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Il governo russo sta progettando la creazione di zone economiche speciali, che dovrebbero veder la luce nel 2006, destinate ad attirare nuovi progetti di investimento, in modo che il Paese possa concorrere più attivamente con la Cina e l¿India. La notizia arriva stamani da vice-ministro russo allo Sviluppo economico, Andrei Charonov.
¿Vogliamo attirare i capitali che oggi non arrivano in Russia e concorrere con la Cina e l¿India¿, ha dichiarato il vice-ministro ai giornalisti.
Saranno create due zone ad hoc, la prima dedicata ai nuovi progetti industriali e la seconda alle nuove tecnologie, che dovrebbero attirare i capitali delle aziende russe, ma anche straniere.
Gli investimenti saranno agevolati dalla semplificazione delle procedure per l¿apertura di nuove imprese, dalla riduzione delle imposte e dall¿esenzione dei diritti di dogana.
Per essere ammessi nelle zone previste per i progetti industriali, le società dovranno impegnarsi a investire almeno 10 milioni di euro, di cui 1 milione solo nel primo anno.
Il ministro ha precisato che, per il 2006, dovrebbero essere create da 4 a 10 zone economiche specializzate. I progetti più avanzati sono già stati proposti per le città di Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk e Tomsk.
I deputati russi dovrebbero esaminare venerdì questo progetto di legge e Charonov spera che venga adottato in seconda e terza lettura.
In queste zone industriali non saranno ammesse le aziende di materia prime e trasformazione dei metalli, che in Russia sono fiorenti.
La Russia aveva creato negli anni ¿90 una serie di zone specializzate, poi chiuse, nelle regioni più povere, dove le imprese potevano beneficiare di forti agevolazioni fiscali, ma molte compagnie petrolifere aveva aggirato questo sistema per registrare qui le loro filiali d¿esportazione di greggio e ridurre al minimo le loro tasse.
Secondo l¿OCSE, nel 2004 la Russia ha registrato 11,7 miliardi di dollari di investimenti diretti stranieri, contro gli 8 miliardi dell¿anno precedente, piazzandosi davanti all¿India (5,3 mld), ma molto dietro rispetto alla Cina (54,9 mld).
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