Italia
La Commissione parlamentare di vigilanza non è riuscita anche oggi a fare i nomi dei 7 membri di nomina parlamentare per il futuro Cda della Rai.
La votazione è stata dichiarata nulla dal presidente Claudio Petruccioli, che ha chiuso l’urna alle 13.
Sono, infatti, state contate soltanto 18 schede, quelle dei parlamentari dell’Unione, non sufficienti per rendere valida la votazione per l’elezione dei 7 consiglieri di amministrazione della Rai.
Nessuna lista, quindi, per l’Assemblea degli azionisti della Tv pubblica che si è riunita oggi alle ore 14 e che dovrà procedere alla sua seconda convocazione, già fissata per mercoledì 18 maggio.
Il presidente della Commissione ha dichiarato che intende ¿compiere tutti gli sforzi per arrivare al rinnovo del Cda della Rai¿, prima della convocazione dell’Assemblea degli azionisti.
Per questo, ha fissato per domani una nuova Commissione. Se anche questa votazione sarà nulla, la Vigilanza voterà ancora giovedì 12 e martedì 17 maggio.
La Legge Gasparri, che ha riformato il sistema radiotelevisivo italiano, ha stabilito nuovi criteri per la nomina dei consiglieri Rai.
Secondo gli articoli 20 e 21, la Rai avrà un Cda di 9 membri che resteranno in carica tre anni e rieleggibili una sola volta.
Fino alla prima fase della privatizzazione (alienazione del 10% del capitale), sarà la Commissione di Vigilanza a nominare 7 membri del Cda (con voto limitato ad uno, cioè 4 alla maggioranza e 3 all’opposizione), mentre gli altri due, tra cui il presidente, saranno invece scelti dal Ministero dell’Economia. La nomina del presidente diventa efficace con il sì, a due terzi, della Vigilanza.
¿Con la mia legge – ha dichiarato questa mattina l’ex Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri – ho introdotto un principio innovativo che prima non esisteva. Abbiamo introdotto una norma che richiede il consenso dei due terzi della Commissione di vigilanza per la designazione della rettifica del presidente della Rai. E¿ una norma che porta ad una scelta condivisa tra maggioranza ed opposizione¿.
Gasparri ha aggiunto che se oggi c’è una discussione in atto tra le due parti e perché la legge costringe a confrontarsi, e ¿mi auguro in maniera positiva¿, ha detto l’ex ministro.
In Vigilanza si cerca, infatti, la via del compromesso, di una soluzione che lasci soddisfatti maggioranza e opposizione, e che si complica quando si pensa al nome del presidente o del prossimo direttore generale.
Secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbe spazio per un¿ipotesi che prevedrebbe il nome di Claudio Petruccioli alla presidenza che, stando a questi rumor, raccogliere un largo consenso anche tra le file della Cdl. Con Petruccioli, il nome del prossimo Dg potrebbe essere quello di Alfredo Meocci, consigliere uscente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, politicamente vicino all’Udc e a Silvio Berlusconi.
Le simpatie degli uomini di Marco Follini vanno anche a Marco Staderini per la presidenza e Giancarlo Leone per la direzione generale.
Ma c’è anche chi, per la presidenza, ha fatto i nomi di Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato, e di Marcello Sorgi, al momento direttore del quotidiano La Stampa.
Altro nome ricorrente è quello di Piero Gnudi, presidente Enel (già presidente dell’IRI e di Rai Holding), che fino ad alcune settimane fa era in pole position. Ma si è parlato anche di Enzo Cardi, attuale presidente di Poste italiane, in attesa di nuova collocazione, e di Enzo Cheli, ex presidente dell’Authority tlc.
Intanto Rocco Buttiglione, Ministro ai Beni Culturali, invita sia l’opposizione che ¿quella parte di sinistra che pensa che la Rai sia sua e guai chi gliela tocca, a evitare atteggiamenti padronali¿.
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