Italia
Le Pubbliche Amministrazioni Locali (PAL) stanno adottando, seppur con fatica, gli strumenti messi a disposizione dall¿ICT per incrementare l¿efficienza e migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese.
Il binomio ICT-Pubblica Amministrazione sta dunque cominciando a farsi largo nel sistema-Paese Italia e non mancano i casi di eccellenza, ma la gran parte delle Amministrazioni procede con lentezza.
Lo rileva Assinform – l¿Associazione delle aziende di informatica, telecomunicazioni e dei servizi multimediali aderente a Confindustria ¿ che ha presentato oggi a Milano i risultati di un¿indagine sul campo – ¿Primo Rapporto Assinform sull”ICT nella PA Locale in Italia¿ – effettuata su un campione significativo di Enti Locali: Regioni, Province, Comunità Montane e Comuni, di ogni dimensione.
Condotta in collaborazione con NetConsulting, con centinaia di interviste ad Enti del Nord, Centro e Sud Italia, l¿indagine ha ¿fotografato¿ lo stato dell¿ICT nelle Amministrazioni Locali, offrendo lo spaccato delle realtà che condizionano lo sviluppo dei programmi di eGovernment.
¿Alcune Regioni e province, insieme a pochi grandi Comuni, mostrano apprezzabili progressi, anche se più sul fronte delle procedure gestionali che del servizio al cittadino e alle imprese. Gran parte del sistema amministrativo locale italiano, in particolare al Sud, appare ancora poco dinamico¿ ha commentato Pierfilippo Roggero, Presidente di Assinform.
Le cause di questi ritardi sono da attribuire non tanto a un fattore economico ma piuttosto a una diffusa lentezza nel recepire il valore dell¿innovazione per l¿efficienza dei servizi.
¿C¿è dunque ¿ spiega Roggero – una percezione limitata dell¿utilità delle nuove tecnologie per l”ammodernamento degli Enti Locali, accompagnata da preoccupanti segnali di rallentamento della spesa, nel 2004.¿
Il tutto mentre ¿il sistema¿Italia riconosce alle Amministrazioni Locali un ruolo chiave. E¿ chiaro che serve un¿azione di rilancio, nell¿interesse di tutti e non certo solo dei fornitori¿.
L¿indagine ha evidenziato innanzitutto che la Pubblica Amministrazione locale italiana spende ancora troppo poco per l¿informatica e le telecomunicazioni.
¿La spesa informatica delle Amministrazioni Locali in sistemi, software e servizi, è stimata per il 2004 in 757,1 milioni di Euro. E questo è un valore modesto in rapporto ai fabbisogni¿, ha precisato Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di NetConsulting e membro dell”Advisory Board di Key4biz.it.
A ciò deve aggiungersi la constatazione che la spesa per sistemi ICT va anche perdendo il relativo dinamismo mostrato nel 2003, quando era cresciuta del 3,5%, contro un calo complessivo del mercato del 3,2%.
Infatti la previsione di crescita a fine 2004 è del 2,2%, in un mercato sostanzialmente stabile.
La spesa in telecomunicazioni, spiega il rapporto, risulta in linea con quella del mercato, ma anch¿essa contenuta, essendo stimata per il 2004 in 576,4 milioni.
Sussiste inoltre un forte squilibrio fra grandi e piccole amministrazioni per l¿informatica e fra Nord e Sud Italia.
Nell¿informatica più della metà della domanda è espressa dalle Regioni (49,7% nel 2003) e dai pochissimi Comuni con oltre un milione di abitanti (7,5%), contro il 13,5% di tutti gli altri Comuni, l¿11,8% delle Province e il 2,9% delle Comunità Montane.
Lo squilibrio risalta ancora di più nella spesa per abitante nei Comuni: 13 Euro nei Comuni con oltre 100 mila abitanti, 5,5 in quelli con meno di 1000, 2 in quelli fra 3 mila e i 100.000 abitanti. Il grosso di questi ultimi Comuni è al Sud, e va a conferma dello svantaggio del Mezzogiorno.
Per le telecomunicazioni, sono invece i Comuni a fare il grosso della domanda (80,1% nel 2003, contro il 14,7% delle Regioni, il 4,7% delle Province, lo 0,5% delle Comunità Montane).
Lo studio rileva anche che la connettività in Rete è buona negli Enti di medie e grandi dimensioni, ma ancora molto carente nei piccoli Comuni e Comunità Montane.
La copertura di Internet è quasi totale, ma in molti Comuni non si accompagna alla dotazione di reti interne (LAN), rendendo impraticabile l¿interoperabilità fra sistemi interni e con i sistemi della PA e degli altri Enti nel territorio.
Le reti LAN sono nella totalità delle Regioni e nel 92.3% delle Province, ma non nel 42% dei Comuni e nel 40% delle Comunità Montane. In questi ultimi Enti, sono ancora molti i casi ove oltre alle LAN mancano anche le connessioni veloci a Internet, e ove si ricorre a comuni modem analogici o ISDN.
