Europa
La Commissione europea ha avviato una serie di azioni contro 11 Stati membri, per garantire l¿applicazione effettiva del quadro normativo comunitario in materia di telecomunicazioni.
Agli 11 Stati membri, la Commissione ha indirizzato altrettante lettere d”ingiunzione, in ragione di una scorretta applicazione delle regole comunitarie sulle comunicazioni elettroniche, comprese le telecomunicazioni.
La Francia, la Finlandia e la Grecia sono i soli Paesi della Ue a 15 coinvolti in questa procedura, decisa martedì e resa pubblica oggi, in seguito alla segnalazione alle Autorità nazionali chiamate in causa.
Gli altri Stati membri nel mirino dell¿esecutivo Ue sono la Polonia, la Lettonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l¿Ungheria, la Slovenia, la Lituania e Malta.
Nella maggior parte dei casi, le recriminazioni di Bruxelles riguardano problemi relativi all”effettiva indipendenza delle Autorità nazionali di regolazione, alla portabilità del numero e alla nomina dei fornitori del ”servizio universale”, ma anche agli elenchi telefonici e alla disponibilità del 112, il numero europeo per le chiamate di emergenza.
A Parigi e Atene, la Ue rimprovera l¿assenza continua di un ¿elenco stampato completo o di un servizio informazioni per tutti gli abbonati di rete fissa e mobile¿.
La Commissione ha quindi messo intimato alle autorità francesi di rimediare rapidamente alla situazione.
Alla Finlandia è stato imposto di mettere termine a due infrazioni relative all¿indipendenza dell¿Autorità di regolazione e alla fornitura del servizio universale.
Nel primo caso, la Commissione rimprovera al governo finlandese di continuare a disporre del potere di determinare quali mercati debbano essere regolamentati, pur controllando ugualmente diversi operatori pubblici.
La legislazione finlandese, inoltre, prevede che l¿operatore in posizione dominante sia automaticamente scelto come fornitore del servizio universale, escludendo dunque la partecipazione dei concorrenti.
In virtù della legislazione europea, l¿assenza della portabilità dei numeri fissi e mobili potrebbe costare alla Polonia e alla Lettonia la convocazione di fronte alla Corte di Giustizia, se i due Paesi non si impegneranno concretamente per rimediare a questa situazione nei prossimi due mesi.
La Polonia potrebbe dover affrontare una seconda casa giudiziaria, se non porrà rimedio per il numero 112 che, secondo Bruxelles è ancora inaccessibile a numerosi utenti polacchi.
Anche Repubblica Ceca e Slovenia sono in infrazione sulla portabilità dei numeri, ma la procedura è in uno stato meno avanzato rispetto alla Polonia e alla Lettonia. La prospettiva di un¿azione giudiziaria appare quindi più lontana che per gli altri due paesi.
La Repubblica Ceca, come la Polonia, la Lettonia, la Lituania, la Slovacchia e Malta, è nel mirino della Ue sempre per una questione di elenchi, mentre la Slovenia dovrà sopprimere diversi vincoli per incoraggiare la concorrenza sul mercato.
Infine, l¿Ungheria dovrà aprire la procedura di designazione del fornitore del servizio universale, dal momento che allo stato attuale solo gli operatori in grado di offrire un servizio completo possono candidarsi alla designazione.
Secondo Viviane Reding, membro della Commissione responsabile della società dell”informazione e dei media, “Affinchè i consumatori e le aziende europee possano avvantaggiarsi in pieno e a un prezzo abbordabile dei servizi di comunicazione elettronica come la banda larga e le comunicazioni mobili, è necessario che la regolamentazione europea, che permette l”apertura dei mercati tlc nazionali, sia integralmente e correttamente applicata”.
Dal 2002 – spiega la Commissione in una nota – il nuovo quadro normativo europeo sulle comunicazioni elettroniche ha stimolato la concorrenza, l”innovazione e gli investimenti nei servizi quali l”accesso a Internet a banda larga. Esso protegge ugualmente gli interessi dei consumatori nei settori in cui la concorrenza non è ancora sviluppata.
“La Commissione ha dimostrato che farà tutto quello che è in suo potere per garantire la corretta applicazione di queste regolamentazioni e ha già intrapreso delle procedure contro 10 Stati membri”, si legge nella nota.
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