Tlc: per la Ue il mercato italiano è aperto e competitivo. Secondi in Europa per telefonia mobile

di Alessandra Talarico |

Italia


Marco Tronchetti Provera e Viviane Reding

Emergono nuove conferme sulla buona forma del mercato italiano delle tlc dal Rapporto d’implementazione sul settore delle comunicazioni elettroniche che verrà pubblicato dalla Ue lunedì prossimo e che Key4biz.it aveva anticipato la settimana scorsa.

 

A trainare lo sviluppo del settore nel 2005, la telefonia mobile e la banda larga: sul mobile l’Italia è seconda in Europa, con un tasso di penetrazione del 111% e un totale di 65 milioni di abbonati, in crescita del 10% rispetto all’ottobre del 2004.

In forte crescita anche gli utenti della terza generazione che, a ottobre del 2004, erano 7 milioni e confermano l’Italia uno dei due mercati più importanti d’Europa, mentre la quota del pioniere H3G è passata dal 2,8% al 7,35%.

 

A conferma della competizione sul mercato anche la diminuzione della quota dell’incumbent, scesa dal 44,3% al 40,1% e il successo della portabilità del numero, con un numero di utenti che hanno cambiato operatore di 5 milioni, pari al doppio della media europea.

 

Nel 2005 sono inoltre scese le tariffe di terminazione dei 3 operatori Gsm (Tim, Vodafone e Wind), che applicano una tariffa del 3% sotto la media europea.

 

Un altro settore in cui l’Italia vanta ottime performance è quello della banda larga, con un aumento del 50% delle connessioni a banda larga che, a ottobre 2005 erano 6,1 milioni. Una crescita attribuibile alla forte concorrenza fra operatori che ha permesso una significativa riduzione dei prezzi.  

 

Bruxelles evidenzia anche come il Local Loop Unbundling abbia in Italia i costi più bassi dell’Unione europea, con 9,3 euro contro gli 11,2 euro della Gran Bretagna per un numero totale di linee liberalizzate pari a 1,16 milioni e un’apertura dell’ultimo miglio della rete in aumento del 53,7% rispetto al 2004. Numeri che fanno dell’Italia il secondo mercato in Europa dopo la Germania.

 

Adozione estesa anche per lo shared access, con 110 mila linee attive rispetto alle 927 dell’ottobre 2004, grazie alle favorevoli condizioni regolatorie ed economiche.

 

Da sottolineare una lenta ma costante decrescita della quota di mercato di Telecom Italia, diminuita del 5% sul mercato della DSL retail (dove scende al 73%) e del 2,8 % sul mercato della banda larga fissa, arrivando al 70%.

 

Bruxelles promuove quindi la competitività e il grado di apertura del mercato italiano delle tlc, dove sussistono le condizioni per competere grazie soprattutto all’offerta di “full unbundling” predisposta dall’incumbent che rappresenta per gli operatori alternativi una reale possibilità di inserimento nel mercato della larga banda.

 

Nella sua analisi sul consolidamento del mercato interno delle comunicazioni elettroniche l’esecutivo ha indicato che nel corso dei primi due anni di applicazione, i meccanismi di consultazione comunitaria in fatto di concorrenza sul mercato hanno permesso la crescita della ‘coerenza’, soprattutto relativamente al dove e al quando sia necessario intervenire per via regolamentare.

 

Il meccanismo di consultazione comunitaria, previsto dall’art. 7 della direttiva 2002/21/CE, è al cuore del quadro regolamentare per le comunicazioni elettroniche, entrato in vigore il 23 luglio 2003.

 

Le misure legislative adottate in ambito europeo, unite ai progetti nazionali di regolamentazione hanno contribuito alla liberalizzazione dei mercati ma, secondo Bruxelles, solo “la consultazione, la coerenza e la trasparenza in materia di regolamentazione a livello europeo” potranno aprire la strada a condizioni competitive eque nel campo delle comunicazioni elettroniche, incoraggiando gli investimenti su scala europea e portando vantaggi ai consumatori in termini di scelta e di tariffe concorrenziali.

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