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Il progetto di Google di mettere on line milioni di testi disponibili finora solo nelle più prestigiose biblioteche universitarie, avvicina sempre più l¿uomo alla realizzazione di un sogno antico: una biblioteca mondiale e virtuale, raggiungibile con un solo click.
La società che ha stravolto l¿approccio alla vastità delle informazioni circolanti su Internet, creando il motore di ricerca più utilizzato al mondo, ha stretto una serie di accordi con le maggiori biblioteche del mondo, da Harvard a Oxford, da Stanford alla biblioteca pubblica di New York, passando per l¿Università del Michigan, per rendere la moltitudine dei volumi in loro possesso disponibili in Rete.
Un¿operazione epocale, paragonata da qualcuno all¿invenzione della stampa, da altri alla Biblioteca Alessandrina.
¿Diciamola così ¿ spiega John Wilkin, responsabile della biblioteca dell¿università del Michigan ¿ le risorse elettroniche cambiano completamente il paesaggio. Le biblioteche universitarie sono sempre state considerate come luoghi poco accessibili, ora sono alla portata di tutti¿.
Google, insomma, ha aperto la strada alla democratizzazione del sapere, un nuovo passo verso un¿informazione veramente globale che potrà essere raggiungibile anche in quei Paesi dove è più forte l¿uso della censura.
Sarà infatti più difficile, speriamo, impedire alla gente di accedere a documenti banditi perché considerati ¿nocivi¿ per lo status di questa o quella dittatura.
In totale, Google conta di digitalizzare 15 milioni di opere: la quasi totalità degli otto milioni di volumi conservati nella biblioteca di Stanford, i sette milioni dell¿Università del Michigan, le opere di Oxford anteriori al 1900, alcuni documenti rari della biblioteca di New York e 40 mila testi di Harvard.
Il costo totale dell¿operazione è stimato tra i 150 e i 200 milioni di dollari, anche se non sarà tanto l¿aspetto finanziario a preoccupare la società (che ha raggranellato 1,7 miliardi di dollari dall¿Ipo di agosto) quanto i suoi tempi ¿tecnici¿: ci vorranno infatti almeno sei anni per digitalizzare tutto il materiale reso disponibile dalle biblioteche.
Tra le opere che diventeranno accessibili agli internauti, i ¿Principi¿ di Isaac Newton (1687), conservati a Stanford, ¿La discendenza dell¿uomo¿ di Charles Darwin (1871), nella collezione di Oxford.
I testi più antichi potranno essere consultati nella loro integrità e gratuitamente. Per gli altri, sottomesse alle ferree leggi sul copyright, saranno disponibili solo degli estratti e le referenze.
¿E¿ un grande passo in avanti¿, ha dichiarato Michael Keller, responsabile della biblioteca di Stanford.
¿Noi numeriamo da anni i nostri testi per renderli più accessibili, ma con i libri, contrariamente alle riviste, i nostri sforzi sono limitati per ragioni tecniche e finanziarie¿.
Grazie all¿accordo con Google, aggiunge Keller, la catalogazione passa ¿dalla fase artigianale a una scala industriale¿.
La società di Mountain View, come già la libreria on line Amazon, offre già un servizio che consente di visionare estratti da libri appena pubblicati, grazie ad accordi con dozzine di case editrici.
La biblioteca on line di san Francisco “The Internet Archive” ha annunciato in questo contesto, accordi con decine di biblioteche americane, canadesi, indiane ed europee, per riunire in rete e rendere accessibili in rete milioni di opere catalogate.
Gli editori possono avvantaggiarsi dai sistemi informatici e permetteranno sicuramente un maggiore accesso alle opere protette da diritto d¿autore.
È stato dimostrato, infatti, che quando un libro è accessibile su Internet, le vendite s¿impennano.
Quella di Google, tuttavia, è un¿iniziativa senza precedenti da cui tutti potranno trarre vantaggio: ¿Rendere accessibili le nostre collezioni a un pubblico immenso e gratuitamente, è il cuore della nostra missione¿, spiega Paul LeClerc, presidente della New York Public Library.
Tanto per rendere un¿idea della portata dell¿operazione, che richiederà comunque diversi anni per essere portata a termine, solo i testi contenuti nella biblioteca dell¿università del Michigan, messi uno di fianco all¿altro occuperebbero una linea lunga 212 chilometri.
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