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L¿industria discografica non si arrende davanti alla pirateria Internet di opere musicali, e la propria instancabile azione di contrasto ha cominciato a ottenere risultati incoraggianti.
La musica su Internet e nella telefonia cellulare sta definitivamente entrando nelle abitudini dei consumatori e il 2004 ha visto una capillare diffusione di siti per il download legale in tutto il mondo con un aumento degli acquirenti di canzoni in formato digitale e con i primi significativi fatturati per le case discografiche. Sono queste le conclusioni del Digital Music Report 2005 di IFPI, Federazione Internazionale dell¿Industria Fonografica che raggruppa oltre 1.400 case discografiche.
E l¿Italia? Per Enzo Mazza, Direttore Generale della FIMI (Federazione industria musicale italiana) ¿I segnali che provengono dai grandi mercati come USA e UK fanno ben sperare anche per il nostro Paese dove vi sono già dati interessanti soprattutto sul fronte del mobile¿.
Mazza ha commentato a Key4biz.it che ¿Gli italiani sono sensibili all”innovazione e la musica digitale ha buone prospettive anche nel nostro Paese sempre che non prevalga, da parte delle Istituzioni, la tendenza a favorire i contenitori o i carrier rispetto ai contenuti e a chi i contenuti li crea. In quel caso sarà solo la pirateria digitale a proliferare¿.
La Legge Urbani è intervenuta con l¿intento di mettere ordine in un settore di difficile perimetrazione, introducendo misure di contrasto nei confronti del crescente fenomeno della pirateria via Internet a danno di materiali protetti da copyright. Ma per tanti le nuove normative sono ancora insoddisfacenti e per alcuni versi lacunose.
Queste considerazioni motivarono anche l¿azione di sensibilizzazione promossa da Key4biz al momento del dibattito e dell¿approvazione in Parlamento della legge.
Fatto salvo il legittimo diritto di veder tutelate le opere dall¿attacco dei pirati della Rete e altrettanto vero che non si può sic et simpliciter fare, come purtroppo la Legge Urbani fa, di tutto l¿erba un fascio e trattare tutti gli utenti che scaricano dal Web alla stregua dei pirati, che praticano il downloading per lucro.
Ritorna, ci pare, quanto mai di attualità l¿opportunità di un tavolo di concertazione che metta vis à vis autorità governative e tutti gli operatori del settore, per tentare di trovare una soluzione comune che soddisfi tutti, tutelando gli aventi diritto dal file-sharing selvaggio, ma garantendo anche i diritti dei singoli utenti, che non possiamo definire pirati per il sol fatto che abbiano scaricato una foto o un file musicale.
Analizzando i dati del Digital Music Report 2005, comunque, riteniamo che perlomeno l¿utente abbia cominciato ad aver chiaro il concetto della necessaria protezione dei diritti di proprietà intellettuale e si cominciano a orientare verso le piattaforme legali di musica.
L¿IFPI riporta che nel 2004 i brani scaricati sono stati oltre 200 milioni negli Stati Uniti e in Europa contro i 20 milioni dell¿anno precedente. Analisti di Jupiter hanno stimato in 330 milioni di dollari il valore del mercato online dell¿anno appena trascorso e prevedono per il 2005 un raddoppio del valore.
Il successo della musica digitale ha consentito alle case discografiche di registrare i loro primi profitti da questo nuovo canale di distribuzione.
Secondo l¿IFPI, le major potrebbero realizzare il 25% delle loro entrate grazie a Internet nei cinque anni a venire, contro l¿1-2% di oggi.
La disponibilità di musica digitale sta aumentando, il numero dei siti dove è possibile acquistare musica legalmente ha superato i 230 dai 50 di un anno fa. Servizi come iTunes e Napster sono divenuti popolari a livello internazionale, mentre sono molti i siti che hanno un¿offerta nazionale, tra i quali, ad esempio, in Italia si sono affermati siti come Buongiorno Vitaminic, Rosso Alice, MSN, Messaggerie Digitali, e altri.
I lettori portatili come l¿iPod e i telefoni cellulari stanno modificando il modo con il quale il consumatore si avvicina alla musica creando nuove opportunità di sviluppo economico. Si stima che il 50% degli utili provenienti dalla vendita di contenuti nel settore della telefonia cellulare proverrà dalla musica.
Il Report dà inoltre conto dei cambiamenti intervenuti nell¿approccio dei consumatori. Una analisi dei consumi in sei Paesi europei (Danimarca, Francia, Germania, Italia e Olanda) indica che quasi un downloader su tre intende acquistare musica da servizi legali nei prossimi mesi (31% rispetto al 22% dell¿anno passato).
Se il futuro sembra incoraggiante, il Report mette comunque in chiaro che ancora molto deve essere fatto per promuovere i servizi legali e per combattere la pirateria su Internet.
Ma l¿IFPI sottolinea che ¿la pirateria digitale rimane un grande problema anche se la campagna di azioni legali contro chi mette in condivisione i file ha contribuito a contenere il fenomeno. La consapevolezza dell¿illegalità di scaricare brani da sistemi non autorizzati è alta (7 persone su 10) grazie alle azioni intraprese¿.
Secondo il Report dell¿IFPI, la disponibilità di file sui sistemi di peer-to-peer è decresciuta nel corso del 2004, le tracce scaricate in rete a gennaio 2005 sono diminuite rispetto all¿anno precedente, rimanendo al di sotto degli 870 milioni a dispetto del notevole sviluppo riscontrato dalla banda larga in tutto il mondo.
Il Rapporto prende inoltre in esame le oltre 7.000 azioni legali intraprese fino ad ora contro chi abbia messo in condivisione illegalmente file su Internet (in Austria, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Italia, USA e Gran Bretagna). In molti paesi (ad es. in Danimarca, Germania, Austria) molti casi si sono chiusi con il pagamento di alcune migliaia di euro di risarcimento.
Diversi procedimenti sono in attesa di definizione in Italia e sono già state erogate sanzioni amministrative per oltre 200 mila euro
John Kennedy, presidente e CEO di IFPI, ha affermato: “La grande sfida per il mercato del futuro sempre stata quella di rendere la musica più facile da comprare che da rubare. All¿inizio del 2005, con il mercato legittimo che entra nello stile di vita dei consumatori, questa ambizione si sta trasformando in realtà.
Kennedy ha aggiunto: ¿La priorità dell¿industria discografica è ora quella di licenziare musica a quante piattaforme è possibile, per quanti più consumatori sia possibile, nel maggior numero di formati possibile, per la maggior portabilità possibile e nel maggior numero di Paesi¿.
Il presidente dell¿IFPI ha sottolineato che ¿Le condizioni minime sono che il mercato deve essere legittimo, la musica deve essere opportunamente licenziata e le case discografiche e gli aventi diritto adeguatamente remunerati¿.
Kennedy è convinto che nell¿arco di 12 mesi il mercato della musica digitale crescerà ancora significativamente in tutto il mondo. ¿Un segmento che ora rappresenta una piccola percentuale del giro d¿affari della musica si appresta al decollo nei prossimi anni. Alla fin fine la minaccia è diventata una opportunità¿.
IFPI – Digital Music Report 2005
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