TDT: digitale terrestre, non solo televisione. Ecco come procede il passaggio alla nuova tecnologia

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Va alla grande la Tv digitale terrestre (TDT) in Italia. E¿ quanto emerso al workshop organizzato da ADB (Advanced Digital Broadcast) in occasione del SAT Expo 2005.

Giacomo Mazzone dell’EBU (European Broadcasting Union), introducendo l’argomento, ha fornito alcuni interessanti dati sulla penetrazione della TDT, prevedendo lo switch-over per il 2010.

¿E se – come ha spiegato Mazzone – vi è una fascia della popolazione che resiste al cambiamento tecnologico, sono molteplici le motivazioni che fanno pensare a un incipiente cambiamento. Da quelle economiche (l’entrata di nuovi operatori romperà l’equilibrio monopolistico rendendo dinamico il mercato dell’offerta), a quelle politiche (le raccomandazioni dell’UE, i summit mondiali sulle Telecomunicazioni, le politiche di agevolazione per il cambiamento), metteranno in moto processi che coinvolgeranno la società dei consumi e vincoleranno il mercato¿.

 

Molti, ha sottolineato Mazzone, sono stati nel passato i fallimenti del TDT in Europa: basti pensare a On Digital o a Quiero. I motivi di questi fallimenti vanno ricercati nella non competitività dei contenuti offerti, nell’alto costo dei servizi di abbonamento e dei decoder. Imparata la lezione, il rilancio della Tv digitale terrestre trasforma questi punti di debolezza in forza: contenuti di interesse, offerta di pacchetti, canoni raggiungibili dalla massa, maturità tecnologica; la TDT è una realtà che comincerà a dimostrare tutta la sua validità.

 

Andrea Ambrogetti, presidente di DGTVi, ha aggiunto che proprio in questa ottica l’Italia è diventata negli ultimi due anni un case history europea in tema di TDT. Il numero di decoder venduti, (3milioni) è stato superato in questi giorni e si può realisticamente pensare che, con il periodo natalizio, sarà superata la soglia del 15% di penetrazione. Il tasso di crescita di diffusione del decoder in Italia è più veloce della media europea.

¿Questo successo non si improvvisa – ha continuato Ambrogetti – ma deriva dal comune intento e dalla volontà collaborativa dei broadcaster, che sono riusciti, attraverso faticose trattative a comporre un’unica strategia di diffusione (scelte di sistema nei decoder e analisi dei contenuti)¿.

A questo va aggiunta la grossa spinta governativa che ha proiettato il digitale terrestre in una fase di successo insperato.

 

I fattori vincenti del digitale terrestre in Italia sono da ricercare nella ricca offerta di canali free, che possono essere o vecchi canali “arricchiti” o canali nuovi, (oggi infatti si possono contare 30 canali del bouquet free, si prevede di arrivare a 50 a breve termine) e nella possibilità offerta dall’interattività.

Proprio per implementare l’interattività si è puntato su uno standard basico come MHP che ha il vantaggio di poter entrare nelle case di tutti. Il caso sperimentale della Valle d’Aosta e della Sardegna sarà la conferma che la fase di passaggio dalla trasmissione in analogico a quella digitale terrestre sarà entrata nel vivo. Il 31 gennaio 2006 sarà una data importante per la sperimentazione: nelle due regioni autonome verrà infatti spento il canale analogico per il 70% della popolazione e al 21 luglio lo switch-off sarà definitivo.

 

Il tema che si deve cominciare ad affrontare ora è quello della standardizzazione dei Box interattivi immessi nel mercato; il lavoro svolto fino ad ora dai produttori europei è di alta qualità ma il prezzo al pubblico può apparire elevato se si valuta che in ogni casa (senza contare altri tipi di struttura), sarà necessario avere più di un decoder. Per contrastare i prodotti che arrivano dall’Oriente sarà necessario ripensare al Box, ha spiegato Ambrogetti, che propone una soluzione di decoder “a buon mercato” (30-40 euro) da aggiungere al primo acquistato, che abbia gli standard qualitativi richiesti senza tutto lo sviluppo dell’interattività.

 

Laura Fullton di Nagravision ha evidenziato l’importanza degli standard di sicurezza dei decoder (la smart card è più difficile da piratare) in un mondo che si avvia all’utilizzo di questo strumento attraverso il quale passeranno operazioni che andranno a toccare la sfera dei dati sensibili. Il decoder va vissuto quindi come un computer, può essere attaccato da virus; a mano a mano che vi si aggiungono funzioni, vanno implementati i necessari dispositivi di sicurezza.

