Italia
L¿Italia dell¿ICT si muove a una doppia velocità: troviamo, da un lato, cittadini entusiasti sia dei servizi di telefonia mobile che di quelli Internet e, dall¿altro, imprese che stentano a mantenere il passo.
Uno scenario che, se da una parte spinge il nostro paese in alto nelle classifiche di spesa per i telefonini e i servizi mobili e per l¿uso di Internet, dall¿altra lascia le imprese italiane ai margini dei contesti internazionali di competitività e innovazione.
Del rapporto tra la banda larga e le imprese si è discusso a Capri sabato scorso, nell¿ambito del convegno ¿Free your broadband: la larga banda al servizio delle imprese¿, promosso da Ericsson per fare il punto sullo stato di diffusione dei servizi di comunicazione nelle imprese pubbliche e private italiane e ad analizzare quali leve occorre attivare per accelerarne la diffusione e massimizzare i benefici derivanti dall¿adozione dei servizi convergenti, fisso e mobile a larga banda da parte delle imprese italiane.
L¿incontro ¿ che ha coinvolto istituzioni, industria e associazioni di categoria – è stata anche l¿occasione per annunciare la pubblicazione del Codice dell¿amministrazione digitale, uno strumento informativo fortemente voluto da Lucio Stanca, ministro per l¿Innovazione e le tecnologie, per dare una base giuridica alla trasformazione digitale in atto nella Pubblica Amministrazione.
L¿Italia è tra i primi paesi al mondo a dotarsi di questo Codice, che promuove l¿applicazione dell¿innovazione digitale non solo nei rapporti tra P.A. e cittadini-impresa ma anche tra gli stessi cittadini, eppure le imprese italiane, è stato sottolineato in molte sedi, registrano ritardi nell¿utilizzo integrato delle nuove tecnologie, da cui trarrebbero forti vantaggi in termini di competitività, costi e ritorno degli investimenti.
In questo contesto, il ministro Stanca, intervenendo in video-conferenza al convegno, ha annunciato anche il lancio di un programma di formazione culturale sull¿innovazione tecnologica, a partire da quella di processo.
L¿intervento, promosso con la collaborazione di Confindustria e di altre associazione di imprenditori, sarà co-finanziato con 3 milioni di euro dal Comitato dei Ministri per la Società dell¿Informazione, presieduto dallo stesso ministro Stanca, e l¿iniziativa si svolgerà anche con un road-show attraverso il Paese.
Il ministro ha poi ricordato che ¿la Pubblica amministrazione italiana sul fronte dell¿innovazione sta dimostrando una maggior dinamicità delle imprese. Nell¿apparato pubblico, centrale e locale, infatti, si è messo in moto un grande processo di ammodernamento, non ancora completamente visibile, che si sta proiettando nel Sistema Paese. Invece il settore imprenditoriale, soprattutto le piccole-medie imprese, è in ritardo su questo fronte in quanto ha una evidente difficoltà anche culturale a cogliere i vantaggi, pure in termini di competitività, che derivano dall¿utilizzo delle tecnologie dell¿informazione e della comunicazione (ICT)¿.
Per Stanca, che ammette di diffidare delle aziende che investono solo in odore di finanziamenti pubblici, i 160 milioni di euro messi a disposizione dal fondo di garanzia per l¿innovazione tecnologica e dal fondo rotativo per l¿high-tech, varati dal Governo, non bastano, almeno non da soli.
Per questo, ha spiegato, ¿è determinante avviare una riflessione che aiuti le PMI ad andare oltre la logica degli incentivi ed a compiere un salto culturale che consenta loro di capire il valore aggiunto, soprattutto in termini di produttività e di competitività, che deriva dall¿uso delle tecnologie digitali¿.
L¿adozione dell¿ICT deve essere dunque una priorità per le aziende, che ne possono trarre benefici già nel breve termine, andando subito ad incidere pure sul fattore costo del lavoro, oltre che sulla produttività e diventa ancora più urgente dal momento che, in base ai dati forniti da Ericsson, appena il 20 per cento dei lavoratori italiani ha accesso dall¿esterno alla rete aziendale e solo un¿azienda su due ha accesso a internet a larga banda.
La recente nascita di Ericsson Network Services Italia per la progettazione, realizzazione, gestione, esercizio, manutenzione e ottimizzazione delle reti di ICT e TLC degli operatori di telecomunicazioni, tv, imprese e pubbliche amministrazioni, va proprio in questa direzione.
Così come in questo senso si muove la nuova struttura di business dedicata allo sviluppo dei servizi alle imprese per l¿offerta di soluzioni e servizi, attraverso gli operatori, direttamente o attraverso partner.
