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Suonerie mobili e download legale dalla rete hanno fatto triplicare il fatturato dell’industria della musica digitale, fiaccata dal declino delle vendite di CD e DVD.
Secondo l’IFPI (International Federation of Phonographic Industry), la musica online rappresenta ormai il 6% del fatturato totale dell’industria, ossia circa 790 milioni di dollari, contro i 220 milioni del primo semestre del 2004.
Tutto ciò mentre continuano a calare gli introiti legati alle vendite di CD, DVD e altri supporti fisici ¿ un fenomeno attribuito principalmente alla pirateria ¿ passati a 13,2 miliardi di dollari, contro i 13,4 dello scorso anno.
Oltre alla pirateria, tuttavia, anche altri fattori hanno contribuito a questo declino. Tra questi, la diminuzione dei prezzi dei CD, la stagnazione delle vendite di DVD musicali e la concorrenza di altri settori dell’entertainment.
¿Il boom della musica digitale continua e cresce a un ritmo entusiasmante per l’industria, i rivenditori online e i consumatori¿, ha dichiarato il Ceo dell’IFPI, John Kennedy.
¿Sempre più persone in un numero crescente di Paesi sta virando verso i metodi di download legali, via Internet e i telefonini¿, ha continuato. Kennedy, sottolineando anche come le azioni avviate per contrastare la pirateria comincino a dare i loro frutti.
Migliora anche l’approccio legislativo alla questione pirateria, con una serie di decisioni contro i servizi di file-swapping illegali (come Kazaa) che aiutano a spostare l’ago della bilancia verso i servizi legali.
La strada da fare, spiega l’IFPI, è ancora lunga, e la pirateria digitale e fisica rappresenta ancora una seria minaccia al business dell’industria musicale in molti mercati.
Per quanto riguarda, in particolare, l’Europa, ci troviamo di fronte a un chiaro-scuro: i mercati maggiori (Regno Unito, Germania e Francia) sono stati aiutati dalla crescita sostanziale del business della musica digitale. Altri mercati, come l’Olanda, la Norvegia e la Svezia, continuano a pagare l’impatto del download illegale e della contraffazione dei Cd.
Il mercato italiano, nel primo semestre dell’anno, ha visto un calo nelle vendite nel segmento tradizionale del 12% in termini di fatturato e del 10 % in termini di pezzi venduti.
Enzo Mazza, Presidente FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha dichiarato: “Nonostante i dati attuali evidenzino ancora uno stato di sofferenza vi sono segnali confortanti proprio in questi giorni, con titoli che stanno mostrando vendite consistenti e che fanno ben sperare in vista periodo natalizio. Anche la musica digitale mostra dinamiche molto interessanti sia per il costante aumento di musica scaricata legalmente da Internet e tramite download dai telefoni cellulari”.
Negli Stati Uniti, che si confermano il primo mercato musicale al mondo, le vendite fisiche hanno subito un calo del 5,3% in valore e del 5,7% in volume.
In Giappone, il secondo mercato mondiale, le vendite di supporti fisici sono scese del 9,2% in valore e del 6,9% in volume.
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