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Si apre oggi una nuova pagina sul caso Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) versus Grokster. Questa volta è chiamata a pronunciarsi la Corte Suprema degli Stati Uniti, che entrerà nel mondo di Internet e dei siti di file-sharing di musica e film, accusati dai produttori di facilitare la violazione dei diritti di proprietà intellettuale.
Si tratta di una battaglia giudiziaria considerata come la più importante, da 20 anni a questa parte, in merito alla questione del copyright, resa ancora più complessa dall¿arrivo di Internet.
L¿affaire oppone 28 case discografiche e studios cinematografici agli utenti di Grokster e Morpheus, due piattaforme di peer-to-peer (P2p).
Si tratta di un processo che interessa tutti se si pensa alle cinquanta argomentazioni depositate da Intel, Yahoo, Apple, dalle lobby dei professionisti, associazioni consumatori, musicisti (Elvis Costello, Avril Lavigne), e dal governo americano stesso, che sostiene le posizioni dell¿accusa.
Per l¿industria dell¿entertainment, le tecnologie sviluppate da Grokster e Morpheus sono dannose nella misura in cui permettono la circolazione delle opere senza alcun controllo: i loro utenti sono quindi responsabili se lasciano circolare canzoni o film piratati.
¿Noi non attacchiamo la tecnologia, ma quelli che la prendono in ostaggio per trarne profitti in modo illegittimo¿, ha dichiarato Stanley Pierre-Louis, dell¿Associazione americana dell¿industria discografica (RIAA).
Aggiungendo che lasciare che si pratichi senza alcun controllo il P2p, significa non rispettare il copyright e far circolare tutto in modo gratuito.
¿Non ci sarebbe più alcuna ragione di investire nelle opere protette, se nessuno è più disposto a pagare per averle¿.
Grokster e Morpheus hanno dalla loro buona parte della Silicon Valley. Il mondo dell¿hi-tech è del parere che ritenere responsabili i produttori di una tecnologia, per l¿uso che se ne fa, creerebbe un grave precedente.
Per Fred von Lohmann, della Electronic Frontier Foundation (EFF), ¿¿questo caso riguarda tutta l¿innovazione e il settore tecnologico nel suo insieme, non solo le reti P2p¿.
¿Permettere alle imprese dell¿entertainment di perseguire legalmente i produttori (di tecnologie, ndr) per ogni violazione della legge, bloccherà l¿innovazione e frenerà tutto il settore¿.
¿La sentenza Betamax è stata dalla nostra parte e le industrie del software e dell¿entertainment hanno prosperato per tutto questo tempo¿.
La sentenza Betamax, che nel 1984 scagionò i produttori di standard affini al VHS, è la principale argomentazione sulla quale Grokster e Morpheus fondano le loro speranze e che gli ha già permesso di vincere in primo e in secondo grado.
Allora erano gli studios Universal a puntare il dito contro la tecnologia di videoregistrazione di Sony, che ritenevano aprisse la porta alla pirateria dei video. La sentenza Betamax stabilì che non c¿è responsabilità del produttore di una tecnologia se questa viene utilizzata per fini illeciti.
La Corte Suprema aveva allora spiegato che il videoregistratore Betamax consentiva degli usi totalmente legali, come la registrazione per fini privati o la copia delle opere di pubblico dominio.
Ironia della sorte, Sony che ha rilevato MGM lo scorso anno, questa volta si trova dall¿altra parte della barricata. La sentenza del più alto grado di giustizia americano è attesa per giugno. Sul giudizio dovrebbe pesare anche la crisi del mercato discografico e l¿avanzata del P2p.
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