Il controllo della parola

di di Andrè Schiffrin |

Editoria senza editori, la storia continua

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Il controllo della parola

Bollati Boringhieri, Torino 2006
Pagine 112
ISBN 8833916456
Prezzo 12.00

Introduzione di Stefano Salis
Traduzione di Nanni Negri

Concentrazione e controllo: parole che compendiano la storia recentissima dell’editoria – e dei media in generale – nei grandi paesi occidentali, incluso il nostro.

A cinque anni dal quadro precedente, già allarmante, Schiffrin raccoglie il precipitato sempre più drammatico delle realtà editoriali che conosce meglio, quella francese e quella angloamericana.

I cambiamenti strutturali intervenuti nella produzione, nei circuiti distributivi e nella vendita del libro, la strategia di acquisizione progressiva degli editori indipendenti da parte dei colossi mediatici, con la protezione dei governi, e il prevalere di una logica di profitto sulla imprenditorialità libraria hanno concorso ad alterare nel profondo la qualità del prodotto.

Paradigmatico è il caso della Francia, dove la fusione degli ex duopolisti Hachette e Vivendi, il successivo intervento di Wendel e la vendita di Seuil hanno ridisegnato la mappa dell’editoria. Non meno ridotta risulta la quota di indipendenti in Inghilterra, mentre negli Stati Uniti le concentrazioni di fine secolo continuano a esercitare i loro effetti d’urto sulle tradizioni editoriali e sulla libertà d’espressione.

Un’estensione del controllo a cui il mondo intellettuale ha reagito in modo complessivamente debole, fino al silenzio che Schiffrin registra in Francia, ma che non ritiene irrevocabile, indicando un’alternativa possibile nella piccola utopia di una ripresa della parola e dell’iniziativa pubbliche.
(dalla quarta di copertina)

André Schiffrin, dopo aver animato dal 1962 al 1990 la casa editrice Pantheon Books di New York, dirige ora “The New Press“, da lui fondata nel 1991.

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