Biblioteca digitale europea, Soru brucia i tempi e presenta quella della Sardegna, 50mila anni di cultura online

di Raffaella Natale |

Europa


Renato Soru

La digitalizzazione delle opere entro il 2008 è uno tra i più ambiziosi progetti che sta portando avanti l’Ue e che punta alla pubblicazione online del patrimonio culturale europeo, contribuendo alla creazione della Biblioteca digitale.

Nei prossimi cinque anni, almeno sei milioni di libri, documenti e altri beni culturali saranno resi accessibili a chiunque attraverso un collegamento Internet, grazie alla Biblioteca digitale europea (BDE). L’obiettivo è di mettere il patrimonio culturale e scientifico dell’Europa a disposizione di tutti i cittadini e ricercatori europei per studio, lavoro o semplice piacere.

 

Ma la Sardegna, con un governatore come Renato Soru, fondatore dell’Internet service provider Tiscali, da sempre attento, quindi, alle concrete possibilità offerte dall’Information and Communications Technologies, ha giocato d’anticipo ed è stata la prima regione d’Italia e d’Europa a raccogliere la proposta della Commissione Ue.

Nel giro di pochissimo tempo, è riuscita  a mettere online 5000 mila anni di storia e patrimonio culturale, adesso accessibile a tutti, gratuitamente, si tratta di circa 40 mila contenuti.

 

Grande la soddisfazione di Renato Soru che, in occasione della seduta plenaria del Comitato delle Regioni (CDR), ha presentato il progetto che dimostra, secondo il governatore, come l’Ue possa senz’altro ambire alla leadership mondiale nel campo della cultura e dell’Innovazione coinvolgendo in questo grande sforzo le sue alleate più preziose: le Regioni.

A sostenere l’iniziativa sarda, assieme ai rappresentanti del CDR, c’era anche Pia Luisa Bianco, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura a Bruxelles.

“La Regione – ha commentato – ha messo l’Europa di fronte al fatto compiuto ed è così che, in molti casi, si arriva a scuotere i vertici”.

 

Presentando l’iniziativa, Soru ha chiesto alla Commissione europea più ambizione e sollecitato, al tempo stesso, una maggiore trasparenza online.

Il governatore della Sardegna ha, infatti, fatto sapere che chiederà a Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’Informazione e Media, l’impegno per la realizzazione di un motore di ricerca pubblico: “Non possiamo delegare ai privati il modo di essere rintracciati sulla Rete”.

L’Europa è, quindi, chiamata a raccogliere la sfida di Cagliari: “a livello comunitario – ha insistito Soru – è assolutamente necessario essere più ambiziosi e recuperare terreno”.

A suo avviso infatti l’Ue non ha ancora affrontato questioni fondamentali come quella dei motori di ricerca, oggi tutti controllati da società statunitensi, e della mappatura digitale geografica, anch’essa nelle mani di privati.

 

“Per fare cultura accessibile a tutti – ha avvertito – sono preziosi i contenuti ma anche le fonti e i motori di ricerca, spetta quindi all’Ue il progetto di un suo motore di ricerca, pubblico e completamente gratuito, per non delegare ai privati la cultura“. In Italia questo dibattito, lanciato nel 2003, è poi caduto nel vuoto. Oggi, ha osservato Soru, solo la Francia sta mettendo in cantiere un progetto di questo tipo.

 

L’operazione, a detta di Soru, in realtà costerebbe poco. Molto meno di Galileo, il progetto satellitare Ue, o di Airbus.

“E’ importante  che il progetto di biblioteca digitale venga realizzato a livello regionale per mettere in evidenza le diversità territoriali”, ha detto Soru, rivolgendosi a una platea formata anche da molti dei suoi colleghi italiani e europei che hanno partecipato alla presentazione, prima della seduta plenaria dell’assemblea dei rappresentanti delle regioni e degli enti locali europei.

“Svolgere un minuzioso lavoro di ricerca, raccolta e schedatura a livello regionale – ha sottolineato il governatore – significa non perdere frammenti importanti della nostra cultura, che è la ricchezza dell’Europa, e salvare un patrimonio immenso per le generazioni future”.

 

In attesa che la questione entri nell’ordine del giorno comunitario, sarà il Comitato delle Regioni ad affrontarla per primo, sulla scia del successo sardo e del progetto di parere sulle biblioteche digitali di Jyrki Myllyvirta, sindaco finlandese di Mikkeli, oggi all’esame dell’Assemblea.

 

Il sito SardegnaCultura.it è stato messo a punto – ha precisato Soru – con “un modesto investimento”, complessivamente 200 mila euro per acquisire i diritti delle opere messe in rete e altri 50 mila euro per la realizzazione vera a propria.

L’iniziativa ha consentito di mette online video, foto, libri e guide, ma anche monografie, schede su monumenti, film e tanti altri materiali sulla Sardegna che, ha rilevato il presidente, “già costituiscono otto volte tanto quello che la Commissione si propone di fare per tutta l’Europa entro il 2008 .

Solo per la letteratura sono stati messi online 150 romanzi di viaggiatori in Sardegna e di scrittori sardi degli ultimi trecento anni. Tra le curiosità, anche un cinquecentesco Padre Nostro in sardo del teologo Sigismondo Arquer.

Il sito, in italiano, ma presto anche in inglese e in sardo, nei piani di Soru, potrà arrivare fino a contenere centomila argomenti digitali, un motivo in più, ha sottolineato, per chiedere all’Ue una maggiore ambizione per quanto si potrà fare a livello europeo se tutte le regioni seguissero questa strada.

 

L’aspetto più interessante del progetto è tuttavia quello di offrire all’utente diverse chiavi di lettura del territorio – per argomenti e per periodi storici – e permettergli di individuare l’oggetto della propria ricerca tra migliaia di schede, monografie e altri volumi dedicati all’isola e alla sua storia, molti dei quali non più in vendita.

 

Per quanto riguarda la Biblioteca digitale europea, entro la fine del 2006, dovrebbe avvalersi della collaborazione di tutte le biblioteche nazionali dell’Unione europea. Negli anni a venire questa collaborazione verrà estesa agli archivi e ai musei. Entro il 2008 saranno accessibili tramite la BDE due milioni di libri, film, fotografie, manoscritti e altre opere. La cifra salirà ad almeno sei milioni nel 2010, ma in realtà sarà molto più elevata poiché, entro quell’anno, ogni biblioteca, archivio e museo d’Europa sarà potenzialmente in grado di collegare il proprio contenuto digitale alla BDE.

Il progetto di Biblioteca digitale europea è il portabandiera della strategia i2010, ossia della strategia generale della Commissione volta a incentivare l’economia digitale. I tratti salienti di questo progetto esemplare, inteso a promuovere la digitalizzazione e l’accessibilità online del patrimonio scientifico e culturale europeo, sono stati resi noti nel settembre 2005 nella comunicazione “i2010: le biblioteche digitali”.

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