Europa
Una relazione della Commissione europea dimostra che la strategia di Lisbona può apportare un contributo significativo alla crescita.
Da un esame di studi empirici risulta che il tipo di misure previste nella strategia di Lisbona consentirebbe di aumentare il tasso di crescita potenziale dell¿Unione europea di 0,5-0,75 punti percentuali, avvicinandolo all¿obiettivo del 3%. Su un periodo di dieci anni, l¿aumento del livello del PIL potrebbe raggiungere il 7-8 %.
Negli ultimi dieci anni è stato realizzato un gran numero di studi che analizzano l¿impatto economico delle diverse riforme strutturali previste nella strategia di Lisbona. Tali studi dimostrano che le riforme sono essenziali per rafforzare il potenziale di crescita dell¿economia dell¿UE nel medio e lungo termine.
Di conseguenza è impossibile non agire. Ad esempio, nei prossimi decenni già solo l¿impatto dell¿invecchiamento della popolazione pressoché dimezzerà il tasso di crescita potenziale dell¿UE, destinato a scendere dall¿attuale 2-2,25% a circa l¿1,25%.
¿Di fronte alle sfide della modernizzazione, all¿accrescimento della competizione internazionale, alle conseguenze dell¿invecchiamento della nostra popolazione, alla persistenza della disoccupazione e delle disuguaglianze, la commissione ha voluto lanciare un¿iniziativa forte in favore della crescita e dell¿occupazione¿, ha dichiarato il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso.
¿Abbiamo bisogno di un¿Europa forte, generosa, capace di progredire, di creare impiego e opportunità per tutti, un Continente che porti i valori della coesione e della solidarietà e sia sinonimo di un modello sociale di qualità, che ponga l¿individuo al centro delle preoccupazioni¿, ha aggiunto Barroso.
Un esame approfondito degli studi condotti finora, ha consentito ai servizi della Commissione di valutare i costi della mancata realizzazione delle riforme strutturali raccomandate a Lisbona.
Particolare attenzione è stata riservata alle misure intese a sopprimere gli ostacoli che ancora si frappongono al buon funzionamento del mercato interno, a integrare maggiormente i mercati finanziari, ad incoraggiare gli investimenti nella conoscenza e nell¿innovazione, a modernizzare le politiche del mercato del lavoro, ad accrescere la coesione sociale e a migliorare la tutela dell¿ambiente.
¿Questo modello ¿ dice ancora Barroso ¿ è oggi minacciato, se non si agirà insieme e velocemente. Se non ci impegneremo in questa direzione i giovani europei potrebbero essere i primi dopo 50 anni a vivere peggio dei loro genitori. Per questo abbiamo voluto presentare una visione forte e dinamica di un¿Europa che sa avanzare e riformarsi¿.
Secondo le stime della Commissione, le riforme dei mercati dei prodotti e del lavoro della seconda metà degli anni ¿90 hanno determinato un incremento della crescita annuale del PIL pari a quasi lo 0,5% a medio termine. Se si tiene conto anche degli effetti dei maggiori investimenti nella conoscenza previsti dalla strategia di Lisbona, l¿aumento della crescita potenziale dell”UE potrebbe raggiungere i tre quarti di punto percentuale. Ciò avvicinerebbe il tasso di crescita potenziale dell¿UE all¿obiettivo del 3% e determinerebbe un aumento cumulato della crescita del 7-8 % su un periodo di 10 anni.
Gli studi dimostrano altresì i vantaggi derivanti dal fatto di attuare un insieme completo di riforme strutturali. Per un¿efficacia ottimale, le misure di riforma adottate in un settore devono essere affiancate da misure di accompagnamento in altri settori.
Ad esempio, le imprese innovative necessitano di mercati dei prodotti e dei capitali efficienti per mettere sul mercato innovazioni che generino crescita e hanno bisogno di una manodopera altamente qualificata per poter far uso delle nuove tecnologie.
¿Ecco perché ¿ spiega ancora il presidente della Commissione ¿ abbiamo voluto avviare contatti più stretti con i Parlamenti nazionali. Si tratta infatti di lavorare con i depositari della legittimità democratica, quelli che ¿ per la loro vicinanza ai cittadini ¿ possono tradurne i bisogni e le aspirazioni¿.
Bisogna dunque colmare il deficit di dialogo tra il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali per completare il mercato interno dei beni e dei servizi e garantire una concorrenza efficace in settori quali l¿elettricità e le telecomunicazioni.
La liberalizzazione di questi due mercati, secondo uno studio Ue, produrrebbe un incremento del PIL di 0,6 punti percentuali nel lungo termine.
La Commissione ha inoltre adottato questa settimana una comunicazione intesa a migliorare il quadro normativo riguardante le imprese (cfr. IP/05/311). Gli oneri amministrativi uniti ad una regolamentazione mediocre tendono ad intralciare il potenziale di crescita dell¿Europa.
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