Salviamo la corrispondenza elettronica: la British Library archivia le eMail

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I messaggi elettronici rimpiazzano i cari vecchi fogli scritti? Non si pu&#242 fermare il progresso, ma al massimo corrergli incontro. Ecco allora che le eMail, per la British Library, avranno lo stesso valore dei testi di Shakespeare.

La biblioteca nazionale britannica che riceve, cataloga, conserva e mette a disposizione tutte le opere pubblicate nel Regno Unito – dalla Bibbia di Gutenberg agli scarabocchi di John Lennon – ha infatti aggiunto le eMail alla lista dei documenti degni di archiviazione.

E cos&#236 la corrispondenza elettronica dei poeti e degli scienziati contemporanei trover&#224 posto negli archivi della British Library, accanto alla corrispondenza epistolare tra Oscar Wilde e Lord Alfred Douglas.

I curatori del progetto, infatti, ritengono che le tradizionali lettere diventano sempre pi&#249 rare dal momento che tutti ormai comunicano attraverso le estremamente deperibili eMail.

Per evitare che tutto questo importante materiale venga perso senza che niente ne rimanga ai posteri, dunque, la British Library ha pensato bene di acquisire, ad esempio, la corrispondenza elettronica di Ted Hughes – il ¿poeta laureato¿ ¿ e ha creato una lista dei file che vorrebbe collezionare, inclusi J.K. Rowling, A.S. Byatt, Alastair Campbell e Stephen Hawking.

L¿operazione viene definita come una ¿progressione naturale¿ dai manoscritti all¿era digitale ma, secondo quanto dichiarato dal curatore della digitalizzazione delle opere contenute negli immensi archivi della biblioteca, la British Library non si occuper&#224 per forza degli scritti dei soliti ¿nomi noti¿.

¿Stiamo cercando i lavori di persone influenti ¿ spiega Jeremy John ¿ che non per forza sono persone conosciute al grande pubblico¿.

¿Le eMail sono simili alle conversazioni telefoniche ¿ continua John ¿ noi abbiamo ora la possibilit&#224 di ¿catturare¿ questo scambio di informazioni, ma temo che la perderemo se gli autori non comprenderanno la loro importanza¿.

Anche se scrittori e scienziati non cancellano le eMail pi&#249 importanti, immagazzinare dei file in un computer comporta il rischio che questi si possano rovinare o possano in qualche modo andare persi.

Molto importante ai fini della buona riuscita dell¿operazione, &#232 perci&#242 l¿interazione del pubblico. John spiega che gli piacerebbe ricevere segnalazioni riguardo la ¿disponibilit&#224 di hardware, software e manuali dal 1960 fino agli anni ¿90¿.

La British Library sarebbe infatti particolarmente interessata ai ¿programmi scientifici, software, manuali e hardware specializzato¿ e vorrebbe avvalersi della collaborazione di ¿scienziati che abbiano una qualche esperienza con questo tipo di materiale¿ e di ¿appassionati di computer classici e vintage¿.

Un altro problema, riguarda infatti la rapida evoluzione dei programmi informatici e dei computer stessi, per cui diventa spesso impossibile leggere file contenuti su macchine ormai diventate obsolete.

Ad esempio, la biblioteca dispone attualmente della macchina su cui lavorava il biologo James Lovelock, ma non ha il giusto cavo di alimentazione, cos&#236 come non si riescono a decifrare le centinaia di fogli contenenti l¿opera omnia del biologo evoluzionista William Hamilton.

In un primo momento, l¿archivio digitale sar&#224 disponibile solo attraverso un singolo computer posizionato in una delle stanze di lettura della biblioteca anche se molto presto il pubblico potr&#224 esaminare i documenti su un network.

Ovviamente, come gi&#224 succede per i documenti ¿fisici¿, la biblioteca metter&#224 in essere le procedure per verificare l¿autenticit&#224 dell¿archivio digitale e delle misure atte a evitare la manomissione dei documenti.

E cos&#236, copie multiple dei file saranno prodotte in formati diversi, utilizzando ad esempio, una serie di CD per prevenire l¿alterazione del materiale, oppure tecniche di compressione e di identificazione, allo scopo di registrare quello che succede ai file digitali nel corso degli anni.

Sebbene John non preveda un futuro interamente digitale, egli sostiene che bisogna imparare a rispettare i floppy disk e le comunicazioni elettroniche cos&#236 come si fa per i fragili manoscritti cartacei.

Le versioni stampate delle opere scientifiche e letterarie, dunque, non spariranno, ma il passaggio all¿archiviazione digitale appare inevitabile.

John dice addirittura che molto presto la British Library potrebbe pensare di catalogare le conversazioni delle messaggerie istantanee (IM), sempre se i diretti interessati accetteranno di collaborare.

Alessandra Talarico

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

Shakespeare va on line: sul web le opere del Bardo e altre rarit&#224

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