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La data fatidica del 2 novembre si sta avvicinando: gli elettori Usa sono chiamati a eleggere il nuovo presidente, ma l¿avvenimento ha una portata più che mai globale.
Grande protagonista di questa tornata elettorale è la Rete, che più che mai si conferma come ¿voce fuori dal coro¿ e su cui si sta giocando una vera battaglia all¿ultimo ¿blog¿.
Non solo, infatti, i dati confermano la predilezione degli utenti verso questa fonte d¿informazione, ma per la prima volta, sono stati accreditati alla Convention di Boston due redattori di un ”blog” che lavorano per il sito web allestito per l”occasione dal partito Democratico.
Contrazione dei termini inglesi web e log, il blog fa la sua prima apparizione in Rete verso la metà degli anni ¿90: i blogger ¿ gli autori di questa sorta di diari telematici – sono ormai diverse centinaia di migliaia in tutto il mondo e discutono nel cyberspazio delle questioni più varie.
Che si tratti di guerra, di elezioni, di ricette culinarie o di sport, i blog sono diventati sinonimo di informazione indipendente, lontana dagli schemi e dalle costrizioni dei media tradizionali.
Secondo alcuni sondaggi Usa, l”audience dei media tradizionali come televisione e carta stampata ha perso 6 punti rispetto alle presidenziali del 2000, mentre la percentuale dei cittadini che si collega regolarmente a Internet per fini politici sale del 20%.
¿E¿ una parola orrenda per una nuova forma di comunicazione molto potente¿, dichiara Howard Finberg, specialista di media interattivi all¿Università Poynter della Florida.
¿I blogger hanno convinzioni politiche molto radicate e le difendono. I lettori sono sempre più interessati da questi punti di vista: si tratta insomma, di una sorta di nuovi editori che lavorano per noi¿.
Il primo uomo politico Usa a consacrare la Rete come strumento politico è stato Howard Dean che, attraverso il sito www.deanforamerica.com (tradotto anche in spagnolo) è riuscito a raccogliere decine di milioni di dollari per la campagna elettorale e a far conoscere il suo pensiero ¿ politico e non ¿ a un¿audience molto selettiva e intransigente, quella dei navigatori.
Da allora, democratici e repubblicani hanno moltiplicato gli inviti ai blogger perché anche loro coprissero gli avvenimenti politici al pari dei media tradizionali e per non mancare questa importante opportunità, diversi grandi media, come il Wall Street Journal o il canale televisivo MSNBC, hanno organizzato dei blog.
I blogger, da canto loro, sentono il peso del loro compito: quello di fornire un punto di vista ¿alternativo¿ a quello propinato da Tv e giornali a volte troppo condiscendenti verso questa o quella fazione politica.
La forza di questi siti, sta proprio nel fatto che attraverso il loro schema di link, permettono di evidenziare particolari avvenimenti che altrimenti non avrebbero modo di arrivare al pubblico di massa.
Nell¿attuale campagna presidenziale, sono stati i blog a sottolineare la debolezza dei documenti diffusi dalla CBS sul mancato adempimento da parte di George W. Bush degli obblighi di leva.
I blog, dunque, si stanno trasformando in uno strumento elettorale molto potente e temuto: per avere un quadro di quanti usano il cyberspazio per sostenere un candidato piuttosto che un altro in queste elezioni Usa, consulta il sito: http://montemagno.typepad.com/bushekerry/.
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