Telefonia mobile: Nokia resta in testa, ma Motorola, Samsung e Sony Ericsson sono sempre più vicine

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La battaglia nel settore della telefonia mobile si fa bollente, con gli operatori asiatici sempre più vicini ad attaccare la leadership di quelli occidentali.

E così, se Nokia è riuscita nel corso del secondo trimestre ad arginare i danni, Motorola  sente sempre più il fiato sul collo della Samsung che potrebbe presto spodestarla dalla seconda posizione a livello mondiale.

 

I dati forniti da Strategy Analytics mostrano uno scenario in fervente movimento, con un altro costruttore coreano, LG pronto a entrare nella top five a scapito di un altro player europeo, il tedesco Siemens.

 

Le vendite del secondo trimestre fanno segnare un +38% anno su anno: per questo, ancora una volta, la società di ricerca ha rivisto al rialzo le stime per l’intero 2004, portando a 670 milioni le unità vendute, rispetto ai 586 milioni previsti all’inizio dell’anno.

 

La crescita senza sosta riflette la forte domanda di cellulari registrata nei mercati emergenti, nonché la corsa alle sostituzioni innescata su quelli occidentali dall’arrivo dei nuovi modelli multimediali.

A fine 2003 erano 1,3 miliardi gli abbonati alla telefonia mobile.

 

Per quanto riguarda in dettaglio i dati relativi al secondo trimestre, pare che la finlandese Nokia sia riuscita a contenere il tracollo, perdendo solo uno 0,3% rispetto al primo trimestre: la sua attuale quota di mercato è del 28,9%, contro il 29,2 del primo trimestre.

Rispetto all’anno scorso, quando il gigante controllava il 36% delle vendite mondiali, la discesa è evidente: Nokia ha pagato caro il suo ritardo nello sviluppo di telefonini ¿a conchiglia¿ e lo scarso appeal dei modelli con fotocamera, i più popolari tra il pubblico.

 

Nokia ha però saputo rispondere con prontezza al calo registrato in primavera, tagliando i prezzi e presentando una nuova gamma di modelli, il cui successo è ancora tutto da provare. Il gruppo è riuscito comunque a stabilizzare le vendite, e questo è già importante, data l’agguerrita concorrenza sul mercato.

 

Continua a stupire Motorola, che ¿ a dispetto di quanti la dicevano in crisi – sembra decisa ad attaccare la leadership del mercato mobile mondiale: la sua quota di mercato è passata dal 13,9% dell’anno scorso al 15,4%.

La casa statunitense ha venduto 24,1 milioni di telefonini, ossia 8,3 milioni di unità in più rispetto allo stesso periodo del 2003, ma ha registrato un lieve calo rispetto al primo trimestre.

 

Arrivando alle società coreane, la Samsung avanza sempre più verso la concorrente americana, facendo segnare una crescita di 5 punti e portando la sua quota al 14,5%, un soffio da Motorola che pure è stata la pioniera della telefonia mobile e ha perso la prima posizione mondiale solo verso nel 1998, spodestata dalla Nokia.

Il costruttore sud coreano ha venduto 22,7 milioni di telefonini in tutto il mondo, ma ha saputo sfruttare la crescita della domanda in mercati chiave come gli Usa e l’Europa occidentale, sottovalutati dagli altri player forse perché ormai considerati saturi.

Il pubblico ha però dimostrato che la voglia di novità e multimedialità non è mai sazia.

 

E Samsung, così come la connazionale LG hanno cavalcato l’onda: quest¿ultima, in particolare, è prossima a effettuare il sorpasso sulla tedesca Siemens, lottando con la joint venture Sony Ericsson per la quarta posizione globale.

 

Nel secondo trimestre, la quota del conglomerato tedesco è passata al 6,6% rispetto all’8,3% dei primi tre mesi dell’anno.

Sia Siemens che Sony Ericsson hanno venduto 10,4 milioni di telefonini, mentre LG ne ha venduti 9,9 milioni di unità, portando la sua quota al 6,6%, e si dice sicura di riuscire a vendere almeno 11 milioni di telefonini nel prossimo trimestre.

 

Strategy Analytics mette in guardia gli operatori dell’industria a non farsi sorprendere anche quest¿anno dalla carenza di componenti per la produzione, che lo scorso anno ha danneggiato vendite che avrebbero dovuto superare ogni record.

I record ci sono stati comunque ma, come si è visto, hanno avvantaggiato non i player tradizionali bensì quelli ¿emergenti¿, che hanno saputo guadagnarsi il favore del pubblico grazie anche a modelli molto competitivi sia per il prezzo che per la qualità.

 

Al di là di eventuali fattori depressivi, comunque, anche quest¿anno dovrebbe essere un anno da incorniciare per l’industria mobile nel suo complesso.

 

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Alessandra Talarico

 

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