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Hollywood sul piede di guerra. Le major del cinema hanno deciso di trascinare in tribunale tutti gli utenti che scaricano illegalmente film dalla Rete, mettendosi sulla stessa linea delle case discografiche.
In un comunicato di ieri sera, gli studios, membri della potente Motion Picture Association of America (MPAA,) hanno comunicato che dal 16 novembre avvieranno cause civili contro coloro che praticano il file-sharing di film dalla Rete, in barba alle norme sul diritto d¿autore.
Questo traffico illegale, che avviene attraverso le piattaforme come Kazaa, rappresenta ¿la più grande minaccia che l¿economia del cinema deve fronteggiare in 110 anni di storia¿, ha dichiarato il presidente della MPAA, Dan Glickman, a margine di una conferenza stampa indetta a Los Angeles.
Coloro che scaricano film dalla Rete, pensano di agire nell¿anonimato e di non rischiare nulla per i loro furti. ¿Hanno torto. Noi sappiamo chi sono, e li perseguiremo legalmente¿, ha rilanciato Glickman.
Gli studios membri (Paramount, Sony, Warner Bros, Metro-Goldwyn-Mayer, Universal, Walt Disney e 20th Century Fox) reclamano danni e gli interessi fino a 30.000 dollari ¿per ogni film scaricato illegalmente o distribuito online¿.
Secondo la MPAA, l¿industria del cinema impiega circa 1 milione di americani e la pirateria di film minaccia una fetta importante dell¿economia del Paese.
L¿associazione si avvale anche del sostegno del governatore della California, Arnold Schwarzenegger, che ha approvato l¿adozione di ¿misure forti¿.
Hollywood ¿ha contribuito largamente alla forza dell¿economia¿ dello Stato, ha detto l¿ex Terminator.
La MPAA ritiene che la pirateria di film, rappresenta per l¿industria mondiale del cinema, un mancato guadagno annuo di circa 3,5 miliardi di dollari ¿senza contare le perdite subite per i centinaia di migliaia di downloading illegali che avvengono ogni giorno dalla Rete¿.
L¿offensiva, che segue una massiccia campagna di informazione avviata dall¿inizio dell¿estate, si pone sulla stessa linea di quella iniziata nel settembre 2003 dall¿associazione americana dell¿industria discografica (RIAA).
In nome delle major Universal, SonyBMG, Warner ed EMI, che accusano i pirati online della crisi delle vendite di CD dal 2000 a oggi.
La RIAA si è anche lanciata direttamente contro i singoli utenti e non più solo contro gli Internet service provider o i gestori delle piattaforme gratuite di scambio.
In un anno, circa 5.000 utenti delle reti peer-to-peer sono stati indagati, e un caso su cinque si è risolto in via stragiudiziale, secondo quanto riferiva la RIAA a fine agosto.
Allo stesso tempo, si è assistito a un aumento notevole delle piattaforme legali, come l¿iTunes Music Store di Apple, che stanno registrando un gran successo presso gli utenti.
Alcuni studi, tuttavia, ribadiscono la persistenza della pirateria, su dei siti meno noti rispetto all¿ormai risaputo Kazaa.
Secondo Anthony DiClemente, esperto di cinema per la banca d¿affari Lehman Brothers, l¿iniziativa della MPAA è ¿più simbolica che altro¿, e punta soprattutto a spaventare gli utenti che praticano il file-sharing illegale.
¿L¿industria del cinema è probabilmente meno vulnerabile rispetto a quella del disco¿, ha dichiarato DiClemente.
I Pc si prestano più all¿ascolto di una canzone che alla proiezione di un film, e i file scaricati non sono utilizzabili allo stesso modo.
¿Il format audio è facilmente trasportabile (su un lettore per esempio). Con il video, è molto differente¿, ha concluso DiClemente.
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