unità. Allo stesso modo, le azioni contro le i produttori di questi dischi si sono moltiplicati.
La vendita mondiale di musica illegale è aumentata del 4% nel 2003. Si tratta del dato più debole, che riguarda la vendita delle copie piratate, mai registrato fino a oggi.
La situazione rimane ugualmente preoccupante per l¿industria di settore: nel 2000, 1 Cd su 5 era pirata e nel 2003 il rapporto è di 1 a 3.
La Cina si piazza in testa alla classifica dei più grandi produttori di Cd pirata.
Il mercato cinese delle copie illegali vale 600 milioni di dollari. Segue la Russia, con un mercato di Cd pirata stimato in 330 milioni di dollari.
E¿ stata espressa grande soddisfazione per questi dati, anche se l¿IFPI evidenzia che è necessario intervenire in modo ancora più incisivo per contrastare il fenomeno. Sono indispensabili maggiori controlli da parte delle forze dell¿ordine, oltre che delle disposizioni normative più rigide contro i colpevoli del reato di pirateria.
Misure necessarie anche per quanto riguarda il downloading illegale di musica dalla Rete.
In questo senso, sono state avviate una serie di iniziative legali per mettere un freno a questa pratica crescente, specie tra i giovani, di utilizzare i sistemi di file-sharing per avere musica in modo illegale.
L¿industria discografica ha comunicato recentemente anche i primi positivi risultati della campagna internazionale contro l¿utilizzo illegale delle piattaforme peer-to-peer e ha annunciato una nuova ondata di cause civili e penali programmate per i prossimi mesi.
I risultati evidenziano un incremento della consapevolezza dell¿illegalità del file-sharing e una diminuzione del numero di file illegalmente condivisi e messi a disposizione degli utenti. Nel frattempo il numero di servizi legali di distribuzione musicale online è quintuplicato nel corso dell¿ultimo anno, raggiungendo la cifra di 100 unità.
Azioni legali sono state portate a termine in Danimarca e Germania; in particolare, nel Paese scandinavo 17 individui hanno già accettato di pagare indennizzi di alcune migliaia di euro. In Italia 30 persone sono state denunciate penalmente per violazione della legge sul diritto d¿autore.
Complessivamente, nei tre Paesi coinvolti in questa prima azione di contrasto al file-sharing illegale, 200 azioni civili e penali sono state promosse dall¿industria discografica.
L¿IFPI ha inoltre confermato l¿intenzione di estendere ed intensificare l¿azione anche in altri Paesi quali la Francia, il Regno Unito e la Svezia, Paesi nei quali sono già state lanciate forti campagne di sensibilizzazione e dove non si escludono possibili cause civili e penali.
Il presidente di IFPI, Jay Barman, ha dichiarato che ¿i risultati annunciati dimostrano che la duplice strategia delle azioni legali e del lancio di piattaforme di distribuzione musicale legittime, sta avendo un grande impatto in termini di sensibilizzazione degli utenti e in termini di deterrenza¿.
Barman ha aggiunto che l¿industria discografica si sente incoraggiata da come il mercato si sta evolvendo e dai cambiamenti nella percezione dell¿illegalità da parte dei consumatori. Il presidente IFPI ha anche annunciato che, visti i risultati ottenuti in Italia, Germania e Danimarca, le azioni legali saranno presto estese in altri Paesi europei.
Barman ha spiegato che bisogna insistere ¿¿nel sottolineare che condividere illegalmente materiale musicale senza autorizzazione è un reato che genera forti danni a tutto il settore musicale¿.
Il presidente IFPI ha poi posto l¿attenzione sul ruolo che giocano i governi in nella difesa del diritto d¿autore e nella lotta contro il file-sharing illegale.
¿Non va dimenticato ¿ aggiunge Barman – che l¿utilizzo illecito dei sistemi P2P non colpisce solo il settore musicale ma anche quello cinematografico e tutti quelli legati alla proprietà intellettuale, settori che valgono complessivamente 1.000 miliardi di euro nel panorama del commercio mondiale¿.
© 2004 Key4biz.it
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle News sul Decreto Urbani, la Direttiva europea e la Proprietà intellettuale