ICT: cresce l’uso del web a casa e in azienda. Italia seconda in Europa per tasso di crescita

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Cresce in Italia l’uso di Internet, sia a livello privato che aziendale.

Quasi 27 milioni di persone (pari al 47% della popolazione) hanno accesso a Internet da casa, mentre il 56% delle famiglie italiane dispone di un PC domestico, valore in linea con quelli di altri Paesi dell’Europa centrale, ma abbastanza lontano dal grado di penetrazione del PC nelle famiglie del nord Europa (ad esempio la Svezia ha una penetrazione di PC nelle famiglie pari al 72%).

 

Sono i dati diffusi dall’Osservatorio Permanente della Società dell’Informazione, realizzato dal Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie e Federcomin con la collaborazione di due istituti di ricerca (IDC e Nielsen Media Research).

 

Secondo l’Osservatorio – che analizza la domanda nei segmenti delle imprese, cittadini ed istituzioni – di tutti i PC domestici, l’81% è collegato a Internet, mentre le famiglie con accesso a Internet, sul totale delle famiglie italiane, è pari a circa 42%, con un incremento del 10% negli ultimi dodici mesi.

Quello italiano è il secondo tasso di crescita in Europa, dopo il 13% della Germania. L’Italia si pone dopo la Svezia (circa 64%), Gran Bretagna (45%) e Germania (44%), con un potenziale di sviluppo ancora ampio.

Le famiglie con collegamento ad Internet, per il 33% sono collegate in banda larga.

 

Le analisi dell’Osservatorio si incentrano su due focus: l’uso dell’ICT, come misura della competitività del Paese, e lo sviluppo dei servizi innovativi. Osservando globalmente tutti gli indicatori che sono stati esaminati nella ricerca, il quadro che ne deriva riflette zone di luce e zone di ombra: se, da un lato, i servizi internet di base presentano tassi di adozione in netta crescita (come ad esempio la banda larga), l’utilizzo di applicazioni più sofisticate, quali e-Procurement, eCommerce, eLearning, è ancora molto contenuto.

 

Il numero totale delle imprese italiane del comparto ICT è pari a circa 100.000 unità: 77.300 sono le imprese attive senza situazione di criticità, 32.000 quelle strutturate (con addetti, dipendenti o indipendenti) e organizzate con la finalità di svolgere attività di impresa, 28.700 sono le forme societarie aventi dipendenti.

 

Gli addetti occupati nei settori IT e TLC ammontano, in Italia, a 4,4% dell’occupazione totale. Nel confronto con gli altri Paesi, l’Italia rimane ancora sotto la media europea.

 

La quasi totalità delle aziende medio-grandi accede ormai a Internet e una quota significativa di esse ha sviluppato una o più piattaforme ¿a valore aggiunto¿ basate su Internet, attraverso le quali collegarsi ai propri dipendenti, ai clienti e fornitori, o alla pubblica amministrazione.

 

Qualche ritardo emerge nella fascia dimensionale più bassa delle imprese, in cui il ricorso a Internet rimane ancora di poco superiore al 43%.

Il 45,3% delle imprese ha un collegamento a banda larga, ma tale valore aumenta con la dimensione delle imprese, fino a quasi il 95% per le imprese con più di 250 addetti.

 

Per quanto riguarda il tema aziende e sicurezza, cresce la consapevolezza riguardo i possibili danni legati alla mancanza di sistemi a protezione delle reti aziendali .

Nelle aziende sopra i 50 dipendenti (ovvero quelle più connesse in rete) la quasi totalità delle imprese ha già adottato più di un sistema di sicurezza informatica.

Più scoperte sembrano essere invece le realtà di piccole dimensioni, che solo nel 22% dei casi dispongono di almeno due sistemi di sicurezza informatica.

 

La maggior parte degli utenti Internet privati ( 64% ) si è dotato di misure di sicurezza per proteggere il computer e di questi il 48% lo ha fatto da più di un anno.

 

Tra i fattori che emergono più chiaramente dall’analisi dell’Osservatorio, la crescita dell’uso dell’eGovernment: circa un terzo (33,6%) delle imprese italiane, infatti, utilizza regolarmente Internet per contattare la Pubblica amministrazione.

