Mobile Tv: due consultazioni quasi simultanee. Alcuni temi sul tavolo Agcom per arrivare a un quadro tecnico e dettagliato

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Eugenio Prosperetti

di Eugenio Prosperetti

Consulente Studio Legale
PORTOLANO COLELLA CAVALLO

La combinazione degli sviluppi dei tumultuosi mercati del mobile e del digitale terrestre italiani stanno dando vita a un nuovo segmento di mercato che, dalle prime battute, si preannuncia, vivo e vitale.

La Mobile Tv promette dunque di essere fonte di nuove tematiche regolamentari ed economiche.

E’ dunque con favore che devono essere viste le iniziative congiunte del Ministero delle Comunicazioni e dell’AGCOM, i quali hanno lanciato due consultazioni

Sarà dunque d’obbligo seguire gli sviluppi delle due consultazioni che, con tempismo, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e il Ministero delle Comunicazioni hanno lanciato sul tema. La consegna della prima scade il 22 dicembre, la consegna della seconda qualche giorno prima, il 15 dicembre.

A livello generale, le consultazioni non sono del tutto identiche: la consultazione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni mira a raccogliere un quadro tecnico e dettagliato – anche se non privo di particolareggiati dettagli economico-sistematici – in materia di DVB-H e di altri standard a esso alternativi: ISDB-T e DMB mentre la consultazione del Ministero mira a ricostruire un quadro di sistema generale, di fatto incorporando le tematiche della consultazione AGCOM in una ricostruzione più ampia incentrata sui modelli di business.

La prima notazione da compiere riguarda il fatto che vi siano consultazioni. Ciò è, di per sé, un primo indice rivelatore di come il regolatore si interessi all’argomento della Mobile Tv, al suo sviluppo, alla sua tecnica di regolamentazione o deregolamentazione in una fase ancora preventiva rispetto all’effettivo sviluppo del mercato. Per una volta dunque le istanze del mercato sembrano venir “colte in tempo” e, se a questa consultazione seguiranno buoni elaborati, la regolamentazione di settore potrebbe essere all’avanguardia.

Tuttavia, la Mobile Tv è un territorio ancora per molta parte inesplorato per il regolatore. Di ciò nelle consultazioni vi è traccia. I dati richiesti sono molti soprattutto in termini di previsioni a tutt’oggi difficoltose persino per il più “futurista” degli operatori.

Inoltre, le domande della consultazione sembrano, a tratti, essere strutturate non tenendo interamente conto della situazione regolamentare di partenza. La Mobile Tv infatti, è sì nuova ma si deve inserire nel contesto complessivo dell’ordinamento delle comunicazioni, la cui sostanza si individua oramai nel Codice delle Comunicazioni Elettroniche, nella Legge Gasparri e nel Testo Unico della Radiotelevisione.

Le domande a tale proposito inserite nella consultazione promossa dal Ministero delle Comunicazioni riguardano prettamente aspetti di sistema (necessità di una regolamentazione separata) e aspetti frequenziali. Vengono in sostanza a mancare gli aspetti definitori e lo scottante tema del raccordo tra le norme sopra citate e la normativa sui diritti d’autore.

I due temi da ultimi citati sarebbero da approfondire: gli aspetti definitori del nuovo mezzo sono particolarmente delicati e l’attuale quadro normativo è ambiguo in proposito non chiarendo con esattezza se la Mobile Tv rientri nella categoria dei servizi di comunicazione elettronica o nelle categorie previste dal Testo Unico Radiotelevisione.

In realtà, la Mobile Tv “pura”, che non consista cioè in repliche di palinsesti strutturati, date le sue particolari modalità di fruizione sembra piuttosto diversa dalla televisione tradizionale e sembra decisamente assimilabile ad un servizio di comunicazione elettronica a valore aggiunto.

L’intervento legislativo dovrebbe allora limitarsi a sancire detta equivalenza in maniera da evitare ambiguità sulla questione.

Più delicato è il problema dei diritti sul mezzo: è noto che la legge sul diritto d’autore non prevede particolari possibilità di estendere per analogia le proprie categorie e che riformare tale normativa, nel breve, è ipotesi irrealistica.

Affinché allora ciascun operatore non persegua una propria politica di autonormazione dei diritti e, parallelamente, trovi propri standard di Digital Rights’ Management all’interno dello standard DVB-H, sarebbe opportuno promuovere il più possibile accordi tra operatori per standards aperti all’adesione di altri operatori su tali due temi.

In particolare, per i diritti, gli operatori potrebbero mettere a fattor comune degli standards e delle tecniche contrattuali da adottare/concordare (es. definizione standard di DVB-H da inserire in tutta la contrattualistica) con i detentori dei diritti quando si tratta di trasferire contenuto inerente alla Mobile Tv.

Per il resto, sarà il mercato a decidere il successo delle concrete politiche attuate dagli operatori: si vedrà l’effettivo mix tra trasmissioni in chiaro e trasmissioni accessibili solo attraverso il riconoscimento dell’utente attraverso la SIM del telefono cellulare.

Una seria riflessione dovrà forse essere dedicata alla possibilità di consentire la fruizione di contenuti premium da parte di più numeri telefonici associati allo stesso utente sulla base del principio che i contenuti sono acquistati “dalla persona” e non “dall’utenza”.

Il legislatore dovrà stabilire, volta per volta, chi sia il soggetto detentore della responsabilità editoriale per i contenuti trasmessi. In questo le posizioni espresse nelle consultazioni saranno determinanti.

Infine, vi saranno le risposte, da parte degli operatori di rete, ai complessi interrogativi sul rapporto tra Mobile Tv e SIC: vi sono risorse frequenziali in gioco e fornitori di contenuti da ospitare su multiplex, esistenti o da istituire. Occorre stabilire se (e come) ciò altera il complesso equilibrio concorrenziale del settore radiotelevisivo.

Questi sono solo alcuni degli affascinanti temi a cui i soggetti partecipanti sono chiamati a rispondere. E’ prevedibile che la consultazione produrrà risposte variegate in quanto gli interessi della Mobile Tv sono gli interessi di soggetti convergenti provenienti da differenti ambiti lavoratori. Ciò rende la Mobile Tv la ideale fucina della nuova regolamentazione agile delle comunicazioni.

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