Mondo
Nessuna alleanza tra Yahoo e Microsoft per quanto riguarda la web search.
Terry Semel, presidente e amministratore delegato del portale americano, ha respinto l’offerta avanzata dalla società di Bill Gates di rilevare una quota delle attività di ricerca di Yahoo!.
Smentite, inoltre, le voci di possibili trattative su una potenziale acquisizione della web company da parte del colosso dei software.
Semel ha comunque confermato d’aver incontrato i vertici di Microsoft in merito alla partnership tra le due aziende con la quale MSN,
Nel corso di un incontro presso
L’amministratore delegato ha detto di aver discusso su questioni inerenti alle attività dei motori di ricerca e su alcune eventuali collaborazioni in merito. Ma “Io non venderò una parte di queste attività. Sarebbe come vendere il proprio braccio destro per tenersi quello sinistro. Non ha alcun senso”.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, le indiscrezioni in merito a presunte manovre tra le due aziende riflettono del resto il moltiplicarsi delle trattative tra le società Internet per dar vita ad alleanze nel business dei motori di ricerca, mercato largamente dominata dal colosso Google.
Yahoo, il secondo maggiore motore di ricerca online del mondo, ha speso tre anni fa oltre 1,8 miliardi di dollari per acquisire società operanti nella ricerca su Internet e arrivare a competere con il leader del comparto Google.
Microsoft da parte sua ha deciso nel 2003 di sviluppare un motore di ricerca proprio e appare ancora in ritardo rispetto alle concorrenti.
In questo senso sta accelerando e nei giorni scorsi ha presento il programma il programma adCenter. Si tratta di un servizio di paid search che consente di legare le inserzioni pubblicitarie testuali in maniera pertinente al contenuto delle ricerche sull’engine. Secondo il Wall Street Journal, adCenter si differenzia dai servizi rivali, in particolare da Google adSense, perchè offre agli inserzionisti anche i dati aggregati relativi agli utenti di MSN che effettuano le ricerche. Il che dovrebbe favorire gli inserzionisti relativamente al tipo di termini su cui convogliare il messaggio pubblicitario e aiuterebbe inoltre MSN nel fissare le tariffe.
L’idea è anche quella di rilanciare la qualità delle promozioni stesse offrendo un innovativo sistema per profilare l’utenza riuscendo a pubblicare promozioni contestuali adeguate in spazi mirati. Senza utilizzare dati sensibili (Microsoft ha precisato con grande evidenza tale aspetto) il gruppo ha intenzione di gestire il proprio network in modo da garantire la massima qualità promozionale e, di conseguenza, il massimo click-rate.
L’obiettivo centrale di Microsoft è anche quello di ridimensionare il ruolo di Google su questo potente mercato e in questo senso si era vociferato della possibilità di unirsi a Yahoo per partire alla conquista del Web.
Stando a quanto riporta il quotidiano americano, la società di Bill Gates aveva pensando a costruire una solida partnership tanto da entrare nel capitale del primo portale al mondo. In altri termini, lo schema da seguire era grosso modo quello che Google ha realizzato con AOL, la divisione Internet di Time Warner, con l’annunciata acquisizione del 5% al prezzo di 1 miliardo di dollari. A conferma della piena operatività dell’accordo, AOL ha reso noto un incremento del 26% dei ricavi pubblicitari a parziale bilanciamento del calo degli abbonati.
Gli incontri tra Microsoft e Yahoo, sempre secondo il Wall Street Journal, si sono di sicuro registrati – ma con un nulla di fatto – lo scorso anno e avrebbero avuto come obiettivo principale il confronto su come operare di comune intesa nella raccolta pubblicitaria, per sviluppare utili sinergie tra MSN e Yahoo in funzione anti-Google, i cui ricavi sono generati dagli introiti dell’advertising per oltre il 90%.
Microsoft, intenzionata a crescere nel pubblicità online già dal 2004, ha deciso di aumentare gli investimenti nel comparto, e secondo Rick Sherlund, analista di Lehman Brothers, l’iniziativa voluta con decisione dall’amministratore delegato Steve Ballmer comporterà nel prossimo esercizio, quello che parte il primo luglio, a un incremento dei costi del 18%, a 22,3 miliardi.
Intanto dalle pagine del New York Times, Google si è detta “preoccupata” per la nuova versione del navigatore Internet Explorer (IE) di Microsoft che, secondo i vertici della società, impedirebbe una concorrenza leale tra i due gruppi nella ricerca online.
Pronta la replica di Microsoft, che in un comunicato ha spiegato la non fondatezza delle accuse di Google, assicurando che la nuova versione di Explorer, IE7, consente all’utente di “scegliere il motore di ricerca che si intende utilizzare”, liberamente tra Google, Yahoo, o MSN.
Google rimprovera a IE 7 di contenere una funzione che reindirizza automaticamente l’utente su MSN, mettendo “Microsoft in posizione di raccogliere ingiustamente traffico web e entrate pubblicitarie” che altrimenti andrebbero agli altri player. Proprio riguardo al rispetto della concorrenza sul mercato della web searching, Google ha fatto presente la propria preoccupazione al Dipartimento di Giustizia Usa, ma anche alla Commissione europea, non ottenendo al moneto nessuna risposta.