Questa soglia accomuna in particolare le imprese con meno di 50 addetti; il contatto con la PA risulta in crescita nella classe di aziende che hanno un numero di addetti compreso tra 50 e 250 ( 47% ), mentre nelle imprese di dimensioni maggiori la comunicazione con gli enti pubblici appare molto diffusa (85%).

 

I siti della PA sono stati consultati, nel secondo trimestre del 2004, da oltre 10 milioni di cittadini: il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2003.

Gli italiani ricorrono all’eGovernment soprattutto per ricercare informazioni (così dichiara il 77,3% degli utilizzatori di questi siti); solo il 38,3% per scaricare moduli, e si dichiarano soddisfatti dell’offerta attuale (così si esprime il 62.6% degli utilizzatori di questi siti).

 

Per ciò che concerne l’uso di Internet nelle scuole, secondo uno studio del Ministero dell’Istruzione, per un totale di 5,8 milioni di studenti distribuiti nei tre livelli delle scuole dell’obbligo, sono disponibili oltre 500 mila computer: uno ogni 10,9 studenti.

Circa 456 mila di questi computer sono anche connessi. Nelle scuole italiane pertanto c’è un computer collegato alla rete ogni 12,8 studenti.

I dati dell’Osservatorio evidenziano inoltre la crescita dell’eCommerce: la spesa totale per gli acquisti via Internet si è attestata nel 2003 a quasi 43.000 milioni di euro, con un aumento del 43,3% rispetto al 2002.

Per il 2004 si prevede un andamento ancora migliore, con un trend di crescita stimato intorno al 70% rispetto al 2003.

Il peso dell’ eCommerce sul fatturato delle imprese in Italia si attesta al 3,2%.

 

Si tratta di valori che dimostrano come il mercato sia comunque ancora in uno stato embrionale: solo il 6,8% degli utenti usa infatti la Rete per fare acquisti.

 

Una delle barriere maggiori alla diffusione dell’ eCommerce riguarda sicurezza e privacy: la scarsa fiducia verso i pagamenti on-line e la scarsa propensione a lasciare i propri dati sensibili.

 

Infine, i dati relativi all’eHealth: solo il 4,4%. degli ospedali infatti consentono di prenotare on line una visita.

Nelle strutture sanitarie il 65% dei medici generici ha accesso a Internet.

 

¿L’analisi della domanda di tecnologie da parte del mondo imprenditoriale è utile per capire il grado di penetrazione di queste e il relativo grado di sensibilità tecnologica presente in azienda¿, ha dichiarato il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, commentando la nascita dell’Osservatorio permanente della Società dell’Informazione.

Secondo il ministro è essenziale ¿¿vedere le tecnologie non più come costo ma come leva per la crescita, per colmare il divario digitale che differenzia ancora le piccole-medie imprese dalle grandi e per utilizzarle come supporto alla sempre più necessaria internazionalizzazione¿.

Parallelamente, ¿il grado di preparazione tecnologica dei cittadini e la consapevolezza nell’uso delle ICT sono utili per prevedere gli sviluppi della domanda di servizi tecnologici richiesti dalle famiglie ¿, conclude Stanca.

 

Secondo il Presidente di Federcomin Alberto Tripi, il quadro che emerge nell’Osservatorio Permanente, contiene luci e ombre.

¿È l’immagine contrastata e ¿transitoria¿ di un settore ¿ quello dell’ICT ¿ dove i segnali di ottimismo che provengono dallo sviluppo delle telecomunicazioni mobili e dalla diffusione dei servizi di base nelle famiglie e nelle PA si contrappongono alla modestia degli investimenti IT nelle imprese (soprattutto nelle PMI) e all’insufficiente utilizzo di tecnologie a scopi educativi e commerciali¿.

Dall’insieme dei dati raccolti e aggregati dall’Osservatorio Permanente, è però ¿possibile prendere le mosse per costruire una strategia d’impresa e una politica di intervento, che consentono di ridare slancio e contenuto al riscatto competitivo del Sistema-Italia¿.

 

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Alessandra Talarico

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