Vodafone: accordo con Softbank sul mercato nipponico. Si riaccendono intanto le speranze per il controllo di SFR

di Alessandra Talarico |

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Il gruppo britannico Vodafone continua a guardare al Giappone come mercato da cui trarre nuove sinergie, con l’occhio attento agli sviluppi della disputa tra Vivendi e Sebastian Holdings, che potrebbe consentire alla società di prendere il controllo dell’operatore mobile SFR.

Per quanto riguarda il mercato giapponese, Vodafone ha formato una partnership con Softbank – il più grande fornitore di accesso a Internet giapponese che a marzo ha acquisito la filiale locale del gruppo britannico Vodafone KK – per lo sviluppo congiunto delle tecnologie e dei contenuti mobili.

 

L’accordo mira innanzitutto a unire l’esperienza e gli asset delle due società sul mercato giapponese per sviluppare hardware e software per internet mobile e si focalizzerà su tre aree chiave.

 

Sviluppo e rifornimento di telefonini: le due società lavoreranno con i produttori per sviluppare e procurarsi cellulari tecnicamente avanzati che potranno essere prodotti a basso costo.

 

Piattaforme di servizi e portali mobili: la partnership svilupperà software in grado di migliorare l’esperienza degli utenti fornendo un’interfaccia più completa attraverso innovativi portali mobili.

 

Contenuti: Vodafone e Softbank lavoreranno insieme per la fornitura di contenuti sviluppati e aggregati per avvantaggiarsi delle tecnologie cellulari più avanzate.

 

Le due società valuteranno poi se estendere la partnership in altre aree.

 

In base ai termini dell’accordo, il centro di sviluppo delle attività della partnership – che deve essere approvata dalle Autorità preposte e dalle due parti – sarà in Giappone.

 

“Come avevamo anticipato al momento della vendita di Vodafone KK a marzo, intendiamo continuare la relazione con Softbank, una delle più importanti internet company giapponesi per beneficiare a pieno della passata presenza sul mercato nipponico”, ha dichiarato il Ceo di Vodafone Arun Sarin.

 

Le tecnologie mobili e i contenuti sviluppati congiuntamente andranno a vantaggio sia degli utenti che di altre società mobili, che potranno acquistarle in licenza.

 

“Per Softbank, lavorare con Vodafone è una grande opportunità per accelerare l’innovazione sia in termini di nuove tecnologie che di servizi user-centric”, ha dichiarato a sua volta Masayoshi Son, Ceo e Presidente di Softbank.

La grandezza e l’esperienza del gruppo britannico, unita al know how di Softbank nel settore internet e dei media convergenti “sarà sicuramente una forte combinazione per trasformare l’offerta di servizi mobili in tutto il mondo”, ha concluso Son.

 

Nel frattempo, Vodafone KK prenderà il nome di Softbank Mobile e comincerà l’attacco a NTT DoCoMo e KDDI, i due maggiori operatori mobili del paese.

 

Tornando sui mercati europei, Vodafone potrebbe approfittare di un eventuale break-up di Vivendi, come proposto da Sebastian Holdings – un gruppo di private equity controllato dal norvegese Alexander Vik – per prendere finalmente il controllo dell’operatore mobile SFR, controllato da Vivendi al 56% e al 44% dal gruppo britannico.

 

Il Consiglio d’amministrazione del gruppo francese, attivo nei videogiochi (Vivendi Games), nelle tlc (SFR e Maroc Telecom), nella musica (Universal Music Group), e nei media (CanalPlus), ha tuttavia respinto all’unanimità l’offerta di 33,50 euro per azione, pari a 38,6 miliardi di euro presentata dal fondo d’investimento, in quanto ritiene che nelle vere intenzioni di Sebastian Holdings ci sarebbe quello di acquistare il gruppo per poi smantellarlo e rivenderlo in blocchi separati.

 

La situazione del gruppo francese è molto delicata: nel suo azionariato  non è presente un socio con una grossa quota di maggioranza, ma tanti piccoli soci. Basti pensare che Sebastian Holdings, con il suo 4%, è il maggiore azionista del gruppo.

 

Arun Sarin non ha mai nascosto il desiderio di aggiungere SFR al suo network globale e di piazzare il marchio Vodafone sul mercato francese.

La società non ha commentato ufficialmente ma un portavoce ha riferito che “la decisione spetta a Vivendi, ma se decideranno di vendere il resto di SFR al prezzo giusto, restiamo interessati”.

 

 “E’ difficile capire come un’offerta di questo genere possa essere interpretata come un’offerta di break-up”, hanno riferito fonti vicine al fondo Sebastian.

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