REPORT
DiScreen Digerst
Data Aprile 2005
Pagine218 (+ 100 mappe)
Area di coperturaMondo
Prezzo€ 2344
L”ultimo studio Screen Digest analizza il mercato mondiale dei format televisivi, un business che si mostra oggi in forte sviluppo, offrendo un”analisi dettagliata sui suoi aspetti economici e legali – i termini di protezione del copyright – nei diversi Paesi del mondo: Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna, Svezia, Polonia, Belgio, Danimarca, Norvegia, Australia e Usa.
Secondo il rapporto, realizzato dalla research firm in collaborazione con il FRAPA (Format Recognition and Protection Association), il numero di format televisivi trasmessi nel corso degli ultimi tre anni si è addirittura triplicato e le ore di trasmissione sono salite del 22% rispetto al 2002.
Gli spazi prime-time dei broadcaster di tutto il mondo si stanno riempiendo di programmi basati su modelli già collaudati, e questo trend sembra non voler arrestarsi, si mostra anzi in forte ascesa: il business globale dei format tv vale ha prodotto nel 2004 qualcosa come 2,4 mld di euro.
Gli Usa costituiscono il mercato più florido in questo senso, seguiti da Germania e Francia. La Gran Bretagna è il maggior esportatore di format, con il 32% delle ore globali trasmesse.
A dominare questo mercato è l”olandese Endemol, che è risultata la numero uno in termini di distribuzione e produzione. Secondo il rapporto, poi, gli Show a premi rappresentano il 50% dell”intero comparto mentre il Reality (24%) si conferma il genere televisivo di maggior valore sul mercato.
Daniel Schmitt, analista Screen Digest e coautore del rapporto afferma: “L”industria dei format è destinata a consolidarsi e la rapida crescita dei volumi e del valore di questo business negli ultimi tre anni lo dimostra”.
Christoph Fey, coautore dello studio e Managing Director FRAPA sottolinea però: “La tutela dei diritti legali degli sviluppatori di format tv è un vero e proprio campo minato, non certo adatto a più deboli. Il commercio internazionale richiede anche una regolamentazione internazionale, e i decisori devono capire che un industria da 2,4 mld di euro come questa ha davvero bisogno di una protezione adeguata”
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