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Dopo lo spin-off di Viacom, anche un altro gigante americano dei media sembra voler imboccare questa strada. Si tratta di Time Warner, che come già alcuni esperti hanno fatto notare, potrebbe decidere di liberarsi definitivamente della propria divisione Internet, America Online (AOL), cosa che troverebbe d¿accordo il presidente dell¿Isp, Jonathan Miller.
In un¿intervista rilasciata al Financial Times, Miller ha, infatti, dichiarato che AOL ha bisogno d¿essere indipendente dalla sua capogruppo, per poter competere al meglio con gli altri giganti del settore, come Google e Yahoo.
¿Internet è un settore molto dinamico, la cosa giusta è coniugare sviluppo e acquisizioni¿, ha detto il presidente di AOL.
Miller ritiene che, per partecipare pienamente a un mercato considerato in crescita, sia necessario procedere allo spin-off dell¿Isp e una sua successiva quotazione in Borsa, possibilità evocata solo alcune settimane fa anche dal presidente di Time Warner, Dick Parsons.
La divisione Internet continua, infatti, a rappresentare un peso per la società di media, visto il continuo calo dei propri abbonati negli Stati Uniti, e nonostante AOL sia stata alla base della megafusione del 2001, che aveva portato alla nascita di una società multimediale da 350 miliardi di dollari.
In ogni caso, è molto difficile che lo scorporo di AOL avvenga prima del 2006. Miller ha, infatti, precisato al quotidiano britannico che bisognerà prima osservare in che misura i nuovi servizi gratuiti attireranno gli utenti, e se si riuscirà a fare aumentare le entrare pubblicitarie del portale.
A giorni dovrebbe, infatti, essere online il rinnovato sito AOL.com, che offrirà gratuitamente molte delle funzioni una volta disponibili solo a pagamento.
Fino a oggi, AOL ha perso numerosi inserzionisti pubblicitari, proprio per la decisione di riservare la maggior parte dei propri servizi ai clienti pay.
Lo scorso anno, i siti di AOL hanno ottenuto 1 miliardo di ricavi da pubblicità contro i 3,6 miliari di dollari di Yahoo e già questo sarebbe sufficiente per decidere un¿inversione di marcia.
L¿Isp ha perso negli Stati Uniti 549.000 abbonati nel primo trimestre e, al 31 marzo, ne contava 21,7 milioni. In Europa, dove AOL conta 6,3 milioni di utenti, il saldo è negativo rispetto allo scorso anno, ma nel trimestre sono stati guadagnati 18.000 abbonati.
Il presidente dell¿Isp ha, comunque, negato che la strategia che punta all¿aumento degli accessi sia stata decisa unicamente per frenare la perdita di clienti.
¿L¿avrei fatto lo stesso ¿ ha precisato Miller al Financial Times ¿ a prescindere dalla situazione. In Europa, dove la base degli abbonati è stabile, stiamo progettando ugualmente il lancio del portale gratuito¿.
Per Time Warner urge un¿immediata soluzione, specie dopo che la scorsa settimana s¿è vista superare da Google, che è divenuta la società media che vale di più al mondo.
La capitalizzazione di più di 80 miliardi di dollari ha, infatti, permesso al motore di ricerca di superare Time Warner, nella combinazione di maggior valore tra vecchi e nuovi media, per divenire il più grosso gruppo del settore, seguendo il criterio di Wall Street che ne fa un gruppo media, e non più un gruppo tecnologico, per il fatto che il 98% delle proprie entrate derivano dalla pubblicità.
A pesare sull¿andamento di Time Warner è la divisione Internet ed è giusto, ha detto Parsons in una recente intervista a Fortune, che si trovi una soluzione, assicurando il massimo valore aggiunto per gli azionisti.
Il presidente di Time Warner ha apertamente dichiarato che la società sta valutando la possibilità di cedere la divisione, a meno che questa non riesca ad attirare più pubblicità sul proprio portale gratuito.
¿Se AOL non va bene ¿ ha spiegato Parsons in modo molto conciso ¿ bisogna cominciare a pensare ad AOL in modo differente¿.
Parsons, sempre molto duro con la divisione Internet, ha preso le redini di Time Warner nel periodo di maggiore crisi, quando la società è stata travolta, dopo Enron e WorldCom (ora MCI), in uno scandalo finanziario senza precedenti che ha danneggiato l¿andamento del titolo sulla Borsa.
Da allora, il presidente è impegnato in un arduo piano di risanamento della società, che dovrebbe portare alla riduzione del pesante indebitamento. Ma ormai sembra chiaro che si sta andando nella direzione di uno spin-off.
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Media e strategie: lo spin-off di Viacom apre la strada a un nuovo modello di business
Dubbi e certezze sul futuro di Google, la società media che vale più di Time Warner
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