Internet governance, Stanca: ‘contenere le aspirazioni di quei governi che vogliono condizionare il libero sviluppo di Internet’

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“A Tunisi lavoreremo per contenere le aspirazioni di quei Governi che vogliono trarre la possibilità di condizionare il libero sviluppo di Internet“. Lo ha detto Lucio Stanca, Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, in un’audizione alle Commissioni Affari Esteri e Comunitari, Cultura, Scienza e Istruzione e Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera in vista del Summit Mondiale sulla Società dell’Informazione (World Summit on Information Society – WSIS), promosso dall’Assemblea Generale dell’ONU che si terrà a Tunisi da 16 al 18 novembre.

Il ministro ha pure posto l’obiettivo di “affermare gradualmente un sistema di governance della Rete che sappia promuovere la partecipazione dei Paesi in via di Sviluppo. Per questo crediamo che l’UE debba sostenere un modello di gestione del Web in cui la supervisione dell’ICANN, debba essere riconsiderata e abbandonata progressivamente a favore di una completa internazionalizzazione delle attività e modalità operative della organizzazione“.

 

Ricordiamo che l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) è un istituzione di diritto privato registrata negli USA, che assegna numeri e nomi a domini Internet, legata al Governo americano da un Memorandum of Understanding che scade nel 2006

 

Dopo aver detto che “l’obiettivo è di pervenire a una visione condivisa sul futuro della Società dell’Informazione e sulle condizioni necessarie per assicurare che tutti i Paesi, sviluppati e non, possano trarre il massimo beneficio dalla diffusione delle nuove tecnologie digitali“, Stanca ha ricordato le questioni sul tappeto a Tunisi, rimaste irrisolte dopo il Vertice di Ginevra: l’aiuto al finanziamento dello sviluppo della Società dell’Informazione nei Paesi più poveri e le regole per la gestione internazionale di Internet.

Sulla prima, ha affermato il ministro, “l’orientamento prevalente sostenuto da molti dei Paesi più sviluppati, tra cui l’UE, è che il finanziamento debba avvenire tramite l’investimento delle imprese private dei Paesi interessati ed estere, attratte da quelle condizioni favorevoli all’investimento privato che i Governi di questi Paesi devono assicurare, respingendo così l’ipotesi della creazione di un nuovo Fondo internazionale di solidarietà digitale“.

 

Per quanto riguarda la Governance di Internet, il ministro ha ricordato che ad oggi il funzionamento di Internet ruota intorno ad alcune organizzazioni tecniche, la principale delle quali è ICANN. Tali organismi, ha precisato, “sono ancora oggi legati da accordi quadro relativi alle modalità del loro operato con il Governo degli USA, in particolare con il Dipartimento per il Commercio. Questo stato di cose viene ora contestato da più parti e con diverse motivazioni“, ha aggiunto Stanca, “perché è considerato troppo americano-centrico e senza una garanzia di adeguata partecipazione da parte dei Paesi in Via di Sviluppo. Alcuni Paesi inoltre contestano il fatto che i Governi non abbiano un chiaro e preminente ruolo nella gestione diretta a livello internazionale di Internet. Altri Paesi sostengono invece che l’attuale sistema, promosso dal settore privato, ha garantito il libero e spontaneo sviluppo di Internet e che, quindi, i Governi non devono intervenire se non si vuole mettere a rischio l’esistenza stessa di Internet”.

 

“C’è poi la posizione assunta dall’Italia e da alcuni altri Stati dell’UE, che sostengono – ha proseguito Stanca – la necessità di una graduale internazionalizzazione dell’attuale sistema di gestione di questa infrastruttura critica del nostro tempo, senza tuttavia minarne la sicurezza e stabilità e respingendo l’idea che debbano essere i Governi a gestire e controllare la Rete. Tale internazionalizzazione, inoltre, consentirebbe di dare a questo sistema di gestione della Rete quella legittimità internazionale che oggi gli manca”.

Dopo aver riconosciuto che “a Ginevra non si è trovato un accordo su questo delicato tema” e che “c’é il rischio che il vertice di Tunisi si possa concludere con un nulla di fatto“, Stanca ha assicurato che “l’Italia lavorerà attivamente affinché l’Unione Europea svolga un ruolo di mediazione e di moderazione al fine di assicurare il successo del Summit”. (r.n.)

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