¿Questa scelta – ha sottolineato Cesare Avenia, amministratore delegato di Ericsson – riflette l¿attenzione data ai servizi per le imprese, tema che è sempre stato di nostro interesse ma che riteniamo necessiti di maggiori sforzi da parte di tutti.
Il comparto delle telecomunicazioni in Europa e soprattutto in Italia ha fatto registrare nell¿ultimo decennio crescite significative, contribuendo in maniera determinante al benessere e all¿informatizzazione del Paese. Le dimensioni del mercato delle telecomunicazioni nel 2004 sono state pari a 42 miliardi di euro, un valore paragonabile a quello vantato da altre industrie tradizionalmente più affermate. L¿Italia ha guidato questa evoluzione e nella telefonia mobile è indubbiamente all¿avanguardia.
I dati confermano il successo dei nuovi servizi di comunicazione per il mercato consumer. In particolare negli ultimi due anni l¿Arpu (Average Revenue Per User) nei servizi dati è cresciuto del 50% circa e il traffico dati rappresenta oggi quasi il 20% dell¿Arpu totale nel mobile.
Tra i servizi più utilizzati quelli dedicati alla notifica e completamento della chiamata e altri più avanzati come il download di suonerie, brani musicali e lo streaming video.
Questi dati, non devono essere ascritti solo a una sorta di ¿capriccio¿ degli italiani verso le nuove tecnologie, poiché contengono un importante fattore che non va sminuito e cioè che esiste ¿ spiega Avenia ¿ ¿un tessuto sociale pronto a recepire l¿innovazione nella misura in cui essa venga proposta e offerta in modo chiaro e attraverso servizi affidabili, semplici da utilizzare, con un buon rapporto prezzo/prestazione¿.
¿Il nostro auspicio ¿ ha continuato Avenia – è di poter registrare un analogo successo anche nei servizi alle imprese. Ci sono infatti ancora ampi spazi di crescita nei servizi alle imprese e siamo convinti che un maggiore utilizzo degli strumenti di Ict da parte delle imprese italiane contribuisca ad innovarne i processi produttivi, favorendone l¿ammodernamento e di conseguenza la competitività interna ed internazionale del nostro sistema produttivo¿.
I più recenti indicatori relativi agli investimenti nei settori IT e TLC nel 2004, infatti, ¿ci dicono che l¿Italia è al di sotto delle medie mondiali e della Eurozona ed evidenziano una perdita di posizione e un conseguente ritardo nell¿innovazione su cui è necessario intervenire. Questo anche alla luce dei recenti dati macroeconomici, che indicano un contesto difficile per il nostro Paese e per le nostre imprese¿.
Il mercato consumer e le famiglie italiane hanno dunque fatto la loro parte. Sono ora le imprese pubbliche e private che devono fare la loro, promuovendo un ulteriore passo di ¿alfabetizzazione¿ all¿uso avanzato delle tecnologie, con benefici per le imprese stesse e per il sistema paese nel suo insieme.
Troppo spesso il mondo delle imprese italiane, interpreta l¿introduzione dei nuovi strumenti di comunicazione solo come un costo o un ¿benefit¿ manageriale e non come un¿occasione per migliorare la produttività e l¿efficienza dei processi aziendali.
Come ricordato anche nello studio presentato da Ericsson Consumer & Enterprise Lab, il 96% delle imprese utilizza un certo numero di telefoni cellulari, in genere destinati solo ai ¿senior manager¿, che in ogni caso sono soltanto il 20% a livello mondiale. Il telefonino aziendale è raro per i non¿manager. Soprattutto in Italia.
In Italia il 40 per cento dei lavoratori dichiara di utilizzare il cellulare per lavoro: ma meno del 10 per cento riceve un rimborso dall¿azienda. Eppure gli studi dimostrano che i costi per dotare i dipendenti di telefoni cellulari sono assorbiti dall¿aumento di produttività.
Dalla ricerca emerge imoltre che il 50% dei lavoratori ritiene che l¿utilizzo del telefono cellulare al lavoro li renderebbe più efficienti; il 40% ritiene che la possibilità di inoltrare la chiamata dal fisso al mobile e/o utilizzare un solo telefono (mobile) li renderebbe più efficienti.
Anche la video chiamata, video sorveglianza e la comunicazione M2M raccoglie molto interesse da parte di alcune categorie professionali. In Italia meno del 20 per cento dei lavoratori ha accesso dall¿esterno alla rete aziendale (corporate access), solo 1 azienda su 2 (50 per cento) ha accesso ad internet a larga banda.
Avenia, dunque, lancia il ¿guanto della sfida¿ alle imprese, pubbliche e private, ¿perché come è già avvenuto per il pc e internet, diventino protagoniste nell¿utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione e si facciano nuovamente motore dell¿innovazione in Italia¿.
© 2005 Key4biz.it