Italia
Sulla scia di quanto sta avvenendo a livello comunitario, anche il CNIPA vuole valutare le potenzialità e le opportunità offerte dalle tecnologie di identificazione a radio frequenza.
E così, dopo aver avviato nel 2004 varie attività sulle tecnologie biometriche, il Centro Nazionale per l’Informatica nella PA intende proseguire nella valutazione delle tecnologie innovative che presentino possibilità di impiego per le Pubbliche Amministrazioni, avviando un’iniziativa per sperimentare e, quindi, valutare le effettive potenzialità e i reali benefici delle nuove applicazioni RFID, che consentono identificazione e lettura a distanza di numerose informazioni contenute in una etichetta (tag), grande quanto un francobollo, con microprocessore ed antenna.
Gli apparati RFID sono comparsi sulla scena più di dieci lustri fa e le prime applicazioni civili sono state nella logistica. Grazie ai progressi tecnologici degli ultimi anni, sono notevolmente migliorate le funzionalità, si sono ridotte drasticamente le dimensioni ma, soprattutto, si sono abbassati in modo considerevole i costi, dando così la stura ad applicazioni sempre più vaste.
Una etichetta RFID memorizza una vastità di informazioni che, via radio, vengono riversate ad un ricevitore, posto su un apparato, un palmare o su un telefonino. E, viceversa, un dispositivo portatile “dialoga” con persone e cose su cui è stata applicata la “tag”.
Tale tecnologia rientra nell’insieme più generale delle tecnologie AIDC (Atomatic Identification and Data Capture), quali la biometria, le smart card, i bar code e non è attualmente diffusa nella PA, ma i suoi impieghi potenziali possono essere particolarmente significativi, per esempio per la gestione documentale, per la gestione di beni patrimoniali e culturali, per la tracciabilità alimentare, in strutture sanitarie pubbliche, favorendo la diffusione di cartelle cliniche “intelligenti” che eliminano gli errori, pratiche burocratiche “autoreferenti”, di monumenti e opere d’arte “dialoganti”.
Lo scenario italiano è caratterizzato da numerose aziende nazionali dotate di notevole competenza specifica che operano anche a livello internazionale nel settore RFID. Esiste un forte interesse verso le potenzialità e gli sviluppi di tale tecnologia per le applicazioni in ambito PA.
Il Cnipa ritiene pertanto opportuno approfondire i vari aspetti tecnici e normativi che riguardano questa tecnologia e, a tal fine, ha costituito un Gruppo di studio finalizzato a definire iniziative nel campo RFID.
E’ stata condotta un’analisi dello stato della tecnologia RFID e dei principali campi di applicazione nella PA, attraverso una serie di incontri e audizioni con società di analisti, con il mondo accademico, con fornitori e con amministrazioni pubbliche interessate alla materia.
Ruolo del Cnipa sarà dunque di promuovere l’impiego di tale tecnologia nella PA attraverso la valorizzazione del patrimonio di conoscenza nazionale che caratterizza le aziende di settore; guidare e supportare le PA nella conoscenza e nell’impiego dell’RFID.
La scorsa settimana il Cnipa ha concluso un accordo di collaborazione con il CATTID – Centro per le Applicazioni della Televisione e delle Tecniche di Istruzione a Distanza, dell’Università La Sapienza di Roma.
“Già a settembre il CNIPA aveva costituito un laboratorio sperimentale e successivamente un apposito gruppo di studio per esplorare le nuove frontiere aperte dalla tecnologia RFID per dare alla Pubblica amministrazione strumenti sempre più avanzati al fine di migliorarne l’efficienza e la gestione”, ha detto Livio Zoffoli, presidente del CNIPA, il quale ha poi spiegato che “la sperimentazione con il CATTID è mirata alla verifica dell’efficacia degli strumenti per definire requisiti, modalità di test e applicazioni che possano poi essere suscettibili di effettiva e proficua utilizzazione all’interno della Pubblica amministrazione, cui il CNIPA fornirà anche la relativa consulenza”.
Venerdì scorso, nell’ambito del CeBIT di Hannover, anche la Commissione europea ha annunciato l’avvio di una vasta consultazione pubblica sulle tecnologie RFID.
“Le etichette RFID sono molto più ‘intelligenti’ dei tradizionali codici a barre. Sono i precursori di un mondo in cui miliardi di oggetti e sensori interconnessi forniranno indicazioni sulla loro ubicazione, la loro identità e il loro passato” ha affermato Viviane Reding, commissario responsabile per la società dell’informazione e i media.
“Queste reti e questi dispositivi connetteranno ogni giorno gli oggetti in un ‘internet delle cose’ che permetterà di migliorare notevolmente il benessere economico e la qualità della vita. Ma come sempre il progresso può avere risvolti negativi – in questo caso le possibili ripercussioni delle etichette RFID sulla privacy. Per questo è necessario raggiungere un ampio consenso all’interno della società sul futuro della tecnologia RFID e sulla necessità di predisporre meccanismi credibili di salvaguardia. Dobbiamo mantenere il controllo sulla tecnologia e creare le condizioni per utilizzarla nell’interesse generale”, ha concluso la Reding.(a.t.)