Ma esiste il quarto potere in Italia?

di di Nicola Tranfaglia |

Stampa e potere politico nella storia dell'Italia unita

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Ma esiste il quarto potere in Italia?

Baldini & Castoldi, Milano 2005
Pagine 336
ISBN 88-8490-716
Prezzo 15.00

 

Questo volume raccoglie gli scritti più significativi di Nicola Tranfaglia che da trent’anni studia la storia della stampa italiana e ha diretto per l’editore Laterza alla fine degli anni Settanta e nei primi anni Ottanta la Storia della stampa italiana dal Cinquecento ad oggi in sette volumi, più volte ristampati in questi ultimi anni.

 

I saggi prendono l’avvio da un’analisi aggiornata della dittatura mediatica che caratterizza l’attuale panorama italiano e proseguono con una serie di monografie storiche e metodologiche che affrontano il problema dei lettori, dei giornalisti e della nostra storia visti dalla stampa in un periodo che va dall’Unità d’Italia a oggi. Di particolare attualità, la diagnosi sul rapporto che intercorre tra il revisionismo storico e l’indagine sul fascismo attraverso le trasmissioni televisive, e uno studio sull’attività legislativa negli anni Venti e Trenta a proposito della libertà di stampa, sulla tradizione del più diffuso quotidiano, il «Corriere della Sera». La lettura, che propone un’interpretazione unitaria del ruolo ricoperto dai mezzi di comunicazione nel nostro Paese, permette di passare in rassegna, esaminare e comprendere, tutti i problemi che hanno contraddistinto lo sviluppo della stampa nell’ultimo secolo.

 

«Quello che colpisce, almeno nell’ultimo quindicennio, è l’apparente importanza che hanno acquisito i telegiornali e alcuni grandi quotidiani a segnare l’agenda politica dell’Italia ma, nello stesso tempo, il controllo sempre maggiore che potentati politici ed economici esercitano su quei mezzi di comunicazione, lasciando ai direttori e ai giornalisti potremmo dire soltanto briciole e scampoli di libertà e di autonomia. Soprattutto se i direttori e questo accade di frequente  non esercitano fino in fondo le facoltà che dà loro la costituzione e l’appoggio delle redazioni e pongono il mantenimento della propria posizione al culmine della propria strategia di rapporti con la proprietà. Chi sgarra dalle regole del controllo proprietario, mai scritte o espresse con chiarezza ma di fatto assiduamente praticate da chi di dovere, viene peraltro allontanato con minore o maggiore cortesia a seconda del ruolo ricoperto e delle conseguenze mediatiche dell’avvenimento.» 
(dalla quarta di copertina)

 

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