Raccolta pubblicitaria: per gli editori la Legge Gasparri aggrava la situazione del mercato italiano

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Difficolt&#224 per gli editori italiani. Le nuove disposizioni normative introdotte dalla Legge Gasparri, che riforma l¿intero sistema radiotelevisivo italiano, creano difficolt&#224 alla stampa nazionale, specie per quel che riguarda la regolamentazione della raccolta pubblicitaria.

Nell¿occasione di un dibattito organizzato a Monopoli, nell”ambito della giornata conclusiva della Festa nazionale della Margherita, il presidente della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali), Boris Biancheri &#232 entrato nel merito della situazione, illustrando una condizione alquanto problematica.

Per il presidente ci sono alcuni elementi della Legge Gasparri che aggravano una situazione di difficolt&#224 preesistente per i quotidiani e i periodici che in Italia hanno livelli di vendita bassi, inferiori a venti anni fa.

¿Il problema riguarda sicuramente la raccolta pubblicitaria – ha detto Biancheri – ma bisogna anche ragionare su quello che si pu&#242 fare per aumentare la diffusione dei giornali¿.

Per il presidente della Fieg, l”aver tolto i limiti alle Tv sulla raccolta pubblicitaria ha sottratto spazi a quotidiani e periodici tanto che nel primo semestre 2004 gli ingressi pubblicitari sono aumentati dell” 11% per la televisione rispetto allo stesso semestre dell”anno precedente e solo del 3%-4% per periodici e quotidiani.

¿Si tratta di una forbice innaturale che non esiste in nessun altro Paese europeo e che ¿ ha evidenziato Biancheri – tender&#224 ad aggravarsi con un rischio gravissimo che mette in pericolo il comparto dell”editoria anche perch&#233 i costi della pubblicit&#224 televisiva sono sempre pi&#249 bassi¿.

Al momento, per&#242 Biancheri stesso, dice di non avere una soluzione. ¿Non esiste una ricetta per risolvere il problema¿, ha commentato il presidente della Fieg, e, in attesa di un eventuale intervento della Corte Costituzionale, bisogna vedere cosa fare.

¿Gli editori non sono rimasti passivi, e stanno investendo molto – ha proseguito – ma bisogna promuovere interventi innovativi, come ad esempio introdurre la lettura dei giornali nell”ambito dell” insegnamento scolastico¿.

Biancheri ha poi ricordato che i bilanci degli editori si sono salvati grazie al fenomeno patologico e straordinario degli abbinamenti con i libri. Ma non potr&#224 essere cos&#236 in eterno, ha detto ancora Biancheri.

Ha poi concluso introducendo un elemento di ottimismo: ¿&#200 vero che si vendono poche copie dei giornali – ha detto – ma per ciascuna copia c”&#232 un indice di lettura molto pi&#249 alto che nel resto d” Europa¿.

Questo, secondo Biancheri, ¿&#232 un fatto che non &#232 di vantaggio per gli editori ma lo &#232 per la pubblicit&#224 che &#232 interessata non alle copie vendute ma a quelle che vengono lette¿.

Si tratta, per Biancheri, di un elemento positivo che va valutato per attrarre risorse pubblicitarie e che va considerato insieme alla ¿forza di comunicazione della carta stampata che &#232 meno violenta di quella delle immagini, ma &#232 pi&#249 persistente e ha dinanzi a s&#232 un avvenire lunghissimo¿.

La Fieg si &#232 sin dall¿inizio opposta ad alcuni aspetti della Legge Gasparri. L¿ex presidente, Luca Cordero di Montezemolo, aveva dichiarato ¿Questa non &#232 una legge di sistema, &#232 una legge di sistemazione dell”anomalia che esiste oggi in Italia. E” una legge contraria al pluralismo invocato dalle alte cariche dello Stato¿.

¿Il ministro Gasparri ¿ aveva detto Montezemolo – si assume una responsabilit&#224 grave nei confronti di un Paese democratico come l”Italia, che ha solo nella carta stampata il vero terreno del pluralismo, con tante testate che sono diverse tra loro¿.

Anche il presidente della Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Paolo Serventi Longhi, aveva puntato il dito proprio sull¿esclusione delle telepromozioni dai limiti della pubblicit&#224 televisiva, ¿con la conseguenza ¿ spiegava il presidente Fnsi – che la ripartizione della torta sar&#224 sempre pi&#249 squilibrata a favore di Mediaset, con danni certi per gli altri media e per la carta stampata in particolare¿.

Gli editori dei giornali avevano evidenziato che ¿la raccolta pubblicitaria &#232 uno dei tre punti affrontati dal messaggio del Capo dello Stato che ha sottolineato la necessit&#224 di evitare l”inaridimento di una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa¿.

Le telepromozioni, che sono sicuramente una forma di pubblicit&#224, sono anche l”unica forma di pubblicit&#224 sulla quale la Gasparri interviene, ampliandone l”utilizzabilit&#224 da parte delle emittenti private.

La Fieg osservava che ¿Se si vuole rispettare la parte del messaggio del Capo dello Stato che riguarda la raccolta pubblicitaria, l”intervento sulla disciplina delle telepromozioni introdotto dalla Gasparri &#232, quindi, il minimo indispensabile, che forse, non basta a sventare i pericoli denunciati dal presidente della Repubblica¿.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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