Video on demand: un mercato tutto da scoprire che fa gola a telco e Isp. Studio NPA Conseil

di Raffaella Natale |

Europa


Video on demand

Il video on demand (VOD) è in pieno boom sul mercato europeo e i player sono impegnati a cogliere questa importante opportunità che sfrutta un modo nuovo di servirsi della programmazione.

Secondo uno Studio, realizzato dall’Istituto francese NPA Conseil su richiesta del Centro nazionale di cinematografia (CNC) e degli organismi del cinema e dell’audiovisivo francese, si tratta di una grossa sfida che potrebbe trasformare radicalmente l’accesso ai contenuti. Il VOD inoltre potrebbe avere una ripercussione sul finanziamento della produzione cinematografica e audiovisiva. Gli organismi che hanno richiesto la Ricerca sperano che il VOD consenta di sfruttare l’ampia produzione cinematografica e audiovisiva francese ed europea.

 

NPA Conseil ha realizzato un’attenta e approfondita analisi del mercato VOD in dieci Paesi europei: Austria, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna e Ungheria.

In quattro anni, dal 2002 al 2005, i fornitori di VOD si sono decuplicati per totalizzare più di 40 piattaforme.

All’inizio dell’anno, sottolinea la Ricerca, erano disponibili in Francia più di 700 film di diverso genere, mentre tra i contenuti i programmi per bambini e la musica risultano i più consumati in VOD.

 

Oltre agli operatori tradizionali (canali Tv, piattaforme satellitari, operatori via cavo), il VOD sta attirando diversi new entrant: operatori telecom, industrie dell’elettronica di largo consumo e dell’informatica, blockbuster, motori di ricerca e portali Internet. Dalla Studio emerge una grande attività da parte delle telco che sono i più convinti assertori del mercato del video on demand, che vedono come una sfida da raccogliere dinnanzi al calo delle entrate legate ai servizi dati-voce.

 

Lo sviluppo di questa forma di “televisione personalizzata” è favorito dal lancio del digitale, dalla penetrazione della banda larga, dall’aumento della banda passante disponibile e una maggiore compressione dei dati.

Nel mercato dei servizi on demand,  la Gran Bretagna ha fatto da pioniere. I ricercatori evidenziano che la Francia ha colmato il ritardo a partire dal secondo semestre 2005, grazie in particolare a un tasso di diffusione delle connessioni veloci che risulta tra i più alti d’Europa e ai prezzi relativamente bassi per un mercato altamente competitivo.

 

Véronique Cayla, direttrice generale del CNC, si è detta soddisfatta dell’offerta francese che risulta abbastanza ricca, sicuramente grazie al sistema che prevede una serie di sostegni finanziari alla produzione di contenuti.

L’origine dei contenuti varia fortemente da una piattaforma all’altra: per il cinema, la quota dei film americani va da un terzo a più dell’80%, per i contenuti europei nazionali dal 4 al 71% e per i film prodotti in Europa dal 5 al 25%.

 

Il prezzo dei programmi proposti in video on demand tende a uniformarsi. In media, bisogna contare 2,5-3 euro per programma e 5 euro per una novità. In questo contesto, la differenza dovrebbe farsi sulle opzioni come la durata di noleggio, il numero delle copie consentite o la possibilità di trasferire i contenuti sui terminali mobili.

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