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Quando si dice un macabro scherzo. Da giorni circolava su Internet un video che riprendeva un uomo terrorizzato, mani legate dietro la schiena, sguardo impaurito, che rivolgendosi agli americani chiedeva che gli venisse risparmiata la vita e di lasciare l”Iraq.
Il video mostrava poi una mano che impugnava il coltello e mozzava il capo dell¿ostaggio.
“Se non (lasceremo l”Iraq), tutti verranno uccisi in questo modo…”, diceva l”uomo nel video, che si è identificato come Benjamin Vanderford, 22 anni.
Il video aveva la stessa impostazione grafica e lo stesso logo apparso su video precedenti, questa volta veri (ma chi lo può dire con certezza?), che annunciavano l”uccisione di ostaggi da parte dei gruppi legati alla cellula di Al Qaeda.
La notizia è apparsa su tutti i giornali e ha fatto il giro del mondo. Un esperto di computer ha poi scoperto che si trattava di una semplice montatura.
Difficile non prendere sul serio un simile video, tenendo conto di quanta importanza sta avendo la Rete per le organizzazioni terroristiche.
Il Web è infatti divenuto strumento per la diffusione di messaggi, di ricatti, di video non molto diversi da quello finto mandato in giro per il mondo.
La vicenda pone sicuramente alcuni spinti di riflessione. Sicuramente fa pensare che risulta molto facile, per chiunque abbia una certa dimestichezza con gli strumenti informatici, falsare la verità e mettere in giro simili opere, che, come se non bastasse terrorizzano la gente, in un momento così delicato per gli equilibri politici internazionali.
A questo va ad aggiungersi, un aumentata sfiducia nei confronti della sicurezza del Web. Oltre che a far riflettere sull¿uso che ne stanno facendo le cellule terroristiche, per lanciare i propri messaggi.
A realizzare il falso video, un giovane americano di San Francisco, Vanderford, che ha detto di aver realizzato la falsa decapitazione usando sangue finto e di aver fatto circolare il video su Internet già molti mesi fa.
“Era una bravata, ma nessuno se ne era accorto“, è stato il semplice commento.
Accorgersene non è così semplice. Sulla Rete sono ormai da tempo online siti di cui si servono regolarmente i terroristi islamici per diffondere video, in cui spesso vengono ripresi degli ostaggi stranieri.
Molti siti, ne riprendono lo stile, e mandano in Rete questi falsi video, seminando paura e credendo di risultare bravi e simpatici.
Sta poi agli esperti cercare di capire se si tratta di finzione o realtà. Verificarne l¿autenticità. Non sempre però risulta così semplice.
Alcuni puntano il dito sui media, accusati di incentivare indirettamente questa ondata di terrore, mandando in onda oppure online immagini di questo tipo.
Fares bin Hazem, esperto saudita di Web, ha detto all¿agenzia Reuters, che ¿Nessuno ha bisogno di vedere queste cose. E” disumano. Riprendendo queste barbare decapitazioni, i media danno la possibilità ai sequestratori di mandare in onda i loro film dell”orrore, se invece non ne parlassero negherebbero loro questa possibilità¿.
E per alcuni, sarebbe necessario che i media stabilissero delle nuove regole deontologiche, che vietassero di dare tanto spazio alle azioni terroristiche, evitando così di fare il loro stesso gioco.
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