Strategie: la pubblicità mobile contribuirà alla crescita dei nuovi servizi multimediali? Studio IDC

di Alessandra Talarico |

Mondo


Mobile advertising

La crescente disponibilità di contenuti multimediali sui dispositivi mobili sta aprendo nuove opportunità per un advertising sempre più sofisticato e mirato.

 

Nel momento in cui i format che già includono la pubblicità – come i programmi televisivi – si fanno largo sui cellulari, i brand e i fornitori di contenuti di intrattenimento stanno infatti cominciando a intravedere e valutare le opportunità legate all’advertising multimediale.

 

Secondo uno studio IDC, l’advertising mobile sarà un fattore chiave per le strategie degli operatori mobili nei prossimi anni e offrirà nuove opportunità per aggiungere valore alla catena mobile.

 

Gli operatori, infatti, devono in qualche modo recuperare il declino dei profitti legati ai servizi vocali e finora hanno tentato di arginarlo proponendo nuovi servizi multimediali, che però stanno prendendo piede molto lentamente.

La pubblicità potrebbe quindi giocare un ruolo di primo piano nel mix dei profitti e, in ogni caso, rappresenta un’opportunità per monetizzare i contenuti in maniera mai esplorata prima.

 

Ma come introdurre la pubblicità sul telefonino in maniera che la strategia si riveli vincente e non un boomerang?

Il cellulare è certo uno strumento di per sé invasivo, ma gli utenti mal sopportano ogni tipo di palese intromissione dall’esterno, cosa che invece non avviene, ad esempio, sul Pc o in Tv.

 

Prima che il mobile advertising possa affermarsi come medium pratico, bisogna quindi risolvere alcuni aspetti fondamentali, tra cui i modelli di business, la condivisione dei profitti, oltre a questioni prettamente tecniche come il tipo, la lunghezza e la frequenza degli spot, l’atteggiamento degli utenti e via dicendo.

 

Quale sia il modello di business migliore da implementare lo decideranno comunque le caratteristiche e le dinamiche del mercato e questo iter comporterà sicuramente test ed errori, almeno in un primo momento.

 

La pubblicità, spiega ancora IDC, rappresenta anche una parte importante delle strategie e dei profitti ‘off-portal‘, un’area che gli operatori stanno cercando di rafforzare come complemento delle strategie ‘on-portal’, basate sull’introduzione di offerte come navigazione gratuita o di piani tariffari flat.

 

Come sottolinea anche un rapporto KPMG, il 3G permette di arricchire l’offerta di contenuti, ma c’è un limite rappresentato dall’effettiva propensione degli utenti a pagare per questi extra.

 

A questo punto entra in scena la pubblicità, che – attraverso contenuti sponsorizzati interamente o parzialmente dagli inserzionisti – potrebbe accelerare sia la diffusione dei nuovi contenuti che l’ingresso sul mercato di nuovi operatori che offrono chiamate gratuite in cambio di spot mirati.

 

Così facendo, sarebbe più facile per gli utenti, accettare l’invasione della pubblicità anche sul telefonino a patto sempre che gli operatori seguano un codice etico. Dunque niente spam, ma solo brevi spot utili e mirati.

 

Secondo uno studio di VisionGain, l’advertising entrerà con forza nel mercato della telefonia mobile generando – in Europa e negli Usa – profitti per oltre 1 miliardo di dollari nel 2009, contro i 255 milioni del 2005.

 

Si tratta tuttavia di un passaggio molto delicato, durante quale gli operatori dovranno massimizzare il potenziale dell’advertising e, allo stesso tempo, evitare di alienare i clienti per evitare un effetto boomerang.

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