Cellulare e bambini: dal Giappone il primo 3G babysitter

di Alessandra Talarico |

Mondo


FOMA SA800i

NTT DoCoMo e le sue 8 filiali regionali hanno annunciato il lancio del primo telefonino 3G destinato ai bambini, il FOMA SA800i e la creazione di un ‘Kids’ Advisory Board’, che si occuperà di consigliare la società su questioni legate allo sviluppo di servizi e prodotti per l’infanzia.

 

Le funzioni e i servizi compatibili del telefonino sono focalizzati sulla sicurezza dei bambini, con configurazioni semplici da usare, una forma tondeggiante e colori accesi.

 

Il cellulare ha un allarme di circa 100 decibel che i bambini possono facilmente attivare in caso di emergenza. Nel momento in cui viene attivato l’allarme, il telefono chiama automaticamente i tre numeri preregistrati, segnalando il pericolo con un messaggio vocale a intervalli regolari, fino a quando non si ottiene risposta.

Un servizio di localizzazione permette inoltre ai genitori di ricevere, sempre a cadenza regolare, email con la posizione del bambino, anche se il telefonino è spento.

 

La batteria può essere protetta con una speciale vite, per evitarne la rimozione e la disattivazione del telefonino. La vite deve infatti essere rimossa con uno strumento apposito in dotazione col telefonino.

 

Se il cellulare è settato sul ‘Kids mode’, il menu e le istruzioni verranno visualizzate nell’alfabeto hiragana, più semplice da comprendere rispetto ai 40 mila caratteri dell’alfabeto cinese.

L’inserimento di una password può impedire al bambino di modificare le impostazioni di rete e di sicurezza.

 

Il telefonino è dotato anche di una funzione di chiamata diretta. Quando l’utente preme il tasto per effettuare una chiamata, appaiono sullo schermo le informazioni preregistrate di 5 persone, facilitando l’invio di una telefonata o di una email.

 

Il SA800i, ovviamente, è compatibile con il servizio “Kids’ i-mode”, che restringe l’accesso ai siti per adulti, mentre il menu “Kids’ i-menu” permette la visualizzazione soltanto di siti adatti ai bambini.

 

Ci si potrebbe interrogare, infine, sull’effettiva necessità di un simile prodotto, destinato a un target così giovane, se non fosse per il fatto che, in Giappone, i bambini vanno a scuola a piedi, in piccoli gruppi, una prassi considerata socialmente e fisicamente corretta, e non accompagnati fin sotto al portone dai genitori in fuoristrada, come avviene da noi.

 

Il telefonino, in grado di permettere un certo controllo sul tranquillo svolgimento del percorso da casa a scuola e viceversa, è stato per questo accolto con molto entusiasmo dai genitori nipponici, in attesa di un mondo migliore in cui non ci si debba affidare a un cellulare colorato per garantire la tranquillità e la sicurezza dei bambini.

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