Italia
C”è baruffa nell”aria. C”era da aspettarselo, si è conclusa tra le polemiche l”audizione del Consiglio d”amministrazione della Rai in Commissione parlamentare di vigilanza.
Chiudendo la seduta, il presidente Claudio Petruccioli ha annunciato che ””proseguirà la discussione in ufficio di presidenza, ma la mia personale convinzione è che la Commissione si trova a dover far rispettare la legalità e il pluralismo in una situazione dove legalità e pluralismo non vengono universalmente rispettate. Dovremo quindi discutere – ha concluso – di misure particolari da adottare”.
Precedentemente, dopo gli interventi di Angelo Maria Petroni, Marcello Veneziani e Giorgio Rumi, i commissari dell”Udc Antonio Iervolino e Pippo Gianni avevano abbandonato la riunione, lamentando di non aver potuto esprimere la propria posizione politica favorevole alle dimissioni dell”attuale Cda. ””Non contestiamo – ha detto Iervolino, lasciando Palazzo San Macuto – il diritto del Cda a restare sul piano giuridico, né contestiamo i risultati conseguiti dalla Rai sul piano degli ascolti; noi diciamo, sul piano politico, che solo le dimissioni dell”attuale Cda possono consentire, dato che è impercorribile l”ipotesi del reintegro, la nomina di un nuovo Consiglio secondo le norme introdotte dalla legge Gasparri. Questa – ha concluso il capogruppo dell”Udc nella Commissione – era e resta la nostra posizione, che intendevamo oggi ribadire nella riunione””.
Precedentemente, l”altro commissario centrista, Pippo Gianni, aveva chiesto ai consiglieri della Rai presenti: ””Se voi siete stati nominati dai presidenti delle Camere insieme alla Annunziata, perché quando si è dimessa, a legge Gasparri approvata, non avete fatto altrettanto?””.
Il deputato dei Ds Giuseppe Giulietti ha chiesto al presidente Petruccioli di ””inviare lo stenografico della riunione ai Presidenti delle Camere, affinché trovino il modo di intervenire””. Anche Paolo Gentiloni, della Margherita, ha sollecitato l”intervento dei Presidenti Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini e ha aggiunto che ””questo Cda si comporta come se fosse stato nominato dallo Spirito Santo””.
Anche dopo l”approvazione dello statuto, restano quindi i problemi politici sollevati dai commissari nelle precedenti audizioni sulla scadenza dell”attuale Cda.
La scorsa settimana, Petruccioli aveva lanciato un appello forte nei confronti dei consiglieri Rai. ¿Vi prego, dimettetevi!¿ aveva detto presidente della Commissione di Vigilanza al Consiglio d¿amministrazione Rai, durante l”audizione a Palazzo San Macuto.
¿Vi chiedo, vi prego, di creare le condizioni affinché questa Commissione e il Ministro dell”Economia, secondo quanto previsto dalla legge 112, possano procedere alla nomina di un nuovo Cda per la nuova Rai¿.
Pronta la replica del consigliere Veneziani che aveva spiegato che il Cda resta ¿per motivi formali, cioè per il rispetto della legge¿, e per motivi ¿sostanziali, ovvero per seguire l”azienda nella fase delicata della privatizzazione e nel passaggio positivo in cui è tornata all”utile di bilancio e agli ascolti in crescita¿.
Nella seduta della scorsa settimana, è stato anche approvato il nuovo statuto Rai, che consentirà di avviare la privatizzazione della Tv pubblica, e la sua quotazione in Borsa, come previsto dalla legge di riforma del sistema radiotelevisivo.
Nell¿occasione, il Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, oltre ad esprimere grande soddisfazione per l¿approvazione del documento, si è soffermato sul futuro del Cda Rai, sostenendo di aver fatto presente al presidente della Commissione di Vigilanza che in Italia esiste il codice civile, che consente al Consiglio di amministrazione della Rai di avere determinati tempi e scadenze.
¿Ciò non toglie ¿ ha aggiunto il ministro – che se in termini politici esiste un dibattito per stabilire se uno deve rimanere o meno sia un altro discorso¿.
¿Sotto il profilo del diritto, lo statuto riprende i contenuti della legge 112 di riforma del sistema radiotelevisivo e le norme sul codice civile sulla scadenza dell”assemblea e quant”altro¿, ribadisce Gasparri.
Importante ¿il dato politico¿ dell”assenso venuto dalla Commissione di Vigilanza ¿perché ¿ ha chiarito il ministro – la maggioranza si è espressa a favore di questo statuto e ha fatto male l”opposizione¿.
Gasparri si è poi soffermato con i giornalisti sulla posizione dell¿Udc, che da mesi sta conducendo un estenuante lotta contro l¿attuale Cda Rai, chiedendone le dimissioni.
¿L”Udc ¿ ha dichiarato Gasparri – ha espresso delle opinioni che io non condivido sulla gestione del Cda, ma il senatore Iervolino ha chiarito correttamente che sullo statuto c”era da esprimere una valutazione tecnico-giuridica sulla conformità alle leggi, cosa distinta dal dibattito politico e dalle opinioni¿.
Ieri, il ministro ha confermato l”intenzione del governo di concludere in ¿tempi rapidi¿ le procedure per l”individuazione degli Advisor che dovranno valutare il valore della quota del 20% delle azioni Rai da mettere sul mercato.
Gasparri ha anche ribadito che il piano per la parziale privatizzazione dovrebbe concludersi entro ¿i primi mesi del 2005¿.
¿Oggi non disponiamo di stime sui proventi della vendita della quota – ha spiegato il ministro -. Toccherà agli esperti fare queste stime. Gli Advisor saranno nominati dal ministro dell”Economia (come previsto dalla legge) in tempi rapidi¿.
Gasparri si è detto certo che la privatizzazione ¿¿potrà trovare concreta realizzazione entro i primi mesi del 2005¿.
Il ministro non ha rinunciato ad un accenno polemico nei confronti dell”opposizione: ¿Vedo che ora c”è chi a sinistra giudica con interesse l”operazione, che avrà riflessi positivi sul mercato, senza nulla togliere al ruolo di ”servizio pubblico” assegnato alla Rai¿.
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