Silk Avenue: Celata, ‘Avviare una collaborazione euro asiatica, per raccogliere le sfide del mercato dell’audiovisivo interno e internazionale’

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Europa


Gianni Celata

Riportiamo di seguito l’intervento di Giandomenico Celata al Convegno ‘Silk Avenue: the Audiovisual Industry. Euro-Asia Present and Future Collaboration‘, Roma 13-14 ottobre 2005.

 


di Giandomenico Celata

Managing Director

Distretto dell’Audiovisivo e dell’ICT

  

Produrre audiovisivi è sempre più costoso. Si tratti di film, di serie televisive, di documentari, ecc., per non parlare dei cartoon. E¿ il risultato, da un lato, di una competizione sempre più alta tra l’audiovisivo e gli altri usi di un tempo libero sempre più scarso e costoso e, dall’altro, di un consumatore che chiede sempre nuove emozioni e più spettacolarità.

  

Ciò ha portato i costi unitari del settore, sia in campo cinematografico che in campo televisivo, da cui pressoché tutti gli altri prodotti derivano, a livelli molto alti.

   

Sempre più alti e ¿¿ sempre più rischiosi. Difatti il settore dell’audiovisivo è soggetto alla cosiddetta maledizione della prima copia, con riferimento all’alto rischio cui sono sottoposti i prodotti audiovisivi, il cui investimento è tutto impegnato per la produzione del master o, appunto, della prima copia senza alcuna possibilità di ridimensionare costi in caso dei reazione negativa del mercato. Ed il mercato dell’audiovisivo, sia esso cinema o serie televisiva è da sempre imprevedibile, non misurabili dalle indagini di mercato.

     

Questo aspetto è poco visibile al grande pubblico, a cui i media presentano normalmente i casi di successo: il blockbuster, la grande audience e share di una serie televisiva. Ma quasi sempre la lista dei flop è più numerosa di quella dei successi e comporta conseguenze rovinose per gli investitori.

   

Da sempre la preoccupazione del settore audiovisivo è stata quella di garantirsi una rete di protezione da questo rischio attraverso una distribuzione del prodotto il più possibile multicanale. Da tempo al centro di questa rete c’è lo schermo televisivo. Da qui il ruolo centrale, ruolo di protezione ma anche di propulsione ideativa e finanziaria, che hanno assunto i broadcaster televisivi e, più recentemente, la proiezione home video della distribuzione cinematografica.

  

Quindi una collaborazione euro asiatica sul tema dell’audiovisivo non può che avere come perno la collaborazione tra broadcaster televisivi e tra distributori cinematografici. (Vedi Grafico)

  

Collaborazione che deve avere un rilievo economico e finanziario capace di far loro affrontare non solo il mercato interno, ma anche quello internazionale. E la collaborazione non deve essere solo economica e finanziaria, cioè non deve avere solo un respiro ragionieristico, attento al conto economico, ma deve essere concepita come un modo per non parlare solo una lingua nazionale, ma parlare un linguaggio universale e quindi aperto ai nuovi scenari della globalizzazione. Ciò vuol dire che le sensibilità, le emozioni, i linguaggi, le storie singole e collettive, le vicende sociali o naturali, anche del più piccolo luogo di un grande o di un piccolo Paese, devono assumere un¿enfasi tale da poter parlare al mondo.

   

Ciò in parte sta già accadendo tanto da creare già dei problemi a noi che usiamo le statistiche del settore. Come calcolare la nazionalità di film come Troy, King Arthur, Harry Potter, Bridget Jones, Alexander, The Last Samurai, etc. in cui la multinazionalità dei soggetti produttivi crea un serio imbarazzo per le statistiche ufficiali. Come si vede, soggetti che nascono da specificità locali, ma che assumono una spettacolarità e un¿enfasi che li rendono storie del mondo.

  

In questo modo non c’è solo più mercato, ma quanto più le culture si intrecciano, si conoscono, si comprendono, seppur nelle loro diversità che sono un bene preziosissimo, sarà anche più facile attutire conflitti, appianare divergenze, affrontare assieme i problemi della comunità mondiale.

   

Di conseguenza, ci spiace per le statistiche su cui si poggiano i nostri studi, ma è certamente un mondo migliore quello in cui le culture e le economie si parlano e l’audiovisivo è lo strumento principe con cui comunicano.

   

Da questo punto di vista, Europa ed Asia hanno un grande lavoro da fare assieme. Due civiltà millenarie, con una collocazione geo-demo-economica differente, ma con una straordinaria potenzialità di sviluppo in questo settore. Il successo di alcune cinematografie asiatiche degli ultimi anni, sia sul mercato americano che su quello europeo, lo sta dimostrando. (Vedi Tab.1 e Tab.2)

   

Il primo obiettivo che ci si deve porre è superare quello scambio ineguale tra la cinematografia nordamericana e tutte le altre. Qui non servono arnesi antropologicamente e culturalmente assurdi come l’eccezione culturale. Il problema è di idee, di capacità realizzativi e di mezzi finanziari. Per avere idee bisogna stare dentro la storia contemporanea. l’Europa ci sta? E poi bisogna garantire i mezzi finanziari per realizzare prodotti che abbiano la capacità di competere.

    

c’è infatti una relazione inversa tra numero di film prodotti e investimenti realizzati che è ben registrato nel budget medio per film impegnato nei diversi Paesi. Il valore medio nasconde naturalmente varianze che possono essere molto grandi. Il livello americano è decisamente superiore a quello di qualunque altro paese anche europeo e ancor più di quello asiatico. Le maggiori risorse impegnate, assieme ad un¿indubbia capacità industriale e manageriale e una straordinaria capacità di produrre idee, giustifica e motiva il successo americano.

   

Ma la globalizzazione, per indirizzarsi nella direzione giusta, deve riuscire a parlare tutte le lingue. Da qui, l’imperativo per Paesi come i nostri, è di collaborare per aumentare la massa critica con cui si interviene sul mercato audiovisivo. (Vedi Grafico)

   

Diamoci un obiettivo!

   

Nella terza settimana di ottobre del 2006, si svolgerà Roma, una delle capitale del cinema mondiale, per la prima volta un grande festival del Cinema, o meglio una grande Festa del Cinema, cui sarà associato con molta probabilità un mercato dei diritti aperto, in maniera particolare, all’Asia.

   

Prendiamo l’impegno in questo appuntamento di oggi di costruire tra le società qui convenute una rete di rapporti da chiudere il prossimo anno, nella sede della Festa del Cinema di Roma, accordi di collaborazione che impostino un lavoro di lunga lena tra i due continenti.

    

Credo che sia questo l’impegno che la Commissione Europea vuole da questa Silk Avenue.

  

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