eProcurement e PA tra progressi e criticità. Presentati a Roma i dati dell’Osservatorio B2B

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e-Procurement

Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno modificando il modo di gestire gli acquisti all’interno di una qualsiasi organizzazione e hanno avviato un processo di innovazione che riguarda ormai anche la Pubblica Amministrazione.
Secondo l’eGovernment Action Plan della Commissione europea, le amministrazioni pubbliche potrebbero risparmiare fino a 300 miliardi di euro all’anno se tutte le attività – dagli acquisti alle gare per gli appalti – venissero trasferite su internet.

 

Allo scopo di approfondire e analizzare l’impatto dell’eProcurement in Italia, l’Osservatorio B2b della School of Management del Politecnico di Milano ha condotto una specifica ricerca i cui risultati sono stati presentati oggi presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze nell’ambito del convegno “L’eProcurement nella Pubblica Amministrazione”.

 

L’indagine condotta dall’Osservatorio su un campione di 53 utenti della PA e 13 provider ha coinvolto l’Agenzia delle Entrate, la Presidenza del Consiglio, 11 casi realizzati su 20 regioni, 12 casi su 107 province, 13 casi su 8101 comuni, 3 aziende ospedaliere, 5 aziende sanitarie, 7 enti di altra natura, con un ammontare di acquisti pubblici totali pari a 103 miliardi di euro circa per l’intero sistema Paese.

 

Rispetto al 2004, l’uso dell’eProcurement nella modalità di gestione degli acquisti delle aziende pubbliche è cresciuto del 231%, passando da una valore di 76 milioni di euro a 252 milioni, di cui il 74% destinato all’eSourcing, il 13% all’eCatalog ed il 13% all’eMarketplace.

 

Si tratta di trend molto significativi anche se complessivamente le cifre indicano ancora valori abbastanza esigui ed evidenziano qualche persistente criticità.

 

L’eSourcing ha registrato un incremento del 234%, passando dai 56 milioni del 2004 ai 187 milioni del 2005 spesi in acquisti di beni (materiale informatico o elettronico, arredi, cancelleria, vestiario) e servizi (energia, servizi di noleggio, servizi di pulizia, servizi finanziari, ristorazione ecc.) mentre i volumi di acquisto effettuati con l’eMarketplace e l’eCatalog segnano una crescita del 225%, dai 20 milioni del 2004 ai 65 milioni del 2005.

 

L’eSourcing offre una riduzione dei costi d’acquisto ed un aumento dell’efficienza e dell’efficacia del processo a fronte dia alcune criticità legate, ad esempio, alla scelta delle categorie merceologiche da negoziare on line e all’inerzia degli utenti alla gestione del cambiamento organizzativo. Per l’eCatalog maggiore controllo della spesa, aumento dell’efficienza del processo, risparmio di tempo ma anche difficoltà nella strutturazione e nella gestione del catalogo stesso e nella sua integrazione con le procedure d’acquisto.

 

Per Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio e Professore ordinario di Strategia e Sistemi di Pianificazione presso il Politecnico di Milano, le persistenti perplessità negli operatori sono legate a “falsi miti”, tra i quali “quelli legati alla presunta inadeguatezza della tecnologia disponibile per le esigenze e per le procedure di acquisto della PA ed alla normativa di riferimento”.

 

Eppure, le iniziative di eGovernment già intraprese in Europa hanno già permesso agli stati membri di ottenere notevoli risparmi di tempo e denaro.

 

Solo in Italia – secondo i dati della Ue – l’acquisizione di beni e servizi on line nel settore pubblico ha generato risparmi per 3,2 miliardi nel 2003, mentre un’adozione generalizzata dei sistemi di eProcurement in tutta Europa potrebbe ridurre i costi di 80 miliardi all’anno entro il 2010.

 

Per questo la Commissione ha fissato una road map per raggiungere questi obiettivi e definirà presto le misure pratiche necessarie per realizzare sistemi di eProcurement su larga scala e assicurare la gestione elettronica dei documenti aziendali. (a.t.)

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