Sicurezza e fantasia, questi i due temi sui quali puntare secondo Marco Pellegrinato di Mediaset. Sicurezza sia per chi offre sia per chi riceve e fantasia che deve avere la sua base di appoggio proprio nella nuova forma di comunicazione creata dalla TDT.

Mediaset offre una ricca offerta pay-per-view senza alcun canone di abbonamento. Oltre al calcio è ora possibile il pay-per-view di film in formato originale 16:9, l’opzione del multilanguage, dei sottotitoli in due lingue (quando disponibili) e il multi canale audio digitale.

 

Nadine Zaramella Nocent, marketing di TV-Card ha presentato la smart card detta Privativa pensata da TV-Card, azienda che opera nella televisione digitale satellitare. Le possibilità di accedere ai servizi per gli utenti che si autentificano e di operare nel marketing diretto televisivo per le aziende è una prospettiva molto attraente soprattutto se si pensa che Privativa è studiata per essere compatibile con tutti gli altri lettori di cui normalmente ci si avvale (sportello bancario, Pos).

 

Nokia, dalla sua, ha parlato di Mobile TV. Partendo dal presupposto che 2milioni di persone utilizzano oggi i mobile phone multimediali, è ragionevole pensare, secondo Paolo Gessaga, che nel 2010 saranno 3miliardi gli utenti di device mobili e quindi ci saranno altrettanti potenziali spettatori TV. La sperimentazione di marzo – luglio 2005 ha coinvolto 500 utenti paganti ad Helsinki e, anche se per stile di vita e numero poco indicativo per rappresentare un campione significativo, queste persone hanno gradito la novità tecnologica che può essere molto interessante per i broadcaster. Il pacchetto base Nokia può essere acquistato con 4,90 euro al mese e se proposto in Italia, ha detto ancora Gessaga, avrà una probabilità di redemption del 50%.

 

La Rai, intanto, ha centrato il primo obiettivo: il 70% della popolazione è raggiunto dal DTT. L’azienda sta collaborando con partner tecnologici per arrivare ad una copertura che sfiori il 100% del territorio. Per la metà del 2006 si prevede possano essere coperte Sardegna e Valle D’Aosta. L’offerta di canali è varia: Rai News 24, Rai Utile, Rai Sport, Rai Doc Futura, Rai Educational e Rai Sat 2000. 

 

I dati di ascolto sono buoni e in continua crescita. Interessante quello che concerne i servizi interattivi: l’azienda è in fase di sperimentazione sulle frequenze digitali del Piemonte. È disponibile un portale televisivo interattivo che per il momento serve Torino e la prima cintura periferica. I tipi di servizi offerti per sono due: il portale di servizi al cittadino e il T- banking realizzato per la Banca San Paolo-IMI. Per il primo progetto la redemption è stata buona e l’auspicio a questo punto è che si trovino basi di accordo per regionalizzare la copertura e fornire servizi di pubblica utilità al cittadino. Il secondo progetto è partito a giugno e permette ai clienti della Banca San Paolo di accedere, attraverso il decoder, ai servizi di consultazione del conto corrente. Entro un anno il servizio interesserà tutte le banche del gruppo e sarà diffuso in tutto il territorio nazionale.

 

Per quel che concerne l’High Definition via satellite, l’azienda sta organizzando un evento sperimentale per Torino 2006. Verranno distribuiti ad alberghi e punti di visione del territorio torinese decoder che daranno la possibilità agli spettatori di seguire i giochi in alta definizione e all’azienda di testare l’interesse del pubblico. I risultati della sperimentazione saranno di sicuro interesse per progettare nuove opportunità.

 

Dal Ministero delle Comunicazioni, il sottosegretario Paolo Romani, ha annunciato l’investimento che la nuova Finanziaria farà per il passaggio al digitale terrestre: “Come nelle due passate finanziarie, sborseremo 110 milioni di euro. Siamo ancora in fase decisionale, ma l’importo dovrebbe rimanere invariato. Vorremo poi diminuire il contributo per l’acquisto, da 70 a 50 euro, visto che la domanda continua ad aumentare e il prezzo del decoder diminuirà ancora”. Mentre la prossima regione coinvolta nella sperimentazione dovrebbe essere il Friuli Venezia Giulia.

 

Raffaella Natale

 

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