Videoleggimi…Quando il libro va in televisione. Per la prima volta un’analisi e un confronto sul tema

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Più libri più liberi

Sorpresa: il libro, anche se in orari “strani”, ha comunque una sua presenza in televisione. Ma di che tipo? E con che effetti se non sulla lettura, almeno sulla vendita? Se ne discuterà, sulla base delle cifre della prima analisi condotta su questo tema a partire da una rilevazione condotta su un periodo campione del palinsesto Tv, al convegno, organizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE), “Videoleggimi…Quando il libro va in televisione: i risultati di una ricerca“, in programma sabato 10 dicembre a Roma, nell’ambito di Più libri più liberi  (Roma, 8-11 dicembre).

 

Nelle sole reti generaliste in chiaro – quelle, in altre parole, che raggiungono ancora la larga maggioranza degli italiani, in cui si trovano i deboli e occasionali lettori o i non lettori totali – sono stati presentati nel periodo campione in vari modi e format televisivi (e non solo nelle trasmissioni o negli “angoli” di libri) 8,8 titoli. Tanti? Pochi? Quello che è certo è che il libro e l’autore stanno iniziando a trovare un loro spazio all’interno di diverse trasmissioni televisive, e forse ancor più ne potrebbero trovare come indicazione e suggerimento per approfondimenti attorno a notizie e a temi di attualità.

 

Un’altra cifra? I titoli della piccola e media editoria indipendente costituiscono solo il 19,8% dei titoli presentati nelle diverse trasmissioni prese in esame nel periodo campione, ma ben il 34,1% della produzione.

 

Un “censimento”, quindi, che – oltre a pesare generi, editori, fasce orarie, proporre una prima mappatura di come il libro si presenta dal piccolo schermo – permetterà di fotografare, con il contributo di Demoskopea, il modo in cui il libro e gli autori poi si muovono e si vendono in libreria nei giorni e nelle settimane successive alla loro comparsa in televisione.

 

Interverranno, moderati da Marino Sinibaldi di Fahrenheit (Radio Rai 3), Stas’ Gawronski (Cult Book), Alberto Magnani (Demoskopea), Franco Matteucci (Rai 1), e Giovanni Peresson (Ufficio studi AIE).

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