I collegamenti alla RUPAR (Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Regionale) toccano 24,6% dei Comuni, il 54,8% delle Province, 47,1% delle Comunità Montane, il 69,2% delle Regioni. Solo le Province se ne avvalgono però per i servizi di cooperazione applicativa o di firma digitale, fondamentali per l¿automazione dei processi che coinvolgono più enti, e quindi per l¿eGovernment.
Un dato che emerge molto chiaramente riguarda il fatto che le applicazioni ICT sono usate molto di più per soddisfare esigenze interne, piuttosto che per fornire servizi ai cittadini e alle imprese.
Tutti gli Enti dichiarano di assegnare priorità ai servizi alla collettività e per il sostegno del territorio e dell¿economia. Poi però fra le applicazioni più diffuse sono sempre quelle legate alle funzioni contabili, e assai meno a quelle di ¿produzione¿ ed erogazione dei servizi alla collettività (front-office).
Nei Comuni, infatti, le applicazioni più presenti sono quelle per la contabilità finanziaria (93% dei casi), l¿anagrafe (80,8%), il protocollo (80,2%), la contabilità economico-patrimoniale (73,6%) e i tributi (73,2%), mentre quelle per lo sviluppo, i trasporti, il lavoro (collegamento al SIL) hanno livelli di diffusione modesti: dal 2 al 7 % dei casi.
La situazione è leggermente migliore nelle Province e nelle Regioni grazie anche alle funzioni svolte.
Nelle Province l¿informatizzazione copre il 65% dei casi per la cartografia, il 60,6% per i sistemi territoriali, il 39,4% nei servizi per il lavoro, ma rimane ancora a livelli nettamente inferiori a quelli dell¿area economica (100% nell¿ambito della contabilità finanziaria e dell¿amministrazione del personale). Così anche nelle Regioni, ove però la situazione si riequilibra a favore delle applicazioni legate alle attività peculiari: l¿informatizzazione copre il 76,9% dei casi per il dialogo con l¿area sanitaria e il 69,2% per sistemi informativi territoriali, anche se poco si vede nelle aree del turismo e del lavoro (23,1% dei casi).
L¿indagine rileva inoltre un livello di integrazione fra applicazioni dello stesso Ente poco più che sufficiente.
Infatti, in una scala da 1 (integrazione nulla ) a 5 (integrazione massima) i valori medi per tutti gli enti oscillano tra 3 e 3,5, con valori più elevati (4,4 e 3,7) per le Province e le Regioni del Nord Ovest e più bassi per le Regioni del Nord Est (2) e del Sud (2,6).
In quest¿ultimo caso di vede l¿effetto della tendenza ad avere sistemi informativi organizzati per assessorati, che non aiuta all¿adozione di architetture integrate coerenti con le esigenze di eGovernment.
Mentre il livello di interoperabilità fra sistemi e applicazioni di enti diversi è molto modesto.
L¿interoperabilità fra sistemi remoti e di diverse amministrazioni, con dati, applicazioni e servizi accessibili da qualsiasi nodo della PA è alla base della costruzione dei piani italiani ed europei di eGovernment: è ciò che permette di superare le frammentazioni e accedere da un qualsiasi nodo della PA a tutti i possibili servizi, dell¿uno o dell¿altro Ente.
Ebbene, il livello di interoperabilità raggiunto è giudicato, in tutti gli Enti, medio o alto in meno della metà dei casi: 41% dei Comuni, 47,2% delle Province, 36,8% delle Comunità Montane e 30,8% delle Regioni.
Il dato potrebbe anche essere letto in positivo, se non fosse che sono anche parecchi i casi in cui il livello di interoperabilità è giudicato nullo o ignoto: 20,3% dei Comuni, 18,2% delle Province, 25,8% delle Comunità Montane e 7,7% delle Regioni.
Emerge anche chiaramente che i Comuni, le Province e le Regioni usano Internet in modo ancora limitato per i rapporti con i cittadini e le imprese.
I Portali di servizio a cittadini e imprese, e cioè i siti Internet su cui reperire concretamente informazioni, avere servizi, pagare tributi, e così via, mancano ancora nel 70,7% dei Comuni, nel 24% delle Province e nel 23,1% delle Regioni.
Il dato dei Comuni è evidentemente influenzato dalla realtà dei piccoli Comuni, ove il rapporto personale tende oggettivamente e ragionevolmente a prevalere, ma resta comunque significativo.
I freni all¿investimento ICT sono ascrivibili non solo ai vincoli di spesa, ma anche alla scarsa sensibilità informatica degli enti.
In pratica, anche nella PA Locale, ove i livelli di scolarizzazione sono mediamente più elevati, si ripropone il problema riscontrato nel sistema delle imprese: la combinazione fra problemi di budget e la capacità di capire cosa fare con l¿IT.
E infatti se è vero che nelle Regioni i problemi di budget sono indicati come quelli più stringenti (oltre il 90 % dei casi), in tutte le altre categorie della PAL essi pesano poco più della scarsa cultura informatica del personale dell¿Ente, indicata come frenante addirittura dal 51% delle Province.
Primo Rapporto Assinform sull¿ICT nella PA locale in Italia
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