Mondo
Sarà la taiwanese Quanta a costruire i computer portatili da 100 dollari progettati da Nicholas Negroponte nell’ambito del progetto One Laptop per Child per l’alfabetizzazione informatica dei bambini del terzo mondo.
I prodotti del gruppo asiatico, sebbene poco conosciuti, sono presenti in molte delle nostre case, installati nei sistemi dei più noti Hewlett Packard, Dell e altri big del mondo informatico.
La vittoria di Quanta non arriva proprio inaspettata: il gruppo aveva siglato all’inizio di quest’anno un accordo di ricerca quinquennale col MIT del valore di 20 milioni di dollari.
L’accordo di produzione con Quanta, ha spiegato Nicholas Negroponte, “…dissolve ogni dubbio sull’effettiva fattibilità del progetto che vuole destinare Pc a costo contenuto per l’educazione nei paesi in via di sviluppo”.
Quanta ha accettato di destinare al progetto significative risorse di produzione del Quanta Research Institute (QRI), con l’obiettivo di lanciare i primi prodotti sul mercato entro la fine del 2006.
I primi 5-15 milioni di Pc saranno impiegati per avviare progetti pilota in 7 Paesi molto diversi culturalmente: Cina, India, Brasile, Argentina, Egitto, Nigeria, e Tailandia.
Parallelamente, verrà esplorata la possibilità di una versione commerciale del prodotto.
La partecipazione di Quanta al progetto, ha spiegato il chairman Barry Lam, ha l’obiettivo di “dare ai bambini di tutto il mondo l’opportunità non solo di chiudere il digital divide, ma anche di colmare il divario della conoscenza”.
Il progetto, inoltre, rappresenta “un nuovo stadio per l’industria dei laptop, includendo quei bambini che non sono mai stati presi in considerazione come potenziali utenti”.
One Laptop per Child (OLPC) è un’organizzazione non-profit creata da Nicholas Negroponte e altri membri del prestigioso MIT media lab, con l’obiettivo di progettare, costruire e distribuire laptop abbastanza economici da permettere a tutti i bambini del mondo di accedere alla conoscenza e alle nuove forme di educazione, date per scontate nei paesi industrializzati.
I laptop saranno venduti ai governi e distribuiti ai bambini dalle scuole: il sogno del professor Negroponte, nonché guru tra i più influenti dell’industria informatica mondiale, è quello di rendere i computer ubiqui come i telefonini, in quelle aree del mondo che sono prive delle tecnologie basilari e trasformare i bambini – diretti destinatari dell’iniziativa – in “agenti del cambiamento”.
Fornire un Pc a ogni bambino disagiato del mondo, spiega Negroponte, permetterà non solo di rivoluzionare la loro educazione, ma anche di trasferirla agli adulti nel modo più semplice e immediato.
I laptop da 100 dollari, spiega Negroponte, sono basati su Linux, dotati di acceso Wi-Fi e porte USB, indistruttibili e “così simili agli attuali laptop da esserne quasi indistinguibili”, pur dovendo ammettere che le macchine avranno un processore un po’ più lento e una più modesta capacità di memoria.
Importante, spiega Negroponte, è soprattutto fornire la mobilità e tecnologie innovative e resistenti, anche per questo l’iniziativa ha puntato sulla creazione di laptop piuttosto che sul riciclaggio di Pc dismessi dai Paesi industrializzati.
I partner che hanno già aderito all’iniziativa sono are Advanced Micro Devices (AMD), Brightstar, Google, News Corporation, Nortel Networks e Red Hat.
Uno dei maggiori esponenti del mondo hi-tech, Intel, ha invece espresso scetticismo riguardo al progetto: il presidente Craig Barrett, infatti, ha detto che l’idea non avrà lunga vita poiché i consumatori dei paesi in via di sviluppo vogliono Pc full-optional, non surrogati.
Simili esperimenti, ha spiegato Barret, sono già falliti: in India, una simile iniziativa era stata avviata da Picopeta, ma a 4 anni dal debutto i risultati non sono all’altezza delle aspettative: nel 2004 erano state vendute appena 2 mila macchine, contro le 50 mila preventivate e solo il 10% delle vendite è stato destinato a un utilizzo in aree rurali.
In Africa, invece, grazie a Computer Aid International, diverse scuole hanno avuto la possibilità di accedere all’informatica.
Dal lancio dell’iniziativa, sei anni fa, la ONG britannica ha distribuito 50 mila Pc ai Paesi emergenti (l’80% all’Africa).
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