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I telefonini ¿intelligenti¿, meglio noti come smartphone, si stanno dimostrando vulnerabili tanto quanto i personal computer ai virus, agli hacker e a tutte quelle questioni di sicurezza ben note agli utenti Internet.
Gli hackers, secondo gli esperti in sicurezza, possono carpire le informazioni che l¿utente ha memorizzato in agenda, le liste dei contatti oppure trasformare il telefonino in una ¿cimice¿ per ascoltare le conversazioni.
I virus in circolazione, da canto loro, possono provocare il blocco totale dell¿apparecchio.
A dire il vero, sono ancora pochi gli utenti mobili seriamente danneggiati da un virus, ma ci sono tutti i presupposti per parlare di ¿minaccia seria¿, soprattutto alla luce della continua evoluzione dei telefonini, sempre più simili a computer portatili in grado di comunicare attraverso le diverse tecnologie.
I virus mobili scoperti finora, da Cabir a Skulls, non sarebbero insomma che la punta dell¿iceberg, un ¿assaggio¿ di quello che potrebbe succedere nei mesi a venire.
Molti provider, soprattutto negli Usa, mantengono uno stretto controllo sul traffico delle loro reti: per questo gli utenti hanno finora potuto evitare tante scocciature (vedi: spam, spyware e quant¿altro) che invece affliggono gli utenti della Rete.
Ma questo, spiegano gli esperti, non può garantire l¿immunità totale rispetto alla miriade di minacce orchestrate dagli hacker e dai virus writer.
Adam Laurie, esperto in sicurezza britannico, è specializzato proprio nella scoperta di minacce rivolte ai dispositivi mobili.
In una serie di ¿esperimenti¿ volti a dimostrare la vulnerabilità delle reti, Laurie ha dimostrato di poter copiare le agende e i contatti di 46 ministri britannici e di poter trasformare i loro telefonini in dispositivi di ascolto, semplicemente passeggiando vicino al Parlamento e aspettando il passaggio delle ¿vittime¿.
Tutto ciò sfruttando le connessioni Bluetooth, una tecnologia wireless a corto raggio integrata in diversi telefonini.
Le connessioni Bluetooth consentono anche ai virus di autopropagarsi nell¿aria, quasi come se si trattasse dell¿influenza.
La scorsa estate si è avuta notizia del primo virus rivolto alla telefonia mobile: si trattava di Cabir, un¿infezione giudicata dagli esperti relativamente ¿non tossica¿.
Cabir, infatti, richiedeva la partecipazione attiva degli utenti, che dovevano acconsentire al download del worm che, del resto, non provocava danni particolari al telefonino infettato.
Una volta sul telefonino, però, Cabir comincia ad autopropagarsi sugli apparecchi presenti nel suo raggio: secondo gli esperti, il worm è comunque riuscito a estendersi in nove paesi, aprendo la strada ad altri, più dannosi virus.
Anche i primi virus per computer infatti, erano concepiti più che altro per sovraccaricare la rete con traffico indesiderato, per trasformarsi poi in strumenti per la presa di controllo in remoto dei pc.
Il virus Bagle, ad esempio, ha permesso agli hacker di usare i computer infettati per compiere svariati crimini: dal furto d¿identità all¿estorsione, alla diffusione incontrollabile di spam.
Anche i virus per la telefonia mobile seguiranno dunque questo percorso di crescita?
Di quelli emersi finora, Skulls era in grado di mettere fuori uso i telefonini e cambiare le icone presenti sull¿apparecchio in teschi, mentre Mosquito, camuffandosi da video game effettuava automaticamente delle chiamate verso numeri premium. Entrambi, poi, contribuivano alla diffusione di Cabir.
La Kaspersky Labs, una società antivirus russa, sta indagando sulla possibilità che un virus Bluetooth abbia infettato le autoradio della Lexus.
¿In futuro, potranno emergere virus per ognuno dei complicati dispositivi attualmente in circolazione¿, ha spiegato la portavoce di Kaspersky. Come dire: immaginate il vostro frigo che lancia il cibo nel microonde¿
Uno scenario non proprio felice, insomma, anche se sono molti gli esperti che credono che difficilmente i virus si diffonderanno sui telefonini con la stessa velocità che sui Pc, per il fatto che tra i dispositivi mobili non c¿è un sistema operativo dominante come avviene invece per i computer, dove sul 90% è installato Windows.
I virus comparsi finora hanno tutti preso di mira i software della Symbian, presenti su meno del 2% degli smartphone in circolazione: al momento, dunque, la situazione sembra ancora abbastanza tranquilla.
Alcuni operatori tuttavia, hanno cominciato a offrire patch correttive per quei telefonini che si sono rivelati suscettibili di attacco virus, mentre si comincia a fare molta attenzione a eventuali falle di sicurezza prima di lanciare un nuovo prodotto sul mercato.
Gli utenti, dunque, possono installare un software antivirus sul loro telefonino oppure mantenere l¿apparecchio il più possibile in modalità nascosta, in modo da renderlo ¿invisibile¿ agli altri apparecchi nelle vicinanze.
Gli operatori, insomma, stanno cercando sì di mettere in guardi gli utenti, ma anche di lavorare di più sulla prevenzione del fenomeno, che potrebbe davvero minare alla base la fiducia degli utenti verso i telefonini di nuova generazione, in grado di collegarsi a Internet e, per questo, molto sensibili alle minacce alle informatiche.
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